lunedì 22 aprile 2024

Valter e L'EXTRA dal 2023

 martedì 14 marzo 2023 - Articoli per Riviste

Da ottobre 2017 era nata una collaborazione con “L’Extra, il giornale di Caldiero”, a tiratura mensile di 4.000 copie. Ringrazio Gianluigi Rossi che mi diede l’opportunità di una pagina, per condividere con i suoi lettori le mie sensazioni nella rubrica “Appunti di viaggio”. 
 
Dopo aver concluso questo ciclo di oltre 5 anni, ringrazio tutti i nostri lettori e le numerose persone che mi hanno fatto sentire "importante" e salire la voglia di continuare...

Comincia quindi una nuova avventura con il n° 59 di gennaio 2023:
 
L'EXTRA - maggio 2024

L'EXTRA - aprile 2024

L'EXTRA - marzo 2024

L'EXTRA - febbraio 2024

L'EXTRA - gennaio 2024

L'EXTRA - dicembre 2023

L'EXTRA - novembre 2023

L'EXTRA - ottobre 2023

L'EXTRA - settembre 2023

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L'EXTRA - maggio 2023

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L'EXTRA - febbraio 2023

L'EXTRA - gennaio 2023


sabato 6 aprile 2024

Storia della Dorona – Arquà Petrarca

sabato 6 aprile 2024 – Sensi e Sensazioni 

Questa è la storia di una vite che per 150 anni è vissuta abbarbicata alla parete dell’ex osteria del Vecchio Guerriero, in piazza ad Arquà Petrarca. Vista in questi giorni, non sembra tanto in forma, ma se è sopravvissuta per tutto questo tempo, avrà senz’altro la forza di rimettersi. 

Qualche abitante di Arquà, dopo aver fatto fare l’analisi del dna dal Dipartimento di Conegliano, ha deciso di riprodurre con ottimi risultati alcune viti dell’antica varietà in poderi di questa zona. Il vitigno, però, non è tra quelli consentiti dal registro viticolo della Regione Veneto, che permette la coltivazione della Dorona solo nelle isole della laguna come Mazzorbo o Sant’Erasmo.

Dorona è un’uva che vive in un rapporto simbiotico con l’ambiente lagunare, tra terreni sabbiosi e l’acqua della Laguna di Venezia. Forse è un clone di garganega che nasce su un piede franco (senza innesto su vite americana) sopravvissuta alle infezioni di filossera. Se consideriamo che i vigneti di oggi sono piante ottenute con innesto di vite europea su vite americana, questa vigna merita essere salvata perché rappresenta un patrimonio genetico importante.
 

 

martedì 19 marzo 2024

Radicofani

martedì 19 marzo 2024 – Sensi e Sensazioni 

Quarta nostra tappa francigena: da Bagni San Filippo a Radicofani. 

Siamo in vista di questo borgo della Val d’Orcia, di fronte al monte Amiata e non puoi non accorgerti della famosa torre, lì sullo sfondo. È la fortezza del brigante Ghino di Tacco, divenuto signore della città!

Radicofani con i suoi 1200 abitanti è un fiorente borgo medioevale che rappresentava un rifugio importante per i viandanti che si recavano a Roma, seguendo la Via Francigena. Molti i personaggi illustri passati attraverso queste terre tra i quali: Stendhal, Dickens e Goethe. Per i cultori della scuola Della Robbia, da visitare la Chiesa di Sant’Agata e la Pieve di San Pietro, con i tesori di quelle ceramiche.



 


 

 

 

 

Francigena - da Bagni San Filippo a Radicofani

martedì 19 marzo 2024 – Il mio Cammino 

Sveglia alle 8:30, prime abluzioni e poi a visitare il Fosso Bianco e soprattutto la Cascata della Balena, l’enorme blocco di calcare e le sue acque calde e bianco-azzurre, dove alcuni di noi azzardano un bagno più di curiosità che distensivo, vista la temperatura esterna. 

Torniamo soddisfatti alla nostra dimora e, salutati i padroni di casa, cominciamo il nostro cammino verso l’ultima tappa francigena: Radicofani. Chilometri fatti 19,69.


 

 

 

 

 

 

Bagni San Filippo

martedì 19 marzo 2024 - Sensi e Sensazioni

La tappa francigena da San Quirico d’Orcia a Radicofani, permette una deviazione che, in pochi chilometri, ti porta a questa minuscola località del comune di Castiglione d’Orcia, conosciuta fin dall'antichità per le calde acque termali che qui hanno creato un paesaggio magico di bianche formazioni calcaree, cascatelle e piccole vasche calde dove fare il bagno nel mezzo del verde bosco rigoglioso. 

Il Fosso Bianco è un’area piuttosto estesa, dove s’incontrano le prime vasche caratterizzate da acque trasparenti e tiepide. Proseguendo lungo il sentiero che costeggia il fiumiciattolo si giunge alla Cascata della Balena, un enorme blocco di calcare formato dai sedimenti delle bianche acque ipertermali che, mescolandosi al torrente gli conferiscono il tipico colore bianco-azzurro di molto effetto.