domenica 29 marzo 2015

Mantova

domenica 29 marzo 2015 - Andar per città

Anticamente circondata da quattro laghi formati dal fiume Mincio, è una città particolare: per lo skyline che ti colpisce appena arrivi, per la storia dei Gonzaga, la dinastia che regnò più a lungo in Europa; per la chiesa che custodisce il Santo Graal; per l’ambientazione del “Rigoletto” di Giuseppe Verdi; per il Palazzo più grande d'Europa; per la “Camera degli Sposi”, capolavoro di Andrea Mantegna; per la nascita di Virgilio, il più grande poeta classico; per l’acquisto del veleno da parte del Romeo di Shakespeare; per “la Gazzetta di Mantova”, il quotidiano più antico del mondo e per tantissime altre cose da gustare sul posto.




















Mantova e Rotonda di San Lorenzo

domenica 29 marzo 2015 - Andar per città

In piazza delle Erbe è assolutamente da visitare questa chiesa, la più antica della città, costruita nel XI secolo, probabilmente per volere di Matilde di Canossa.

Ispirata alla Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, è un notevole esempio di arte romanica. 

Articolata su una pianta centrale circolare, completata da un'abside semicircolare, con frammenti di affreschi dei secoli XI-XII, raro esempio di pittura romanico-lombarda, di chiara scuola bizantina.







Mantova e Sant’Andrea

domenica 29 marzo 2015 - Sensi e Sensazioni

La Basilica di Sant'Andrea, è la più grande chiesa di Mantova e un capolavoro rinascimentale.

Progettata da Leon Battista Alberti “più capace più eterno più degno più lieto”, fu edificata a partire dal 1472. 

Nella cripta è custodita all'interno dei Vasi Sacri la reliquia del "Preziosissimo Sangue di Cristo" portata a Mantova da Longino, il centurione romano che trafisse con una lancia il costato di Cristo. 

La prima cappella a sinistra è il monumento funebre di Andrea Mantegna.










Mantova e Basilica palatina di Santa Barbara

domenica 29 marzo 2015 - Sensi e Sensazioni

All’interno del Palazzo Ducale, o reggia dei Gonzaga o Palazzo Reale ai tempi di Maria Teresa d’Austria regnante, c’è una chiesa di corte considerata un capolavoro sia da chi la volle (Guglielmo Gonzaga) sia dal progettista (Giovan Battista Bertani).

Fu edificata in due fasi, dal 1562 sino al 1572. La sua struttura architettonica è decisamente singolare. Il campanile in mattoni è sormontato da un singolare e caratteristico tempietto rotondo.

Santa Barbara fu dotata di numerosi privilegi: dall'esenzione dal controllo vescovile, alla possibilità di fregiarsi di un rito proprio, diverso da quello romano. Fu pensata come sede delle fastose cerimonie liturgiche corredate da musiche sacre di altissimo livello (Claudio Monteverdi), la vera passione del duca, grazie anche al prezioso organo Antegnati.

All'interno, nei due altari laterali, sono collocate due grandi tele: Il battesimo di Costantino e Il martirio di sant’Adriano e la pala nel presbiterio con Il martirio di santa Barbara del Brusasorci .









Mantova e Santa Maria della Vittoria

domenica 29 marzo 2015 - Sensi e Sensazioni

Un piccolo gioiello racchiuso nel centro di Mantova, che vale la pena di scoprire è la chiesa di Santa Maria della Vittoria, fatta edificare dal Marchese Francesco Gonzaga nel 1496 in memoria della vittoria ottenuta contro l'esercito Francese comandato da Carlo VIII, nella battaglia di Fornovo presso il fiume Taro, su richiesta del suo consigliere, frate Girolamo Redini, fondatore della Congregazione degli eremiti di Santa Maria in Gonzaga.






La Madonna della Vittoria è una grande pala d'altare, tempera su tela (280 x 166 cm) di Andrea Mantegna, realizzata nel 1496 come ex voto di Francesco II Gonzaga dopo la vittoria di Fornovo, e conservata al Museo del Louvre a Parigi.
La copia, a grandezza naturale nella chiesa e che vale l’originale, dà la possibilità di gustare in tutta tranquillità, la grandezza del suo autore, tutte le allegorie e i personaggi che la compongono.


Mantova e Mirò

domenica 29 marzo 2015 - Sensi e Sensazioni

Domenica fuoriporta con le escursioni della Biblioteca di Colognola, per contemplare e gustare, alle Frutterie di Palazzo Te, la mostra di Joan Mirò.




L’esposizione ospita 53 opere degli ultimi trent’anni dell’artista, che però lasciano il visitatore con l’amaro in bocca, specialmente nel non “ritrovare”, almeno in parte, i tanti capolavori, visti nei vari musei europei. Se pur vero che le tematiche in cui è diviso lo spazio creativo, sono perfettamente centrate nelle aree a loro dedicate, il Mirò, che i non addetti ai lavori riconoscono, non fa nemmeno capolino in questa mostra. Se Mirò è l’artista del colore, qui è il bianco/nero che la fa da padrone, se la suggestiva ricostruzione degli studi, con tutti gli oggetti, i pennelli e gli strumenti dell’artista catalano è interessante, la delusione è grande nel non incontrare, come dice Prévert “un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni” oppure le opere che emanano “quell’aspetto onirico e allucinatorio grazie all’impiego di colori forti e decisi come il giallo, il nero, il rosso o il blu”. 




venerdì 27 marzo 2015

Ho ucciso Napoleone di Giorgia Farina

venerdì 27 marzo 2015 - Andiamo al Cinema


Finalmente una commedia italiana degna di essere vista senza torcere il naso. Un film che non prende sul serio alcuna denuncia sociale, pur presentando tutti i difetti della nostra società. Non è una commedia impegnata e le caratterizzazioni dei personaggi, se pur fatte da bravi attori, non vogliono lasciare alcuna traccia di lezione morale. Il film è una piacevole sorpresa, lontana dalla volgarità, dalle battute scontate per far ridere e dal facile sentimentalismo che individuano spesso la nostra cinematografia. Piacevole e riuscita colonna sonora, difficoltà a capire i dialoghi, ma tutto sommato, una piacevole pellicola.

mercoledì 25 marzo 2015

La Rana e lo Scorpione ovvero Il potere della stupidità

mercoledì 25 marzo 2015 - Sensi e Sensazioni


La bellissima immagine, omaggio dell’amico fotografo-filosofo Siro, mi invoglia a ricordare l’attualità di questa “Favola” dalle origini sconosciute:

Uno scorpione vuole attraversare un fiume, ma non sa nuotare. Chiede a una rana di traghettarlo. La rana non si fida, ma lo scorpione la rassicura: “se ti pungessi annegherei”. 
La rana generosamente accetta, ma a metà percorso lo scorpione la colpisce con il suo aculeo velenoso. La rana, disperata e morente, gli chiede “Perché?”. 
Lo scorpione, prima di morire annegato, risponde “È la mia natura”.

Dalle più remote origini della preistoria fino alle cronache quotidiane dei nostri giorni, rimane fra le più insidiose forme di stupidità il fatto che un essere umano possa nuocere a sé e ad altri senza alcun comprensibile motivo, solo perché “è nella sua natura”.

venerdì 20 marzo 2015

Suite francese di Saul Dibb

venerdì 20 marzo 2015 - Andiamo al Cinema


Il film, ben confezionato, racconta di un villaggio francese nei primi tempi dell’occupazione tedesca, e l’amicizia amorosa tra l’ufficiale tedesco Bruno (Matthias Schoenaerts) e la giovane francese Lucille (Michelle Williams) della buona borghesia. 

Il regista riesce a fornire una buona trasposizione filmica del libro della scrittrice Irène Némirovsky, morta ad Auschwitz. 

Ha inoltre il merito di descrivere una storia romantica in una atmosfera drammatica, senza compiacimento, senza cadere nel patetico o nel sentimentale e senza strafare.

La musica “la suite francese” è il leitmotiv che guida i sentimenti che legano i due ottimi interpreti. 
Perfetta Kristin Scott Thomas nella parte della suocera Angellier.

giovedì 19 marzo 2015

“L’ululato” di Massimo Gramellini

giovedì 19 marzo 2015 - Pensieri e parole da condividere

Se avessi vent’anni e mi facessi il sangue amaro tra curriculum e concorsi, sarei molto irritato con Lupi, il ministro mannaro. Gli chiederei con quale coraggio possa ancora sostenere che l’Italia è il luogo delle opportunità per tutti, quando lui e suo figlio hanno appena offerto una dimostrazione plateale del contrario. Nella corruzione elevata a sistema, le mazzette in contanti sono diventate il lubrificante dei poveracci. A certi livelli le persone si vendono e si comprano attraverso i favori. Io regalo una casa a te che firmi un documento a me che trovo un lavoro a tuo cognato che ne darà poi uno a mio figlio. Le chiamano «triangolazioni». Ecco, se avessi vent’anni, sarei stufo di vivere in un Paese triangolare. Ne vorrei uno quadrato. Dove chi sta al governo si rende conto di avere responsabilità superiori a quelle degli altri cittadini. Anche come genitore. Lupi ha detto che al posto del figlio non avrebbe mai accettato in regalo un Rolex da diecimila euro (da un signore che lavorava grazie a suo padre, aggiungo io). Anziché ai giornalisti, avrebbe potuto spiegarlo prima all’interessato.  

Parli così perché non hai figli, mi ha redarguito un amico: qualunque cuore di padre si prostituirebbe pur di aiutare la sua creatura. Ma un ministro non è «qualunque padre». I suoi comportamenti vengono illuminati dai media e diventano modelli che incidono sull’umore di milioni di persone. Come sosteneva Platone, e immagino anche don Giussani, i governanti di una nazione evoluta dovrebbero vivere in una condizione di celibato morale. Se non sono in grado di reggerla, possono sempre fare altro. Per esempio dimettersi.  

La Stampa, 19 marzo 2015

sabato 14 marzo 2015

Nessuno si salva da solo di Sergio Castellitto

sabato 14 marzo 2015 - Andiamo al Cinema


Il dramma di una giovane coppia che si lascia e a nulla serve una cena per rivangare i bei momenti e il grande amore ormai andato. Non si torna più indietro. Stefano (Riccardo Scamarcio) e  Delia (Jasmine Trinca) brillantemente diretti da Castellitto, ci fanno rivivere tutte le sensazioni che qualsiasi coppia ha provato durante i pochi anni della passione, della spensieratezza e dell’allegria. Le difficoltà poi col passare del tempo, servono a rinfacciarsi tutte le colpe e a non ritrovarsi più per una riconciliazione, neanche all’insegna dei figli.
Non si può programmare il futuro guardando il passato, per quasi tutte le coppie. 
Ottima la fotografia e la scelta della colonna sonora. Niente grandi emozioni e un finale che lascia libero l’uomo a saltellare di gioia e condanna la donna a sopravvivere col suo fardello.

Pi greco day

sabato 14 marzo 2015 - Sensi e Sensazioni

Il Pi greco che equivale a 3,141592653… è un numero irrazionale (ossia con infinite cifre decimali che non seguono nessuno schema ripetitivo) e contemporaneamente trascendente (cioè che non può venire fuori da un numero finito di operazioni numeriche).

Nella geometria euclidea la costante pi greco è definita come: il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro.

La prima volta fu usato nel lavoro di un matematico, William Jones, intitolato Synopsis Palmariorum Matheseos o New Introduction to the Mathematics. La lettera greca compare nella frase “1/2 Periphery (π)”, a proposito di un cerchio con raggio unitario, e fu scelto proprio pi perché era la prima nella parola greca corrispondente a periphery. Successivamente, la lettera greca non fu più usata da nessuno a questo scopo, finché non comparve in Mechanica di Eulero, che era un big della matematica e che lanciò il Pi greco in tutto il mondo occidentale.

Pi greco compare in numerose formule scientifiche in tutti i campi. Tra le principali: circonferenza, area del cerchio, volume della sfera, superficie della sfera, equazione di campo della relatività generale di Einstein, legge di Coulomb ecc.