lunedì 17 luglio 2023

Luigi da Porto

lunedì 17 luglio 2023 – Sensi e Sensazioni 

Entrando in città a Cividale del Friuli, una targa commemorativa recita: 

“Ora, giungendo in questa provincia, fui messo in una terricciola chiamata Cividal d’Austria… È posta questa terra sopra un bellissimo fiume, detto Natisone, di tanta limpidezza che non ho veduto acqua più pura e che di limpidezza a superi… È sopra il Natisone un ponte di due archi di mirabile architettura… Questo luogo è fabbricato a guisa di gran città…” 

Queste parole sono estrapolate dalla lettera n.44, scritta a Cividale, il 7 aprile 1510 da Luigi da Porto (Vicenza 10 agosto 1485 – 10 maggio 1529) capitano dei cavalleggeri veneti, autore della celebre novella “Giulietta”, di cui fu il protagonista assieme all’amata Lucina Savorgnan del Monte, e che ispirò l’opera “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare.


 

martedì 11 luglio 2023

Spilimbergo

martedì 11 luglio 2023 – Andar per Città 

Spilimbergo, borgo dalle origini antiche, in provincia di Pordenone, è una piccola realtà locale che affascina per la sua doppia anima: medievale e rinascimentale. 

È conosciuta anche per essere la “Città del mosaico” perchè ospita la Scuola Mosaicisti del Friuli, istituita nel 1922 e celebre in tutto il mondo. 

Il piccolo nucleo cittadino, nato intorno al Castello, nel 1300 crebbe così tanto che fu necessario erigere tre cinte murarie. 

Si entra in paese dalla Torre Occidentale, la porta d’ingresso del borgo nuovo, conosciuta anche come ‘Porta Nova’, che faceva parte della terza cerchia muraria, presenta sulla facciata esterna l’affresco di un leone marciano. 

Da qui, proseguendo verso Corso Roma, la via principale della città, ricca di storici palazzi affrescati e caratteristici vicoli e portici, si può ammirare: il Palazzo Monaco che si congiunge ai resti di Palazzo Cisternini e il Palazzo Marsoni-Asquini. Tra questi due edifici, un tempo, passava la seconda cinta muraria. 

Superata Piazza Garibaldi, si è di fronte alla Torre Orientale che, che fa parte della prima cerchia muraria. Da notare il bellissimo orologio a numeri romani. 

A destra della Torre sorge la Casa Dipinta, con affreschi che raccontano scene della vita di Ercole. 

Si giunge davanti al Duomo di Santa Maria Maggiore, costruito a ridosso dell’antica cinta muraria, della quale inglobò una torre che in seguito fu trasformata in campanile. Esternamente risulta subito evidente il portale in pietra, di Zenone da Campione e, sulla facciata principale, i sette rosoni. Attaccata al Duomo, si trova la Chiesetta di Santa Cecilia, la più antica di Spilimbergo. Il Palazzo della Loggia, detto anche Pergola dove, su una delle colonne è visibile la Macia, un’antica unità di misura della lunghezza delle stoffe, usata negli scambi commerciali.

Un ponte conduce al Castello: un complesso di residenze signorili disposte in cerchio. Tra queste: il Palazzo Dipinto, dal grande effetto scenico, e il Palazzo Tadea. 

Tra il Castello e il Palazzo di sopra, da non perdere la Chiesetta dell’Ancona, caratterizzata da un piccolo e graziosissimo portico sorretto da cinque colonne.


 

 

 

 

 

 

 
 

 

 




Fagagna

martedì 11 luglio 2023 – Andar per Città 

Nel I sec. d.C., la zona era già abitata dai Romani: di qui passava la strada che collegava Iulia Concordia alla Mansio Ad Silanos (Artegna). Nel V-VI sec. risale la fondazione della Pieve di Santa Maria Assunta, che compare però nelle cronache solo nel 1247. Nel 983, l’imperatore Ottone II di Sassonia dona alla chiesa di Aquileia, e per essa al patriarca, cinque castelli tra cui Fagagna: è questa la prima menzione del luogo. 

Si cammina con lo sguardo sempre attento al paesaggio, per incontrare le cicogne acquattate nei loro nidi, sopra i pali della luce o sui camini. 

Il “borgo” è in realtà costituito da sette antiche e distinte borgate. Partendo dal palazzo municipale, si può salire con una bella camminata, al colle del castello attraverso una vecchia strada selciata. In cima si trovano il palazzo della Comunità, inizi del XVI secolo al 1797, e i ruderi del castello. 

Imboccando poi un’altra strada selciata, via Salizzada, si arriva alla pieve di Santa Maria Assunta. La chiesa fu costruita, forse su preesistenze paleocristiane, nel XIII secolo e con il suo campanile che timidamente appare dietro il colle del castello ha vegliato per secoli sulle vicende del borgo. 

Il Castello viene ricordato per la prima volta in un diploma dell’11 giugno 983, con cui l’imperatore Ottone II di Sassonia ne confermava la proprietà alla chiesa di Aquileia. Il fortilizio sorgeva sulla collina che sovrasta il paese. Esso rivestì un ruolo importante nelle vicende dello Stato patriarcale, soprattutto durante i secoli XIII e XIV. Nel corso del Quattrocento venne poco a poco abbandonato dagli abitanti finché nel 1511 subì l’incendio durante la rivolta contadina del Giovedì Grasso e il terremoto che si verificò pochi giorni dopo. La parte più antica dei ruderi oggi visibili risale perlomeno al XII secolo, con aggiunte di costruzioni e rimaneggiamenti fino al tardo secolo XV. Si presume invece che abbia origini longobarde la chiesetta di San Michele Arcangelo, che fungeva da oratorio castellano. 

Nel 1250 è conquistato col tradimento da Ezzelino da Romano, signore di Treviso. XIV sec. Nel 1797, con la fine della Repubblica di Venezia, il Friuli diventa territorio austriaco fino all’annessione all’Italia nel 1866.

  


 

 

 
 

 

Santa Maria in Valle

martedì 11 luglio 2023 – Sensi e Sensazioni 

Dalla piazza del Duomo, con una breve passeggiata attraverso una delle parti più suggestive di Cividale, si giunge al Tempietto Longobardo, monumento di grande prestigio in virtù dell'eccezionalità delle opere d'arte in esso custodite, tanto che per molti il nome stesso della città idealmente si identifica con quello del Tempietto Longobardo. 

Eppure ancora fitto è il mistero che circonda il piccolo edificio. Ne sono ignote sia l'originaria destinazione, che la struttura primitiva, ma questo “oratorio”, divenne il fulcro del convento benedettino di Santa Maria in Valle. 

Intorno alla metà del secolo VIII venne edificato un monastero benedettino per le giovani longobarde, nella zona della Gastaldaga o (Curtis regia). La leggenda vuole che la fondatrice del monastero di Santa Maria in Valle fosse una regina identificata tradizionalmente con la figura di Piltrude. Questa nobildonna longobarda, non fu certo regina, ma cofondatrice, insieme ai figli, Erfo, Marco e Anto, di altri due cenobi in Salt e Sesto al Renghena nel 762. L’identità, quindi, di questa regina è oggi sconosciuta: alcuni studiosi ritengono che la fondatrice fu Tassia, moglie del duca Ratchis. È più probabile invece che a fondare il monastero fosse stata Giseltrude, moglie del re Astolfo e cognata di Ratchis, che sicuramente qui si ritirò. Notizie certe riguardanti il Monastero si hanno da fonti di archivio: nel 1830 un atto dei regnanti Lotario e Ludovico (figlio e nipote di Carlo Magno) fece passare il Convento sotto la superiorità spirituale del Patriarca Massenzio. Nel 888 le monache del monastero di Salt (fondato dalla nobildonna Piltrude), si ripararono a Cividale dopo che il loro sacello fu distrutto da un’alluvione (Piltrude fu sepolta in Tempietto dove sono ancora visibili le lastre marmoree della sua urna. Ancora nell’890, a causa dell’aumento del numero delle monache residenti, Berengario I, duca del Friuli, donò tutti i palazzi della Gastaldaga (compreso il Tempietto longobardo) al sacello cividalese.