martedì 6 giugno 2023

Lanciano

mercoledì 7 giugno 2023 – Apulia, uno stato d’animo 

Le nostre ferie volgono al termine! È ora di lasciare la meravigliosa Puglia e puntare verso casa. Per noi che torniamo, c’è sempre qualcuno che parte. I nostri amici che ci daranno il cambio in queste splendide spiagge, sono partiti oggi e così decidiamo un incontro “casalingo” in quel di Lanciano, per scambiarci qualche impressione e per visitare questa cittadina che ha molto da offrire.

Siamo in provincia di Chieti, in Abruzzo, nel centro più importante della Val di Sangro e meta di pellegrinaggi grazie al suo miracolo eucaristico. 

La chiesa di San Biagio è il primo monumento che s’incontra quando si sale in centro storico. È un edificio estremamente antico fondato nel 1059 e presenta una struttura squadrata e molto semplice. Il massiccio campanile risale al XIV secolo ed è dotato di un portale in stile gotico.

Procedendo verso il centro si possono notare le botteghe medievali, in piazza dei Frentani, luogo in cui risiedono dal quattrocento. La testimonianza delle botteghe è proprio nella forma di questi grandi archi gotici. Sono note come botteghe di Nicolao, dal nome di Nicolaus Rubeus, che fece costruire questi edifici in stile gotico borgognone.

La chiesa di Santa Croce, mimetizzata tra gli edifici, fu costruita nel 1583 e prese il posto della casa di Giacomo Stasio e sua moglie Ricciarella. Qui nel 1273 avvenne il secondo Miracolo Eucaristico di Lanciano, quando un’ostia prese a sanguinare.  La leggenda vuole che Ricciarella avesse intenzione di riconquistare suo marito e per farlo si rivolse ad una fattucchiera che le suggerì di prendere un’ostia consacrata durante la comunione e di metterla sul fuoco, trasformandola in polvere e di darla poi insieme al cibo a suo marito. Questo avrebbe dovuto riaccendere la passione tra i due. Ricciarella seguì le istruzioni e una volta a casa mise l’ostia su un coppo, il quale si trasformò in carne sanguinante macchiando il contenitore in cui si trovava. La donna, spaventata, vi gettò cenere e cera liquefatta, ancora oggi in parte visibili sulla reliquia. Ricciarella decise di nascondere la carne e l’ostia avvolgendole in un lino e mettendole nella stalla insieme all’immondizia della casa. Quando suo marito rientrò insieme al suo asino trovò che l’animale si rifiutasse di entrare. L’asino venne preso a bastonate e forzato a entrare, ma si inginocchiò, come in adorazione, davanti al luogo in cui era nascosto il Miracolo Eucaristico. La donna mantenne il segreto per sette anni, fino a quando non raccontò il fatto al curato del convento di Sant’Agostino, che corse a casa e recuperò il Miracolo ancora intatto. Questo Miracolo Eucaristico è noto come Frija Criste e pochi decenni dopo fu traslato a Offida, dove risiede tuttora.

La chiesa di Sant’Agostino, risale al trecento ed è dotata di un grande rosone incorniciato da bassorilievi finemente scolpiti.

Uno dei primi simboli della città è la torre di San Giovanni o torre della Candelora, che sorge in mezzo alla piazza ed è di origine trecentesca. È ciò che rimane della chiesa medievale di San Giovanni, demolita durante i secoli.

Il teatro comunale Fenaroli, titolato al musicista locale vissuto nel settecento, risale al 1834, quando fu eretto sui resti della chiesa di San Giuseppe Calasanzio.

L’appuntamento con gli amici è in piazza Plebiscito, nel centro rialzato e in posizione panoramica, qui la storia parla, attraverso una moltitudini di monumenti. Rappresenta l’antica curtis anteana, cioè il punto di incontro dei vari traffici commerciali cittadini, ma anche il collegamento con la chiesa dei Monaci Basiliani.

La basilica della Madonna del Ponte, uno dei più antichi santuari mariani di tutto l’Abruzzo, con origine dovuta a un’icona della Madonna dipinta sul ponte medioevale di Diocleziano, che collega la città col piano delle fiere e sostituisce un più antico ponte romano.

La chiesa di San Francesco, nota come Santuario del Miracolo Eucaristico e la sua reliquia. La struttura nasce su un primo edificio che ospitava il convento dei Santi Legonziano e Domiziano. Ancora prima pare che qui ci fosse una piccola chiesa costruita nel luogo in cui venne ucciso il centurione lancianese Longino, ovvero colui che si convertì dopo aver trafitto il costato di Cristo in croce. 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Peschici

martedì 6 giugno 2023 – Apulia, uno stato d’animo 

Dopo la scoperta di Vieste e del suo centro storico, puntiamo verso Peschici, siamo sulla Strada Garganica, fra dossi ricchi di vegetazione che ora strapiombano sull’Adriatico e ora digradano dolcemente verso tranquille baie che servono da riparo alle barche da pesca. Poco dopo ci si trova davanti all’alto promontorio roccioso coronato dalle bianche case di Peschici, pittoresco e caratteristico paese dall’aspetto orientale culminante in un castello che si erge sul ciglio della rupe a picco sopra il mare. Ai piedi del borgo si estendono la spiaggia e il porticciolo, fronteggiati dallo scoglio dei Monacelli. 

Decidiamo però di trascorrere la notte alla Baia di San Nicola, a pochi chilometri dal centro. Il posto è molto carino, ma l’acquazzone pomeridiano ci limita nello scoprire il mare quindi trascorriamo la serata tranquillamente in questo tranquillo campeggio.

Il mattino ci vede esplorare il centro storico di questa piccola, ma famosa località balneare molto suggestiva, una delle mete preferite dai turisti. 

Le prime notizie sulle sue origini risalgono al 970 d.C., anno in cui gli Schiavoni, per ordine di Ottone I, riuscirono ad allontanare definitivamente i Saraceni. Successivamente fondarono il primo nucleo abitativo chiamato Pesclizio nato sulle rovine di un casale distrutto dai Saraceni. 

Sul culmine di un costone roccioso che strapiomba nel mare sorge il Castello dal quale si gode un panorama mozzafiato su un bel tratto della costa garganica.

Sembra sia stato costruito nel X secolo dagli slavi chiamati per scacciare i saraceni e in seguito tutta la popolazione si raggruppò nei pressi di tale struttura per godere di maggiore protezione da eventuali attacchi nemici.

Un groviglio di viuzze e stretti vicoli salgono inerpicandosi su di un costone roccioso. Le case sono di un bianco accecante e hanno la tipica cupola terminale invece del classico tetto.

La Chiesa di Sant'Elia è la Chiesa Madre di Peschici, costruita intorno al 1200 con grossi massi di pietre marmoree, proveniente dalle cave della zona.