martedì 31 maggio 2016

Picasso e Don Chisciotte

martedì 31 maggio 2016 - Sensi e Sensazioni

Miguel de Cervantes Saavedra pubblicò il romanzo di Don Chisciotte nel 1605 e nessuna opera ha ottenuto così tanto successo nella storia della letteratura mondiale, diventando fonte di ispirazione per la pittura, la scultura, l’arte, la letteratura, la filosofia, il cinema, il teatro e la televisione. 

Nelle arti visive, la figura di Don Chisciotte è stata ricreata innumerevoli volte da un nugolo di artisti.

Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno Crispin Crispian della Santissima Trinità Picasso y López Ruiz Blasco, o semplicemente Pablo Picasso era il nome del disegnatore pittore, e scultore spagnolo, nato nel 1881 a Malaga. Il suo genio ha segnato il ventesimo secolo e ha cambiato per sempre il corso dell'arte contemporanea.


Il suo Don Chisciotte è ampiamente riconosciuto come una delle più importanti rappresentazioni. 
Nel 1955, l’artista fece un disegno a china, in uno stile molto diverso rispetto a precedenti periodi Blu, Rosa, e Cubista, che fu stampato su una rivista e poi riprodotto in una grande varietà di forme. 
L'immagine iconica può essere trovata oggi su manifesti, t-shirt, e perfino tatuaggi. Ma le origini del disegno non sono state così ampiamente definite.

Le linee in neretto, quasi scarabocchi, lasciano un segno indelebile sullo sfondo bianco. Pennellate pesanti, forse modificate più volte. Le figure laconiche e deformi, diventano drammatiche.
Anche se le due figure sembrano essere ferme, il disegno è pieno di movimento, le linee esuberanti e l'effetto complessivo accattivante e di un umorismo brillante.



sabato 28 maggio 2016

La pazza gioia di Paolo Virzì

sabato 28 maggio 2016 - Andiamo al Cinema


Sabato azzeccato con un bel film, questo di Paolo Virzì, come inno alla vita e alla voglia di esistere. 

Due donne psicopatiche, Valeria Bruni Tedeschi, ricca e raffinata, molto logorroica e diventata amante di un criminale e  Micaela Ramazzotti, ragazza psicologicamente fragile, abbandonata da meschini genitori e tormentata dal ricordo di un figlio che le è stato sottratto e dato in adozione. Il film si dipana attraverso l’amicizia di queste due donne che ricordano un altro grande film: Thelma e Louise, nella loro fuga. Due grandi interpretazioni e la certezza, sottolineata da tutta la trama, che il disagio sociale e la “pazzia” siano dovute e accresciute dalla mancanza di affetto.

Un film che trova un percorso di infiniti sentimenti, ben guidati da un’ottima regia e che alla fine sbocca nella commozione.

venerdì 27 maggio 2016

Addis Ababa - Università

4 maggio 2013 - La rivelazione Amhara

L’università dell’Etiopia con ben 7 campus, fu fondata nel 1950 e sino al 1962 venne chiamata Collegio universitario di Addis Abeba. Dal 1962 al 1975 fu intitolata all'imperatore Hailé Selassié e dopo la deposizione dell'imperatore, ha assunto il nome attuale. 
E’ inoltre sede dell'Istituto di Studi Etiopici e del Museo Etnografico.

Il Museo Etnografico nel palazzo, vecchia residenza di Hailè Selassiè, offre un’affascinante panoramica sulle ricche culture dell’Etiopia.
Le parti dedicate all'artigianato locale, alle regioni e alle popolazioni sono un ottimo punto di partenza per iniziare a comprendere la ricca diversità etnica dell'Etiopia. All'interno del museo vi è anche una sorprendente gamma di croci sacre, trittici e affreschi, nonché il bagno e la camera da letto di Hailé Selassiè.

Una curiosa scala a chiocciola, vicino all’ingresso principale del palazzo, sale vertiginosamente al cielo. Realizzata dagli italiani a simbolo della dominazione fascista, consta di tanti gradini quanti sono gli anni in cui Mussolini fu al potere (a partire dalla marcia su Roma del 1922). 
Un piccolo leone di Giuda (emblema della monarchia etiopica) si erge vittorioso sull’ultimo scalino, come un esultante segno d’interpunzione alla fine di una fase dolorosamente lunga.

L’inquilino della scala è l’amico Paolo.












mercoledì 25 maggio 2016

Il cammino del Nord

mercoledì 25 maggio 2016 - Il mio Cammino

Il cammino del Nord è il più antico e il meno praticato perchè piuttosto duro e impegnativo. Inizia a Irùn (frontiera franco/spagnola), segue il litorale con alcune deviazioni verso l’interno e attraversa le province del nord: Euskadi (Paìs Vasco), Cantabria, Asturias e Galicia. 
Per noi e il nostro tempo a disposizione, il cammino si fermerà a Santander, ma già 270 km e paesaggi stupendi ci ricompenseranno della nostra fatica.

25 giugno - Aereo Orio al Serio 11:30 - Santander 13:50.  
Autobus ALSA: Santander 17:00 - Irun 20:10. 
Pernottamento: Pensiòn Lizaso, Calle Aduana 5, Irun. 

26 giugno - 1^ Tappa: da Irun a San Sebastiàn, 26,1 km.
La prima tappa del cammino è abbastanza dura soprattutto per i dislivelli.
E’ comunque bellissima: si sale sul monte Jaizkibel e si percorre la cresta arrivando a Pasajes San Juan, prima rìa del Cammino, una località con scritte sui muri e manifesti, in tipico stile basco. Si sale ancora sino al monte Ulìa ed è subito San Sebastiàn: la città appare all’improvviso, dall’alto del balcone naturale, in un contatto visivo strepitoso. Sono indispensabili quattro passi sulle tre belle spiagge cittadine e nel centro storico.  

27 giugno - 2^ Tappa: da San Sebastiàn a Zarautz, 19,7 km.
Lasciando la bellezza, ma anche la confusione di San Sebastiàn, si naviga su e giù per le verdi colline basche, con lo sfondo dell’oceano. Grandi spazi sulla costa gipuzkoana, si segue la rìa di Orio fin quasi al mare, si supera una collina di vigneti e si scende a Zarautz, ammirando uno splendido panorama.

28 giugno - 3^Tappa:da Zarautz a Deba, 23,5 km.
Abbandonato Zarautz ci si immerge nei vigneti di Txakolì, con una meravigliosa vista su Getaria. Sulle colline tra campi e boschetti si percorre un’altra bellissima e panoramica discesa sulla ria di Zumaia. Si abbandona così la costa e si cammina in saliscendi tra fitti boschi e prati, risalendo sino a Itziar. Poi in picchiata sino a Deba per ritrovare l’oceano.

29 giugno - 4^ Tappa: da Deba a Markina
24,2 km.
Lasciato il mare che non si vedrà per qualche giorno, si entra in paesaggi montani: forti sali scendi sino a 500 metri di altitudine. E’ una tappa immersa nel verde: nella prima parte con ampi panorami sul mare; nella seconda sulle valli interne.
Panorama stupendo dall’ermita del Kalbario.

30 giugno - 5^ Tappa: da Markina a Gernika - 25,1 km.
Ci si inoltra sempre più in umide valli sino ad uscirne alla collegiata di Zenarrutza. Dopo uno strappo iniziale il percorso è prevalentemente in discesa.
Fitti boschi nella prima parte che poi si alternano a campi coltivati. Un percorso dolce, tranquillo e molto silenzioso.
L’arrivo a Gernika può dare qualche brivido, ripassando la storia della guerra civile spagnola.
  
1 luglio - 6^ Tappa: da Gernika a Lezama
21,1 km.
In questa tappa si scavalca il colle che sovrasta Gernika e che divide la città dalle valli che portano a Bilbao. Raggiunta la sommità del colle, la vista si allarga. Da qui si prosegue in saliscendi attraverso piacevoli boschi per poi scendere nella valle che porta verso l’aeroporto di Bilbao. Si inizia a sentire la vicinanza della città.

2 luglio - 7^ Tappa: Lezama - Bilbao
15,5 km. Visita alla Città e al Guggenheim.
Tra Lezama e Bilbao c’è solo il monte Avril, una collina che non raggiunge i 500 metri di altitudine, da percorrere per raggiungere la cresta, percorrerla per un tratto e poi discendere verso la città, in un percorso aperto e gradevole. A destra si intravvede la valle di Lezama, con l’aeroporto e quella di Bilbao con la zona industriale e e l’estesa periferia. L’ingresso alla città è rapido e piacevole. L’ultimo tratto è addirittura un antico lastricato che conduce in pieno centro.
Bilbao è una bellissima città che con voglia e tempo deve essere visitata.

3 luglio - Trasferimento Bilbao-Portugalete in metro.
8^ Tappa: da Portugalete a Castro Urdiales
21,9 km.
A Portugalete ci aspetta il Puente Colgante che la collega a Getxo. Patrimonio dell’umanità, porta la firma di Gustave Eiffel nel 1893 e chiama un passaggio anche senza motivo. Siamo in Cantabria e le linee della costa si addolciscono. Il percorso è tutto vista oceano, con panorami amplissimi. 

4 luglio - 9^ Tappa: da Castro Urdiales a Laredo, 26,7 km.
A Castro da non perdere il centro storico, la stupenda chiesa di Santa Maria de la Asunciòn, il faro/castello, il ponte medievale, l’ermita di Santa Ana sul promontorio. Laredo è un centro di turismo balneare, conserva però un centro storico medievale che merita una passeggiata per le vie acciottolate. Camminando lungo la spiaggia e arrivando alla punta del promontorio, si può utilizzare un servizio barche per superare il fiume e andare a dormire a Santona.

5 luglio - 10^ Tappa: da Santona a Guemes
23,4 km.
Dall’alto del Brusco si gode di una vista strepitosa verso la rìa di Santona e un’altra verso la lunga spiaggia di Noja. Si può camminare a lungo sulla battigia. Poi si ritorna verso l’interno e, su e giù per morbide colline, in un tranquillo paesaggio agricolo, si arriva a Guemes dove c’è il più bel Albergue di tutto il cammino.

6 luglio - 11^ Tappa: da Guemes a Santander
33 km.
Ancora campi e boschetti. Da Galizano, per uno stupendo percorso lungo la costa si giunge a Somo. Attraversato il centro abitato, si arriva alla grande rìa fino all’imbarcadero del traghetto che fa spola con Santander.

7 luglio - Visita alla città capitale della Cantabria, alla cattedrale con due chiese sovrapposte e passeggiata turistica al porto peschereccio, nel borgo di Sardinero, con tanti ristoranti di pesce. 
Aereo Santander 20:05 - Orio al Serio 22:20.


Stonehenge e Cerchi Megalitici

mercoledì 25 maggio 2016 - Sensi e sensazioni

I cerchi megalitici del Wiltshire sono formati da blocchi di 30-40 tonnellate di arenaria silicea molto dura, scavata a 30 chilometri di distanza dal sito. Le pietre provenienti dai monti Preseli sono invece quelle del cerchio interno, più piccole, che pesano circa quattro tonnellate e sono composte di dolorite e riolite.



Uno dei misteri che assillava gli studiosi era il “come” tribù neolitiche di 4000-5000 anni fa, avessero trasportato monoliti di alcune tonnellate di peso, dai monti Preseli nel Galles, distante più di 200 chilometri, fino alla piana di Salisbury.



Gli studenti dell’University College di Londra hanno realizzato una slitta a forma di “Y”, sulla quale hanno caricato una pietra molto pesante dimostrando la possibilità di trasportarla per lunghe distanze e da poche persone, per circa 1,6 km all’ora.




Restano adesso da svelare i misteri legati al significato dei cerchi e al loro utilizzo.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    
                                                                                                                                                             
                                                                                                                                                                                                                                                           
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                         





sabato 21 maggio 2016

Money Monster di Jodie Foster

sabato 21 maggio 2016 - Andiamo al Cinema


Un film dalla trama prevedibile, ma che però si guarda tutto fino in fondo senza annoiarsi e talvolta sorridendo. La fine è ancor più prevedibile e addossa la colpa di tutto ad un solo uomo avido di denaro, quando si sarebbe potuto sviscerare un centinaio di problemi che attanagliano il mondo della finanza e della vita in velocità, che ci accomuna.

Money Monster è una trasmissione sulla finanza, condotta da George Clooney, che invita a investire sui titoli in borsa. In studio irrompe però Jack O'Connell che ha investito i propri guadagni su un'azienda i cui profitti sono appena crollati, facendogli perdere tutto. Il ragazzo minaccia di far saltare in aria Clooney, se il proprietario di quell’azienda non si presenta a spiegare il proprio operato. 
Il finale è scontato perchè nei film americani, chi commette un reato di questo genere, è destinato ad essere abbattuto dall’intervento delle forze speciali, ma l’intervento invece della regista, con quel nome e alla sua quarta prova, poteva lasciar ben sperare in un’altre soluzioni.

Qualche battuta felice e le prove di Clooney e Julia Roberts, bastano a far passare un centinaio di minuti di discreto intrattenimento.

venerdì 13 maggio 2016

“Pizza e Fico” di Massimo Gramellini

venerdì 13 maggio 2016 - Pensieri e parole da condividere

I politici non sono geneticamente ladri. Non più di quelli che li votano e che al loro posto si infilerebbero nelle stesse trappole e subirebbero le stesse tentazioni. Il giorno in cui si accetterà questa umile premessa, si comincerà a combattere davvero la corruzione. Nell’unico modo possibile, che non consiste nel cambiare la natura umana o sostituire un politico con un altro, ma nel ridurre i passaggi burocratici che favoriscono mazzette e raccomandazioni. Invece i Cinquestelle si illudono che basti mettere Di Maio al posto di Renzi e «Dibba» a quello della Boschi per avere una classe dirigente senza macchia e senza paura. La realtà si sta incaricando di contraddirli, facendo piovere avvisi di garanzia sulla schiena dei sindaci del movimento. Cosa abbiano fatto di male non è chiaro nemmeno a loro: prendere decisioni, in questo Paese, significa spesso compiere atti al limite della legalità.  

Sarebbe ora che i pentastellati lo riconoscessero, invece di continuare a gridare «Onestà onestà» e intanto intestarsi tutte le posizioni in campo. A destra sui migranti ma a sinistra sui diritti, contro la finanza ma a cena con la Trilateral, nemici degli estremisti ma alleati in Europa con un arnese come Farage. Fino al capolavoro degli avvisi di garanzia. All’inizio sostenevano che bastasse riceverne uno per doversi fare da parte. Adesso l’avviso non basta più, se riguarda un sindaco ortodosso come Nogarin. Mentre se casca sui piedi del ribelle Pizzarotti, il triumviro Fico auspica il passo indietro. I Cinquestelle stanno diventando tutto e il contrario di tutto. La condizione ideale, in Italia, per vincere le elezioni.  

La Stampa, 13 maggio 2016

martedì 10 maggio 2016

Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno

martedì 10 maggio 2016 - Andiamo al Cinema


Perso alla sua uscita a novembre, mi ripromettevo di andarlo a cercare per seguire Paola Cortellesi e la sua performance di grande attrice a tutto tondo. Il film poteva essere un’opera credibile se si fosse incentrata sullo strazio di due persone abbandonate dalla società, sulla disperazione di una donna a cui hanno rubato il sogno di una vita semplice, fatta di amore e di poche cose e al contegno di un uomo costretto ad espiare una colpa che non rispetta la vita umana. Invece il regista ha voluto strafare, esagerando con la finzione, mischiando lo strazio di una storia per lasciare spazio ad un sorriso scettico. Un finale affrettato che presenta il dramma di tutto il film con una scena di riappacificazione con la vita che sembra riaggiustarsi.
Un buon film!

domenica 8 maggio 2016

Siena - San Casciano dei Bagni

domenica 8 maggio 2015 - Andar per città

La nascita e lo sviluppo del paese sono legati essenzialmente alla presenza delle acque termali: 42 sorgenti ad una temperatura media di 40 °C con una portata complessiva di circa 5,5 milioni di litri di acqua al giorno, dato che colloca San Casciano al terzo posto in Europa per portata di acqua termale.

La tradizione vuole che sia stato il Lucumone etrusco di Chiusi Porsenna a fondare i "Bagni Chiusini", apprezzati e frequentati successivamente anche dai Romani. 

Già nel IV-V secolo esisteva in San Casciano una pieve intitolata a S. Maria “ad Balneo”.

Girando intorno alla collina su cui è posto il centro storico si arriva al castello con le mura e l’elegante torre. 

Dal belvedere di piazza Matteotti, prima di entrare nel borgo, si ammira uno dei panorami più belli della campagna toscana. 

Voltate le spalle alla moderna fontana in bronzo e pietra realizzata da Bizhan Bassiri, ci si trova di fronte la porta di Sopra, il palazzo Lombardi e le due torri medievali a pianta pentagonale che sono i resti delle antiche fortificazioni. 

Salendo per via San Cassiano si raggiunge la collegiata di San Leonardo. Sull’altare maggiore vi è una grande pala del senese Pietro di Francesco Orioli (1490). Adiacente si trova la chiesa di Sant’Antonio risalente al XVI secolo e modificata in stile barocco. 
Al suo interno sono conservate una statua lignea trecentesca della Madonna e opere del contemporaneo Bizhan Bassiri. 

Poco oltre troviamo l’antica piazza del mercato con un pozzo in travertino locale e il palazzo Comunale, fino al XVIII secolo residenza dei Podestà e la chiesa di Santa Maria della Colonna, il monumento più antico di San Casciano (XI secolo), edificato su un tempietto dedicato alla dea della salute Igea, risalente al V secolo d.C.














Siena - Celle sul Rigo

domenica 8 maggio 2015 - Andar per città

In una posizione più aperta di San Casciano dei Bagni, suo capoluogo, era già una pieve attestata nel 1275-1277.

L'origine del nome pare derivare da celle sacre o celle vinarie, le numerose grotte che si trovano sotto il paese. Scavate nel tufo, usate come rifugi in tempo di guerra durante i bombardamenti, sono oggi utilizzate in qualche caso come cantine.

Frontiera nel medioevo tra Orvieto e Siena e, in età moderna, tra Stato Pontificio e Granducato di Toscana, ha sempre destato interesse. Il passaggio della via Francigena lo rendeva tappa obbligata.

Vie perfettamente diritte, collegate a una piazza troppo per le attuali dimensioni del paese, ha fatto ipotizzare che il castello medievale possa essere stato edificato su un precedente castrum romano o longobardo.

Della cinta muraria medievale non rimane quasi nulla. Tre erano le porte del paese e tre le torri angolari di cui l'unica rimasta è oggi utilizzata come torre campanaria. Di notevole interesse sono i numerosi palazzi con caratteri rinascimentali.

In paese si trovano le chiese di San Paolo Converso, di San Giovanni e della Madonna delle Grazie.

Caratteristica è la piccola piazza del Pozzo, dove esiste ancora un'antica cisterna su cui sono incisi i nomi dei priori che, nel 1610, la ristrutturarono.













Da Radicofani a Acquapendente

domenica 8 maggio 2015 - Il mio cammino

Una delle più belle tappe della via Francigena

Nel settimo secolo, in pieno alto medioevo, l’Italia era contesa tra Longobardi e Bizantini. Era pertanto strategico che il Regno di Pavia fosse collegato con i ducati meridionali, da una via sicura che valicava l’Appennino in corrispondenza del passo della Cisa, arrivava a Siena e quindi attraverso le valli d’Arbia e d’Orcia raggiungeva la Val di Paglia per entrare nel Lazio sulla via Cassia sino a Roma. Tale percorso prese il nome di “Via di Monte Bardone”.

Quando la dominazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi, la Via cambiò il nome in Via Francigena, ovvero “strada che viene dalle France”, il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa, lungo il quale transitavano mercanti, eserciti, pellegrini.

Tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse una notevole importanza. I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago de Compostella e Roma e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede. 

Grazie ai diari di viaggio e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, fu possibile ricostruire l’antico percorso della Francigena, versione più "filologica" del percorso.