sabato 30 settembre 2017

Delirium Termens a Corte la Grassa

sabato 30 settembre 2017 - Sensi e Sensazioni

Se dovessi parlare dei miei passatempi non saprei da quale cominciare! So solo che a me piace leggere, scrivere, camminare, viaggiare, mangiare con gli amici ecc. 

Non ho mai parlato o poco della musica, di come trovo interessante ascoltarla, ma anche suonarla.

Con un gruppo di amici abbiamo formato, ormai da 15 anni, una band che si chiama Delirium Termens, come omaggio al complesso dei Delirium (quelli di Jesahel - 1972) e all’unica cosa bella del mio paese (le Terme di Giunone). Un po’ anche a ricordare il gioco di parole Termens-Tremens che più si addice all’età media del Gruppo.


Sabato sera, in quel di Bovolone alla “Corte La Grassa”, serata molto scoppiettante, circondati da una cinquantina di nostri amici e fans scatenati che ci hanno sopportato e condiviso con noi il piacere di riascoltare, cantare e ballare un repertorio assolutamente e irreprensibilmente anni ‘60.





Augusto alla chitarra accompagnamento, Luciano al basso, Luigi alla tastiera, Maurizio alla chitarra ritmica, Silvio alla batteria, Valter alla chitarra solista, Ugo e Daniela canto, duetto e cori.






Foto Valerio Bigano

giovedì 28 settembre 2017

Vegani ed Etica

giovedì 28 settembre 2017 - Come la penso




Non c’è nulla di sbagliato nell’essere vegani, è una scelta personale, come tante altre.

Quando però si passa da una normale scelta di vita a una presunta scelta etica, motivata dal voler salvare l’ambiente o gli animali, per sembrare ecologisti e lo si fa pesare agli altri come propria superiorità morale, allora è assolutamente necessario analizzare i fatti.

L'etica è la branca della filosofia che studia i comportamenti umani, da non confondere con la morale, perchè se quest’ultima considera le norme e i valori come dati di fatto, condivisi da tutti, l'etica cerca di dare una spiegazione razionale e logica di essi.

I vegani sono ossessionati dalla parola “etica”. Quando viene chiesto loro che cosa li abbia spinti a cambiare dieta, parlano di etica e si definiscono persone con etica.

Ma veniamo, come dicevamo, ai fatti.

La quinoa è uno degli alimenti frequenti nelle diete vegane per l’alta concentrazione di proteine che contiene. Coltivata in Perù e Bolivia, ha completamente stravolto l’esistenza di quegli abitanti. Negli ultimi anni, il prezzo della quinoa è triplicato e per questo motivo in Bolivia, con il 45% della popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno, gli agricoltori dopo 5mila anni, hanno cambiato la loro dieta. La quinoa, ormai troppo preziosa per essere consumata localmente, viene quasi interamente venduta o scambiata per Coca-Cola, dolciumi industriali e altri prodotti della dieta occidentale.
La situazione è così grave da aver creato una corsa alla conquista di terreni coltivabili a quinoa, eliminando la diversità biologica delle coltivazioni convertendola in una monocoltura. 
In Perù, dove il 22% della popolazione vive in povertà, un chilo di quinoa costa dieci soles, circa 2,70 euro: più del pollo e quattro volte il riso. Risultava fondamentale per sostenere la popolazione nelle zone più povere, oggi i bambini soffrono di malnutrizione cronica.
Il paradosso evidente è che, in questi paesi è diventato più conveniente mangiare l’hamburger di una multinazionale, per lasciare consumare ai ricchi europei e americani l’etico, salutista e sostenibile burger vegano di quinoa.

Gli anacardi, alimento necessario nei piatti vegani per simulare ricette realizzabili tradizionalmente solo attraverso il latte animale, come la besciamella, i “formaggi” da spalmare, il ripieno della cheesecake, i gelati e le mousse, arrivano per il 40% dal Vietnam, che ha deciso di adottare per la loro raccolta una filiera produttiva di lavoro forzato nei centri di recupero per tossicodipendenti condannati, che lavorano otto ore al giorno, sei giorni alla settimana, a un ritmo di estrazione di un anacardo ogni sei secondi. 
L’altro 60% viene dal Sud dell’India, dove nelle zone più povere, il guscio viene spaccato a mano da donne pagate 2,20 euro al giorno e che lavorano sedute nella stessa posizione per dieci ore. Il vero problema però è l’olio caustico che i gusci rilasciano e l’acido brucia in modo profondo e permanente la pelle. 
In India gli anacardi sono considerati un lusso, tanto che, alla fine dei turni, le operaie vengono anche perquisite.

Le mandorle e gli avocado, che per produrli necessitano di enormi quantitativi di acqua e di terreni, hanno ripercussioni sulla siccità e sulla deforestazione, trasformando radicalmente la vita di flora e fauna. L’enorme quantità di pesticidi e fertilizzanti necessari per la coltivazione stanno inoltre avvelenando le riserve acquifere da cui si abbeverano animali e popolazione locale. 

Per la soia, alimento principe della dieta, ricco di fibre e minerali che altrimenti verrebbero a mancare nell’organismo di una persona vegana, ogni anno viene raso al suolo il 3% della foresta pluviale argentina che serve a produrre il 28% dell’ossigeno che respiriamo e a stabilizzare il surriscaldamento globale attraverso l’assorbimento di anidride carbonica. 

I vegani ribadiranno che “la maggior parte della soia viene coltivata come mangime animale, non per l’uomo!”. Effettivamente, il 70% della produzione mondiale di questo legume è destinato in quel senso, ma, secondo il WWF, se veramente smettessimo tutti di consumare prodotti animali, la deforestazione e il surriscaldamento terrestre aumenterebbero e “sostituire latte e carne con analoghi alimenti raffinati come il tofu, richiederebbe una lunga filiera di lavorazione, dalla coltivazione a migliaia di km ai numerosi processi necessari per trasformare la soia.

Una cucina vegana equilibrata non è sostenibile per l’ambiente e non esiste alcun ristorante vegano a chilometro 0. Certo, esiste chi si ciba solo di frutti autoctoni, ma i rischi di carenza di calcio e pericolosa mancanza di acidi grassi essenziali, sono in agguato. 

Comunque la libertà di scelta dell’alimentazione, deve essere, per tutti, sacra, senza però nasconderla sotto le sembianze di “etica ”!

Liberamente tratto da “Perchè non c’è nulla di etico nella vita di un vegano” di Matteo Lenardon
18 settembre 2017 - www.thevision.com

martedì 26 settembre 2017

Mart e Armando Testa

martedì 26 settembre 2017 - Sensi e Sensazioni


Gentilmente invitati, da Denise e dallo staff Membership Mart, che ringraziamo pubblicamente, alla mostra “Tutti gli “ismi” di Armando Testa”, abbiamo passato una piacevole ora, guidati dalla simpatica e brava Isabella, in compagnia delle “opere” di uno dei nostri guru, da sempre additato come genio della pubblicità e non solo. 

Nel centenario della sua nascita, il Mart gli ha reso omaggio con questa mostra espositiva come riconoscimento anche alla comunicazione pubblicitaria, linguaggio culturale che definisce la nostra identità e i nostri immaginari.

Per chi ha una certa età, anche se non del settore, in questa interessante passeggiata, incontra opere e personaggi eterogenei che si sono alternati sulle nostre televisioni in bianco e nero o sui muri delle città come icone di prodotti di largo consumo. 






Manifesti, sculture, video, installazioni, quadri e pubblicità, sono la vita e l’exscursus dell’artista e dei suoi “ismi”, intesi come modernismi: Futurismo, Astrattismo, Surrealismo, grandi artisti del Novecento, ovvero modalità vere e proprie di comprendere il proprio tempo.











Un tuffo nel passato prossimo, a ricordare la nostra gioventù!

giovedì 21 settembre 2017

Quando la Cultura incontra la Religione

giovedì 21 settembre 2017 - Sensi e Sensazioni

C’è una grande relazione tra religione e cultura anche se non tutta la religione è cultura e non tutta la cultura è religione.

Oggi viaggiare è diventata un’esigenza di memoria, di significato, di esperienze da trovare.

Lo stesso termine “pellegrinaggio” ha subito modifiche socio-culturali e le mete antiche, Gerusalemme, Roma, Assisi, Santiago, segnate da una forte caratterizzazione religiosa di fede e preghiera, hanno aggiunto un nuovo valore di cultura e di storia. 

Resta il fatto che, indipendentemente dalla natura del loro andare, milioni di persone visitano questi luoghi di straordinaria bellezza, con un fascino che nasce dal loro valore storico e da una cultura spirituale millenaria. 

E si mettono in viaggio per un profondo bisogno interiore di “far parte” di edifici che hanno accolto santi e beati o per una ricerca forse delle proprie radici o per dare senso al proprio vivere quotidiano.

Basilica di San Pietro - Vaticano - Italia
Santuario di Nostra Signora - Lourdes - Francia
Medjugorje - Bosnia-Erzegovina
Cattedrale di Santiago di Compostela - Spagna
Santuario di Fàtima - Portogallo
Santuario di Częstochowa - Polonia 
Santuario di Nostra Signora del Pilar - Saragozza - Spagna
Collina delle Croci - Siauliai - Lituania
Cattedrale di Nostro Signor Gesù Cristo - Canterbury - Inghilterra
Cattedrale di Nostra Signora e di Sant'Adalberto - Esztergom - Ungheria


martedì 19 settembre 2017

Il Cammino del Nord - Seconda Parte



martedì 19 settembre 2017 - Il mio cammino




E’ giunto il momento di aggiungere qualche chilometro a questo cammino considerato il più antico e il meno praticato perchè piuttosto duro e impegnativo.
Questa volta sono in solitario e l’affronterò con un’altra filosofia, quella cioè di non preoccuparmi del percorso indicato verso la meta, ma di dare più spazio alla visita e al cognoscimento delle bellezze naturali e artistiche che troverò in questi luoghi. 
Il conteggio dei chilometri lo farò a fine impresa, dopo aver visitato Cantabria e Asturias, ma soprattutto i paesi meravigliosi che via via si sviluppano e si incontrano in queste regioni.

1^ Tappa: da Santander a Santillana del Mar (33,2 km)
2^ Tappa: da Santillana del Mar a Comillas (22,6 km) 
3^ Tappa: da Comillas a Colombres (29 km) 
4^ Tappa: da Colombres a Llanes (24,8 km) 
5^ Tappa: da Llanes a La Isla (28 km) 
6^ Tappa: da La Isla a Villaviciosa (21,5 km) 
7^ Tappa: da Villaviciosa a Gijon (30,4 km) 
8^ Tappa: da Gijon a Avilés (25,0 km) 
9^ Tappa: da Avilés a Oviedo (31,0 km)

venerdì 8 settembre 2017

Pregiudizio ed Epochè

venerdì 8 settembre 2017 - Come la penso

Il pregiudizio, il giudizio cioè senza alcuna ragione oggettiva, al quale accordiamo piena convinzione di validità, porta a trarre conclusioni o a formulare giudizi in assenza di sufficienti informazioni.

L’ha dimostrato l'artista bulgaro Yanko Tsvetkov col suo libro "L'Atlante dei pregiudizi", una guida geografica, storica e satirica alla scoperta degli stereotipi nei quali ci rifugiamo nel momento in cui ci dobbiamo confrontare con chi non è uguale a noi. 

Che sia per provenienza, per gusti sessuali o per cultura poco importa: la cosa più facile di fronte alla diversità è confinarla in un modello che ci rassicuri, disprezzandola. 

Come vediamo gli altri, ma soprattutto come vedono noi gli altri? Possiamo rispondere a queste domande sorridendo, in un crescendo di ironia e banalità che dovrebbe portarci, piano piano, a eliminare i nostri stessi pregiudizi nei confronti degli altri.

E fin che si tratta di satira e scherzo basterà munirsi di una bella dose di autoironia, ma quando i pregiudizi toccano diritti sacrosanti delle persone, sarà necessario una “full immersion” nell’umiltà e nell’amore verso il prossimo. 





Epochè (o sospensione del giudizio) è un processo cognitivo, nonché uno stato della mente, particolarmente implicato nella formazione di giudizi etici e morali.
La sospensione del giudizio impone di astenersi dal giudizio fino al raggiungimento della necessaria quantità di informazione.
E’ un principio metodologico basilare che tende a incoraggiare la sospensione del giudizio in merito a un'ipotesi, prima che la stessa sia stata opportunamente formulata, testata e verificata.

Nei contesti sociopolitici la sospensione del giudizio è un punto fondamentale dello sviluppo civile delle società; è il rimedio al fanatismo, permettendo di risolvere, e più spesso di evitare, i conflitti dovuti all'incomprensione reciproca. 

Al tempo di internet, quando le informazioni viaggiano più veloci dei pensieri, è facile che il concetto di straniero, come incarnazione del male, antico come la storia dell'uomo e della superstizione, sia manipolato e fatto credere ai tanti, prima che i fatti vengano verificati.

martedì 5 settembre 2017

Da Chioggia a Pellestrina

martedì 5 settembre 2017 - Sensi e Sensazioni

Chioggia, riversa tutta la sua bellezza sul cardo romano, l'attuale Corso del Popolo e il suo centro storico offre anche un colpo d’occhio culturale e per questo viene denominata la Piccola Venezia per le caratteristiche urbanistiche della zona antica molto simile a quella di Venezia.
Appartenne storicamente alla Repubblica di Venezia fino al 1797, anno in cui Napoleone Bonaparte estese la sua lunga mano fino al litorale adriatico. 
E’ una città di pescatori che vive principalmente sul turismo balneare della frazione di Sottomarina.










Dalla punta nord, sulla laguna, parte il vaporetto della linea 11 che, in una ventina di minuti ti porta sull’isola di Pellestrina, lunga 13 chilometri e larga 210 metri, versione in miniatura della Venezia verace e popolare.

All’approdo si può ammirare il lungo cordone dei murazzi settecenteschi che separano il Mar Adriatico dalle acque lagunari: baluardo contro le mareggiate, in pietra d'istria alternata a fregi, lapidi e capitelli.

Poi il colpo d'occhio è straordinario: due file di case dalle variopinte facciate e tutte rivolte verso la laguna, a formare una cerniera tra terra e acqua, punteggiata dai casoni di pesca.
Un piccolo mondo dove si vive ancora all'antica, tra ritmi lenti e gente che si conosce tutta.

Anche qui tutto rimanda alla Venezia più popolare. Dai sestieri al labirinto di calli, sotoporteghi e campielli.

Le trattorie si contano sulle dita di una mano, ma si può gustare pesce freschissimo, crostacei e i famosi “peoci” le cozze in dialetto.