martedì 27 ottobre 2015

Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino

martedì 27 ottobre 2015 - Andiamo al Cinema


Forse una grande interpretazione della premiata e mia preferita Valeria Golino, forse. Forse un film ambizioso che vuole trasmettere più di quello che si vede, forse. Il grigiore della pellicola, in bianco e nero, la difficoltà di capire le battute sussurrate e in napoletano, fanno di questo film una sofferenza ad arrivare alla fine.
Non tutto è da buttare; Anna, l’interprete spicca con la sua personalità, i linguaggi diversi utilizzati e il colore lasciato solo per i ricordi incubi, ne fanno forse una pellicola curiosa e fantasiosa, ma è un film che alla fine annoia.

venerdì 23 ottobre 2015

The Walk di Robert Zemeckis

venerdì 23 ottobre 2015 - Andiamo al Cinema


Il 7 agosto del 1974 il funambolo francese Philippe Petit realizza il suo sogno, qualcosa di impossibile, qualcosa che nessuno farà mai più.

A 412 metri da terra, la sua passeggiata in cielo fra le due torri, ricostruite in digitale e la visione in 3D, contribuiscono a dare un senso di vertigine che non avevo mai provato al cinema. 

Dopo Everest, non poteva mancare questo film per lasciarti col fiato sospeso e per capire la differenza tra normalità e pazzia di chi tende a realizzare il suo sogno estremo.

La prima parte, quella della preparazione dell’impresa, dalla progettazione meticolosa, con frustrazioni, problemi e infinite difficoltà, dal reclutamento dei complici, fino alle perlustrazioni segrete nelle torri ancora in costruzione, scorre in un ritmo normale, quasi noioso. 

La parte finale invece, ti lascia senza fiato, ti avvolge completamente e ti ricompensa del sovrapprezzo degli occhialini.

Un grande regista, in questi giorni rivisitato per la trilogia di “Ritorno al Futuro”, che ha saputo spiegare la pazzia come atto di “estasi e bellezza”.

martedì 13 ottobre 2015

La mia Expo - A volte ritornano...

mercoledì 13 ottobre 2015 - Sensi e Sensazioni

Ho voluto rifare l’esperienza di una giornata nel frastuono e nella confusione, per cercare nuove sensazioni, dedicandomi o meglio dedicandoci, perchè eravamo 5 amici, ad assaporare con maggior positività quanto una manifestazione del genere, riesce ad offrirti.

E in questa grande fiera di un grande paese, dove ci sono tanti padiglioni che dovrebbero meravigliarti con i loro contenuti e farti riflettere sul tema della loro presenza, ne è nata una giornata all’insegna della coda e dell’attesa.

La domanda sorge quindi spontanea: ma se si paga un biglietto (alquanto salato) per vedere uno spettacolo e poi, per vari motivi, non dipendenti dalla nostra volontà, l’entrata ci è preclusa, non dovrebbero almeno rimborsarci? Mah! forse non abbiamo capito la filosofia di Expo! 
































A volte capita...

lunedì 13 ottobre 2015 - Good Morning Caldiero




Arancio

martedì 13 ottobre 2015 - Sensi e Sensazioni

l’Arancio
è l'oro del crepuscolo mattutino
è l'aura sorgente nel plenilunio
è il colore delle foglie autunnali
è l’energia che si stacca dal distruttivo fuoco primigenio (rosso),
che si promette “contenuta” nella luce vivificante (giallo)

l’Arancio di San Domenico
Si dice che il primo arancio introdotto in Italia fu quello portato da San Domenico nel 1220 che dalla sua terra d'origine, la Spagna, ne portò un pollone piantandolo nel chiosco della basilica di Santa Sabina, sull'Aventino a Roma.
L'antica pianta seccò, ma non è mai morta del tutto; attraverso i polloni nati dalle sue radici ha continuato a dare frutti, ecco perchè quest'albero è considerato miracoloso.
Pare che le cinque arance candite che Santa Caterina da Siena offrì al papa Urbano VI
provenissero proprio da questo miracoloso albero: si era nell'anno 1379.

l’Arancio nella Storia
La Mezquita di Cordova è uno dei monumenti più importanti della spagna occidentale, simbolo quintessenziale dell'archiettura islamica nella penisola iberica. Si tratta infatti di una moschea di dimensioni colossali, a cui sono stati aggiunte delle sezioni durante l'epoca della dominazione cristiana.
La zona verde più maestosa della moschea è il patio degli aranci (patio de los naranjos): un enorme spazio interno che si estende protetto dalle mura della moschea, punteggiato di arcate, alberi, fiori e fontane.
In questo luogo mistico e rilassante la gente veniva a pregare in solitudine, e lo stesso Averroé
(Cordova, 14 aprile 1126 - Marrakech, 10 dicembre 1198), filosofo, medico, matematico e giurisperito arabo teneva qui le sue lezioni di filosofia.

l’Arancio come Simbolo
L'arancia è un frutto succoso, rotondo, ricco di semi e di spicchi.
È simbolo di fecondità e prosperità e per i suoi colori caldi, ricorda l’amore.
Il suo fiore, leggero, profumato, candido, ne ha assimilato il significato, divenendo augurio di amore, felicità e ricchezza per gli sposi e soprattutto di fertilità per la sposa.
Arancio era il simbolo della Madonna che, recando sia fiori che frutti era inteso come allusione alla miracolosa maternità verginale della madre di Gesù.
Nel 1482 l’arancio avrà un importante risalto nella Primavera del Botticelli, come elemento ornamentale intorno alla figura di Venere.

l'Arancio nell’Arte
Fra le molte altre opere a tema religioso dove compare, si ricorda:
la Madonna dell’arancia di Cima da Conegliano (Venezia, Galleria dell’Accademia),
l’Annunciazione del fiammingo Roger Van der Weyden (Louvre),
la Vergine delle rose di Stefan Lochner (Ricartz Museum),
la Madonna della Tenda di Giampietrino,
la Pala di San Cassiano di Antonello da Messina (Vienna) nel Battesimo di Cristo.
E poi ancora Angelo Poliziano nelle sue Stanze (I, 94) cita l’arancio quale frutto paradisiaco,
equivalente dei pomi d’oro raccolti dalla ninfa Atalanta. 
Pietro Mattioli, medico e umanista, pensava che l’etimologia della parola “arancia” derivasse dal latino aurantia poma, frutti dorati.
Nel Cenacolo di Leonardo l’arancia compare sia nel festone di destra che sulla tavola,
da sola o a spicchi insieme ai cibi, nei piatti.

lunedì 12 ottobre 2015

San Domenico e San Francesco

lunedì 12 ottobre 2015 - Sensi e Sensazioni

A Montefalco, nel Complesso museale e più precisamente nella chiesa di S. Francesco, costruita tra il 1335 e il 1338 dai frati Minori, appare, in tutto il suo splendore, l’abside con il ciclo delle storie di San Francesco, affrescato da Benozzo Gozzoli tra il 1450 e il 1452.

Quarto riquadro della parete a destra

"Quando beata virgo ostendit Xristo beatum Franciscum et beatum Dominicum pro reparatione mundi". 
L’incontro è descritto nella vita di san Domenico tratto dalla "Legenda Aurea". 
Cristo, volendo punire il dilagare dei vizi dell’uomo, decide di scagliargli contro tre lance: lussuria, avidità e orgoglio. Maria lo ferma, mostrandogli l’incontro tra Francesco e Domenico, fondatori degli ordini mendicanti, dalla cui azione scaturirà il risanamento della società.


Fa da sfondo la città di Roma, evocata attraverso la basilica vaticana e la presenza dell’obelisco. A sorpresa però, essa si erge in mezzo a uno splendido paesaggio naturale: la vallata umbra vista da Spoleto. 

Il Gozzoli è soprattutto un grande paesaggista, e ritaglia, anche in questa scena romana, uno scorcio da dedicare alle verdi colline umbre, che, forse, rispetto alle architetture urbane, gli appaiono più indicate per riflettere la spiritualità dei due uomini, nei quali è riposta ogni speranza di rinnovamento della Chiesa.

martedì 6 ottobre 2015

I Tesori di Santa Sabina - Il Chiostro

martedì 6 ottobre 2015 - Sensi e Sensazioni

Uno tra i più belli di Roma: molto ampio e a pianta rettangolare, presenta le gallerie divise in campate da pilastrini quadrati in mattoni. Le campate, sette sui lati lunghi e sei sui lati corti, sono formate da quattro archetti sorretti da colonnine di marmo, in alternanza singole e binate, che poggiano sullo stilobate. 

La sopraelevazione cinquecentesca compromise la staticità delle gallerie, nonostante l'impiego delle volte che sostituirono l'antico tetto; fu quindi necessario incorporare alcune colonnine dentro i mattoni, per sostenerle, evitando che cedessero sotto il peso del piano superiore.

Sul corridoio d’entrata è possibile vedere la finestrella della cella originaria di San Domenico, che si affaccia sul chiostro.













I Tesori di Santa Sabina - La Schola Cantorum

martedì 6 ottobre 2015 - Sensi e Sensazioni

Del IX secolo, è collocata verso il fondo della navata centrale. Ricostruita nel 1936 con frammenti dei pilastri e dei plutei originari dal V al IX secolo.




Le lastre del pluteo che la circondano sono variamente decorate con girali, motivi vegetali, croci e ruote di stile longobardo, intrecci e nodi.

Si notano in particolare Nodi di Salomone, nella variante ogivale tipica del periodo paleo-cristiano, e Nodi Trinitari a tre lobi.