domenica 26 novembre 2017

Detroit di Kathryn Bigelow

domenica 26 novembre 2017 - Andiamo al Cinema


Capitale mondiale dell'automobile e importante centro musicale; una massiccia immigrazione dal Sud al Nord e storica roccaforte del Ku Klux Klan. Detroit vede nel 1967 scoppiare gravissimi incidenti.

Il film narra l’irruzione della polizia in un motel e le rappresaglie e gli scontri che ne susseguono e la “questione  afroamericana” è la riflessione che la regista vuol sollevare, non solo per gli americani, che l’hanno vissuta, ma per tutto il mondo.
Una sadica messa in scena razzista con l'omicidio di tre ragazzi neri, che ci tiene incollati alla poltrona come sono prigionieri loro dentro quel locale. Una vergognosa pagina che vede i tre agenti bianchi responsabili farla franca.

Un film importante, di denuncia, molto ben girato, al limite dell’inquietudine e della crudeltà a cui non ti puoi estraniare. Un gioco fra vittime e carnefici, con livelli di pathos e di tensione altissimi e una narrazione incalzante e senza tregua. Un cast di attori così realistici da sembrare personaggi veri. 

Un grande problema di diritti umani che deve far riflettere chiunque abbia a cuore la convivenza pacifica con l’immigrazione.

venerdì 24 novembre 2017

Gli sdraiati di Francesca Archibugi

venerdì 24 novembre 2017 - Andiamo al Cinema


Gli “sdraiati” sono i ragazzi come Tito, figlio di un intellettuale, che passano il tempo stravaccati qua e là, per la felicità e la disapprovazione dei loro genitori. 

Il difficile rapporto tra genitori e figli e qui, tra padre e figlio, che condividono una vicinanza senza comunione. 

Un film generazionale, “liberamente” tratto dal libro di Michele Serra, e l’idea di Francesca Archibugi che vuol farne un romanzo familiare. Il divorzio tra la madre e il padre e la relazione di quest’ultimo con una compagna di scuola, si aggiungono al voler raccontare le difficoltà di comunicazione, nei due sensi, un padre che accusa il figlio delle solite cose: i mugugni, la pigrizia, l’apatia, il rapporto col cellulare e le risposte a monosillabi, cercando un’intimità che non vede, e un figlio che pur volendo bene a suo modo, vorrebbe essere lasciato in pace da un padre troppo asfissiante.

Il solito simpatico Bisio che tende quasi naturalmente a introdurre un registro comico, ma non troppo credibile come padre. Dialoghi migliorabili, incomprensibili quelli tra i ragazzi. Bravo Ponzoni nella veste di nonno.

domenica 19 novembre 2017

The Place di Paolo Genovese

domenica 19 novembre 2017 - Andiamo al Cinema


Cosa sei disposto a fare per ottenere ciò che desideri? 

Chi ti dà la possibilità di portare a buon fine il tuo sogno è li, seduto al bar “The place”, a qualsiasi ora del giorno o della notte, con un’agenda tra le mani che ti aspetta e ti assegna un compito, sempre difficile. Resta a te se procedere o tirarti indietro.
Angelo? Demone? Affabulatore? Psicologo? Qualcuno pensa che sia un mostro ma lui i mostri li nutre.

E’ un film, ma potrebbe essere un’opera teatrale, quanto il ritmo sia quieto, niente accade se non il dialogo. 
Si lavora di immaginazione e l’immaginazione porta angoscia. Lo spettatore che guarda ha sempre davanti la stessa domanda: “come mi comporterei io” in questa situazione!

Critica e pubblico sono concordi nel denigrare quest’opera, troppo remake, copiata dalla serie americana (The Booth at The End) e che non sfocia in dinamiche cinematografiche. Le cose più belle del film, in sostanza, sono pressoché tutte presenti nella serie.

Il film non è per niente banale. Il gotha del cinema italiano si avvicenda, con il proprio personaggio più o meno riuscito, sulla sedia di fronte a Mastrandrea che promette soluzioni a costo molto alto e presenta momenti di sorpresa, quando i destini si intrecciano e son messi, alla fine, di fronte alla propria coscienza.

Mi è piaciuto, creandomi quell’insofferenza che aiuta a pensare e a riflettere immedesimandosi. E se una pellicola, opera leggera, arriva a tanto, ha il diritto di essere rivista e assaporata.

C'è qualcosa di terribile in ognuno di noi... e chi non è costretto a scoprirlo, è fortunato!

Vicenza e Letizia

domenica 19 novembre 2017 - Sensi e Sensazioni

Chi più felice di noi mentre andiamo verso la bellissima città del Palladio con un programma che farebbe invidia a chiunque? La mostra di Van Gogh e la visita al teatro Olimpico, ma soprattutto richieste da una nipote di non ancora dodici anni ad un nonno felice di esaudirle.

Entrati in quel monumento, patrimonio dell’umanità, che è la splendida e suggestiva Basilica, ho visto Letizia impaziente nell’approccio con le opere dell’artista del momento. L’ho vista emozionarsi alle prese con "Il ponte di Langlois", come con "Il vecchio che soffre" e "Paesaggio sotto la pioggia di Auvers", per non parlare, poi, del "Campo di papaveri" e sprizzare felicità come a sentirsi veramente a proprio agio in quella cattedrale dell’arte.





Il suo secondo desiderio era di poter visitare quella meraviglia artistica, che non ha uguali al mondo.

L’Olimpico si ispira dichiaratamente ai teatri romani e il Palladio lo concepì nel 1580, quando aveva 72 anni, ma non riuscirà a vederlo realizzato, nel 1583.

La prima rappresentazione, nel 1585, è l'Edipo Re di Sofocle, e la scenografia riproduce le sette vie di Tebe che si intravedono nelle cinque aperture del proscenio con un raffinato gioco prospettico. L'effetto è così ben riuscito che queste sovrastrutture lignee sono diventate poi parte integrante stabile del teatro.









domenica 12 novembre 2017

MuSa e Museo della Follia

domenica 12 novembre 2017 - Sensi e Sensazioni

Il percorso della follia comincia al mattino di una giornata di nebbia intensa e per dirla con lo slogan del Museo, “un percorso eterogeneo, in cui la vera guida è il senso di smarrimento”!
E’ un itinerario che comunque “deve” essere fatto e quindi, nessun rimpianto, si parte e Salò ci aspetta, con questa stupenda rivelazione.




Quadri, fotografie, sculture e oggetti sul tema della follia, con Vittorio Sgarbi come curatore, che così parla: “Un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui. Nella storia dell'arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno”. 

Il percorso è aperto da una serie di opere inedite di grandi maestri della storia dell’arte internazionale e tanti altri italiani la cui mente, attraversata dal turbamento, ha dato vita ad un’arte allucinata e visionaria. Tra le opere esposte anche un quadro di Adolf Hitler. E poi ancora tanti autori e tante opere da incontrare in questo viaggio pensato per chi ha voglia di lasciare da parte la ragione e ritrovare, finalmente, la follia.

E per parlare di follia, accanto a opere di autori considerati folli come Antonio Ligabue o Silvestro Lega, di pittori che vissero in manicomio come Carlo Zinelli o Gino Sandri, ci sono fotografie di ospedali psichiatrici giudiziari e di manicomi, ma soprattutto strazianti lettere degli internati, che chiedono ai loro cari di andarli a prendere. 

Sulla porta del museo, sta scritto: "Entrate ma non cercate un percorso, l'unica via è lo smarrimento".

Ernesto Lamagna - Vecchio acrobata pazzo - 2004

Michele Cammarano - La strega - 1864-1866

Francis Bacon - Head

Luigi Serafini - Chocolate freedom - 2014

Francisco Goya - Una santa monaca guarisce una giovane inferma - 1775-1780

Antonio Ligabue - Autoritratto con sciarpa rossa 



Fausto Pirandello - Antonio Pirandello - 1944
Cesare Inzerillo - Primario - 2012

Cesare Inzerillo - Infermiere n.2 - 2012

Adolf Hitler - Senza titolo

Lorenzo Alessandri - Gioconda modella inquietante - 1982

Lorenzo Alessandri - Gioconda modella inveroconda - 1982

Adolfo Wildt - Parsifal il puro folle - 1930


Cesare Inzerillo - Bill Evans - 2015




Sandro Bettin - I muri ci guardano - 2015

Nicola Sferruzza - Cicì ti aspetto - 1972

Telemaco Signorini - La sala delle agitate al San Bonifazio in Firenze - 1865

Filippo Antonio Cifariello - Testa di donna con treccia - 1920-1925

Francis Bacon - Ritratto di Van Gogh 

Carlo Zinelli - Opere

Gino Sandri - I luoghi

Vista di Salò dal piano superiore del MuSa

venerdì 10 novembre 2017

La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi

venerdì 10 novembre 2017 - Andiamo al Cinema


Un noir di successo tradotto in film con notevole difficoltà. Una trama contorta che mette in difficoltà lo spettatore e invece di svilupparsi linearmente, confonde e toglie potenza narrativa.

Anna Lou, una brava ragazza che scompare in un paesino sperduto di montagna, i sospetti cadono su un professore appena trasferitosi, che diventa la vittima sacrificale per i media. Un ispettore che monta il caso per indurre il mostro ad uscire allo scoperto.  

Non è un film noioso, le inquadrature sono interessanti e si poteva sviluppare di più il tema della interferenza dei media nella vita dei piccoli paesi, invece tanti temi aperti si perdono via via dello scorrere delle immagini e moltissimi errori inducono ad essere deviati nella conclusione.

Buona la recitazione, la figura sacrificata dello psichiatra (Jean Reno) meritava di essere sviluppata e le Dolomiti che fanno da sfondo al paesino, meritavano qualche panoramica in più. 

giovedì 9 novembre 2017

Dentro le Opere di Caravaggio

giovedì 9 novembre 2017 - Sensi e Sensazioni

Brillantemente organizzato dal prof. Pietro Petraroia, al Politecnico di Milano, un incontro molto interessante con Rossella Vodret, curatrice della mostra “Dentro Caravaggio" (Milano, Palazzo Reale), che ha presentato la ricerca scientifica (soprattutto fisico-ottica e chimica) condotta in nove anni su alcune decine di opere del Merisi per migliorarne la comprensione e la lettura storico-critica.

"Sono emerse così - afferma la curatrice - alcune costanti nelle modalità esecutive di Caravaggio, ma sono venuti anche alla luce elementi esecutivi inaspettati e finora del tutto sconosciuti: dagli strati di pittura sono affiorate una serie di immagini nascoste. Inoltre è stato sfatato il mito che Caravaggio non abbia mai disegnato, dacché sono apparsi tratti di disegno sulla preparazione chiara utilizzata nelle opere giovanili".






La diagnostica artistica è un metodo basato su analisi scientifiche, che forniscono informazioni non desumibili ad occhio nudo sulla tecnica esecutiva di un artista, nel nostro caso Caravaggio, che in genere è peculiare come la scrittura o la firma di ognuno di noi.
Gli strumenti delle analisi tecniche utilizzano l’intero spettro di radiazioni elettromagnetiche: sia visibili all’occhio umano (macrofoto, microfoto, foto a luce radente), sia invisibili (raggi X, radiazioni infrarosse e ultraviolette), e metodologie di tipo chimico-fisico per le analisi dei pigmenti.

Le Opere di Caravaggio
Capolavori che hanno rivoluzionato la storia della pittura europea con la loro spietata raffigurazione della realtà. 
Il fondo neutro o scuro che isola i protagonisti, modelli ripresi dalla strada e raffigurati a grandezza “naturale”.
Un nuovo metodo di illuminazione, a fascio bruciante, che illumina solo ciò che il pittore vuole far vedere e niente altro, generando drammatici contrasti chiaroscurali.
Composizioni sempre raffigurate al culmine più drammatico dell’azione.
Dipinte solo le parti in luce o in penombra, mentre sulle parti in ombra e sul fondo non c’è pittura: un’intuizione geniale e un gran risparmio di tempo.

Giuditta e Oloferne
Sacrificio di Isacco
Ecce Homo