domenica 28 maggio 2017

Fortunata di Sergio Castellitto

domenica 28 maggio 2017 - Andiamo al Cinema


Un film fatto in famiglia. Castellitto alla regia, sua moglie Mazzantini alla trama e alla sceneggiatura. Un Accorsi non troppo convincente nei panni dello psicologo, grande la Trinca come protagonista.
Una storia estrema e fortemente drammatica che non riesce a dare una soluzione ad alcuno dei problemi che la coppia si porta dietro. 

Una madre con mille problemi di sopravvivenza, una figlia difficile, un ex marito violento, un amico depresso con la madre in pieno Alzheimer, uno psicologo che chiaramente si innamora del caso e del personaggio e la Roma delle borgate a fare da sfondo al film.
Si esce dal cinema con la domanda assillante: ma qualcosa di positivo non era possibile? 

La colonna sonora invece è intrigante e doveva meravigliosamente finire con “Vivere” di Vasco.


giovedì 25 maggio 2017

Bistrot Europa - di Mattia Feltri

giovedì 25 aprile 2017 - Pensieri e parole da condividere

Non avranno il nostro amore e apprendono che non avranno il nostro odio, ha scritto ieri Giuliano Ferrara. In effetti, dopo ogni attentato, ai combattenti jihadisti offriamo un dispiegamento di forze fatto di fiori, cuoricini, dediche a gessetto sul selciato, Imagine di John Lennon cantata in coro, ieri le orecchie da gatto (o coniglietto) di Ariana Grande. Sono tutti gli orpelli dei nostri sentimenti che di metafisico non hanno più nulla.  


Non offriamo né amore né odio perché non siamo più capaci né di vette né di abissi del pensiero, ormai privi di senso del tragico. La nostra letteratura, la nostra musica, la nostra architettura sono esercizi di stile e di armonia, senza febbre della sfida e della grandezza. Siamo diventati intarsiatori di cornici senza dipinto. Scriviamo editoriali per dire che la nostra vittoria sarà non cambiare la nostra vita. Continuare ad andare a teatro, al cinema, al bar, al ristorante, perché è la nostra vita, e nessuna minaccia la deve incrinare.  

È la nostra vita perfetta, non c’è dubbio, finalmente emancipata dalla sete di sangue e di gloria che ha animato l’Europa per millenni. Abbiamo ucciso Dio, fatto le rivoluzioni, codificato i diritti universali dell’uomo. Scriveva Emil Cioran che poi queste idee ci sono venute a noia. «Tenere più alla propria pelle che a un’idea», ecco il segno preciso del declino di vitalità. Scriveva che si medita e si specula nei bistrot a proposito della cottura della bistecca e della rotondità del vino. Non c’è niente di più pacificante. È che poi nei bistrot ci entrano, e sparano. 

La Stampa, 25 maggio 2017

lunedì 22 maggio 2017

Montesiepi e San Galgano

lunedì 22 maggio 2017 - Sensi e Sensazioni

Per chi viene da Montalcino e non si fa impressionare dalle strade delle colline senesi, in un’ora di buona guida, arrivato in quel di Chiusdino, apre il suo bagaglio di meraviglie alla vista di questo sito che comprende, là sul cocuzzolo, la Rotonda di Montesiepi e nella valle, la meravigliosa Abbazia di San Galgano che, vista così, senza tetto, l’accomuni subito a quelle sparse per l’Europa, a ricordare Tintern nel Galles, Cashel in Irlanda e Paimpol nella Bretagna.











Galgano cavaliere, giunse sul colle di Montesiepi, nel 1180, infisse la sua spada in un masso, allo scopo di trasformare l'arma in una croce e convertitosi, dopo una giovinezza disordinata, si ritirò a vita eremitica per darsi alla penitenza, con la stessa intensità con cui si era prima dato alla dissolutezza. 
La sua spada arrugginita fa ancora oggi bella mostra di sè, protetta da una teca di plexiglas.


























San Galgano è una costruzione unica, ferma in un tempo dell'anima e della fantasia e chiunque vi entri non può evitare di provare un brivido di trasporto in un'altra dimensione.
Nella sua vita Galgano era entrato in contatto con i Cistercensi e furono proprio loro a fondar la prima comunità di monaci che risultava già attiva nel 1201. Alla metà del XIII secolo, l'abbazia era la più potente fondazione cistercense in Toscana. Essa fu inoltre protetta e generosamente beneficiata dagli imperatori Enrico VI, Ottone IV e dallo stesso Federico II, che confermarono sempre i privilegi concessi aggiungendone via via degli altri, ivi compreso il diritto di monetazione.


Che fa la differenza tra le persone, è la loro voglia di conoscere! (Valter)

domenica 21 maggio 2017

Francigena a San Quirico d'Orcia

domenica 21 maggio 2017 - Il mio cammino

Doveva essere il secondo impegno sulla via Francigena, ma per esigenze del gruppo, per opportunità di “location” e di rientro all’accampamento e soprattutto per la difficile e quasi inesistente segnaletica, il percorso si è trasformato in una tappa rimaneggiata che comprendeva: San Quirico, Montalcino, Torrenieri e ritorno a San Quirico, per un totale di 32 km, su un percorso naturalistico molto bello, ma a tratti abbastanza pericoloso quando si riversa su strada regionale stretta, molto affollata da auto, moto e bike.
































Per uno che sul Cammino di Santiago ha lasciato 1.500 km di strada percorsa, resta la riconferma che la Via Francigena, vuoi per gli organizzatori e i responsabili, vuoi per i sindaci dei comuni interessati, vuoi per i percorsi da modificare e soprattutto per la segnaletica che lascia i pellegrini, sprovvisti di Gps, con tanti dubbi, deve ancora essere rivisitata e messa in sicurezza.