lunedì 29 maggio 2023

Monopoli

 martedì 30 maggio 2023 – Apulia, uno stato d’animo 

Dopo aver girovagato in mattinata, alla scoperta del centro di Polignano, ci dirigiamo verso questo comune sempre della città metropolitana di Bari, che il suo caratteristico centro storico di origine alto-medievale, sovrapposto ai resti di un abitato messapico fortificato già nel V secolo a.C., si affaccia sul mare circondato da alte mura. 

Tralasciamo il Porto Vecchio e il suo paesaggio di barche tipiche dei pescatori, addentrandoci nel cuore della città, accompagnati dalla fresca brezza marina e accolti da graziosi vicoletti e stradine, per arrivare poi alla centrale Piazza Vittorio Emanuele, una delle più grandi piazze d’Italia. 

Siamo pronti a visitare le varie e magnifiche chiese che ci vengono incontro: la Chiesa di San Francesco d’Assisi (sec. XVIII). Nel 1740 i Padri Francescani decisero di costruire una nuova chiesa con una grandiosa facciata e una torre per campanile. La pianta centrale e la navata unica, con cupola e abside profonda. Successivamente la nuova chiesa nonostante i suoi stucchi, i suoi dipinti e il bellissimo organo, venne sconsacrata e diventò luogo di adunanze politiche, seggio elettorale e dei sorteggi per i soldati di leva. In questa ex chiesa 21 ottobre 1861 vi fu il plebiscito. Il Convento di Francescani è ora sede dell’attuale Municipio; 

la Chiesa di San Domenico con Rosone (sec. XVI). La chiesa cinquecentesca è a tre navate, si innalza a cupola e termina con un’abside goticheggiante. Fu rimaneggiata nel secoli successivi. Annoverava tra gli altri dipinti di grandi pittori, quello di “San Pietro Martire” di Giovanni Bellini detto Giambellino. Il Convento (oggi caserma dei carabinieri) conserva la nobiltà antica di un chiostro luminoso, la classica cornice d’ingresso, le logge rinascimentali sulla piazza XX settembre. 

Ma la nostra più grande attenzione è rivolta al Santuario Maria Santissima della Madia (secolo XVIII). Protettrice della città, risale al XII secolo e presentava uno stile romanico. Nel Settecento venne però distrutta e successivamente ricostruita in stile barocco, come tutt’oggi si presenta. All’interno, tra i tanti tesori custoditi, l’icona della Madonna della Madia esposta sull’altare, viva testimonianza dell’epoca alla lotta iconoclasta. 

Il titolo di Madia deriva dalla parola spagnola di origine araba “Al-Madìa” che vuol dire proprio insieme di travi, zattera. Furono trentatre le travi trovate accatastate al porto e che il vescovo Romualdo utilizzò per coprire il tetto della Cattedrale Romanica. Sono di pino d’Aleppo non hanno tarli e, se le ardi, profumano.


 
 
 



 

 

 

 

 

 





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