martedì 26 febbraio 2013

"Ricetta minimalista per un futuro sostenibile" di Valter Niselli


martedì 26 febbraio 2013 - Come la penso

Dopo tanti articoli previsionali di “saggi” giornalisti, mi permetto di lasciare anch’io la mia ricetta, che se prima del voto aveva sortito la levata di scudi di amici, tutti perfettamente di sinistra, ora dopo quanto accaduto e profetizzato, diventa l’unica soluzione da seguire, prima che tutto sprofondi e la nostra piccola Italia si ritrovi sull’orlo del baratro.

L’analisi che il Pd di Bersani deve fare sostanzialmente è quella di tentare di formare il governo, dialogando con M5S per l’appoggio esterno, concedendo alcune precondizioni indispensabili che gli verranno chieste e procedere immediatamente a varare nuove leggi su: sistema elettorale, corruzione, conflitto di interessi, falso in bilancio, finanziamenti, trasparenza, taglio alle spese ecc.

Tutte le altre soluzioni: dialogare con Pdl o con Monti, governo istituzionale, governo tecnico, sono solo palliativi per ritornare alle urne e farci ulteriormente del male. 

Questo si chiama “far di necessità virtù” oppure "fare buon viso a cattiva sorte", ma soprattutto dimostrare di aver capito qualcosa del voto.

giovedì 21 febbraio 2013

“M5S, in difesa di mio padre, Dario Fo” di Jacopo Fo


giovedì 21 febbraio 2013 - Pensieri e Parole da condividere

Basta una scelta che non condividi per condannare una persona che per 60 anni ha lottato insieme a te?

Sono restato leggermente scosso dalle reazioni di molti alla scelta di mio padre di sostenere Grillo.
Amici di vecchia data si sono lasciati andare a commenti pesanti.
Addirittura hanno criticato con acredine “la deriva della famiglia Fo”. Le colpe dei padri ricadono sui figli…
Io alle prossime lezioni, peraltro, voterò Vendola, Sel.
E cosa c’entra la mia mamma? Non è che la donna aderisce alle scelte del marito per centralismo fallico democratico.

I miei hanno pagato a caro prezzo le loro scelte. E non hanno mai mollato. E credo che ci siano tanti compagni che come loro hanno lottato per il progresso umano.
E bisogna rispettarli anche se militano nel Pd, nel Sel, in Rivoluzione Civile o nel M5S e tu non sei d’accordo con loro.
Basta con le tifoserie!
Il berlusconismo è un virus del pensiero…
Tocca mettere in discussione i moduli del pensiero: chi vede bianco o nero si perde i colori.

Io voto Sel ma Vendola mi irrita quando si lascia andare a sparate tipo: tasseremo al 75% i redditi superiori al milione di euro. In Francia lo han fatto e Depardieu è diventato russo.
Vuoi nuovi posti di lavoro e fai un’azione che fa scappare all’estero miliardi di investimenti? Perché non ti spari direttamente nelle zone intime?
Ma non odio Vendola.
Semplicemente anche lui ogni tanto, sbaglia. Oppure sbaglio…Ma Vendola non lo devo sposare, anche se è un bell’uomo. Il mio voto lo metto dove mi sembra più utile…
Se non riesci a essere d’accordo al 100% neanche con tua moglie percheccavolo pretendi la totale condivisione con un leader?
È la rivalsa per tutte le volte che con tua moglie hai dovuto abbozzare?

Oggi siamo in un momento epocale della storia italiana.
Un grande cambiamento è possibile perché ci sono forze notevoli, in vario modo decise a farla finita con il Vecchio Sistema…Su alcuni punti essenziali c’è un consenso che va dalla Confindustria a Grillo.
E trovo che Grillo dica una bulinata quando afferma che non c’è differenza tra Pdl e Pd-meno-elle.
Può essere un gioco di parole divertente ma non ha senso. 
Non vedere le differenze in politica è devastante: la politica è l’arte di sfruttare le sfumature.
Grillo non vede che il Pd è enormemente cambiato e manderà in parlamento un paio di centinaia di onorevoli che non provengono dal vecchio apparato?
Grillo dovrebbe dire: grazie alla nostra forza il Pd è stato costretto a cambiare…Vota per noi se vuoi garantire il cambiamento.

Ma sarò stracontento quando vedrò tanti miei amici, onesti e capaci, entrare in parlamento con il M5S.
Così come sarò entusiasta di vedere tanti amici entrare in parlamento con la bandiera di Rivoluzione Civile.
Per me tutte queste divisioni sono cavolate.
E peraltro ci fanno rischiare grosso.

E se in Lombardia vincesse Maroni?
Prego che i compagni del M5S e di Rivoluzione Civile lo intuiscano e votino in modo disgiunto (si può fare: voti la lista M5S, ma indichi anche Ambrosoli come presidente della regione).
E spiace che Grillo e Ingroia non invitino a farlo!
È un peccato che Bersani non abbia fatto un patto con Ingroia…
È un peccato che Grillo e Ingroia non invitino a votare per Sel al Senato in Lombardia…Perché se in Lombardia non si arriva alla maggioranza si rischia di far vincere Berlusconi.
E voglio proprio vedere chi nel M5S sarebbe indifferente a una nuova vittoria del Mostro di Arcore. Cari amici, vi girerebbero anche a voi! E se non sei contento che rivinca B. devi ammetterlo che preferisci che vinca Bersani e allora Pd e Pdl non sono uguali!

Sforzarsi a comprendere il modo di pensare degli altri è una ginnastica per la democrazia. Il rispetto è una ginnastica per l’anima. E l’anima e la democrazia sono intimamente collegate.

Su certe cose Grillo mi fa proprio dispiacere, ma lo capisco.
E ammiro il suo percorso. Perché è riuscito a creare un pezzo del cambiamento.
E stimo mio padre, che dopo 60 di battaglie grida alla gente: “Rovesciate tutto!”. L’ho trovato bellissimo e giustissimo!

E rispetto tanti amici che scelgono invece il Pd. E meno male che ci sono. Perché se non ci fossero forze di rinnovamento potenti nel Pd, non avremmo nessuna possibilità di cambiamento in Italia…
A meno che tu non creda che il M5S potrebbe vincere le prossime elezioni…Va beh essere ottimisti ma bisogna imparare a non esagerare.

Qualcuno penserà: sostieni tuo padre ma non voti Grillo? È contraddittorio.
Sì. A te non succede di pensare due cose in contrasto tra loro?
E quando succede cosa fai? Uccidi una delle tue idee?
Ammettere che non siamo completamente d’accordo neanche con noi stessi è un essenziale traguardo di civiltà.
E ora spero solo che mio padre non mi cacci di casa perché non voto Grillo.

P.s.: Se invece non voti o annulli la scheda sappi che il numero degli onorevoli è fisso. Non diminuisce se ci sono meno votanti. Se anche votasse solo un italiano su 100 eleggerebbero ugualmente lo stesso numero di onorevoli. Non votare ha l’effetto pratico di accettare quel che decidono gli altri. È illogico ma è così.

Il Fatto Quotidiano, 21 febbraio 2013

sabato 16 febbraio 2013

“Elogio della genericità” di Massimo Gramellini


sabato 16 febbraio 2013 - Pensieri e Parole da condividere

Oggi la mia parte seria aveva voglia di un Buongiorno serio, ma essendo estremamente minoritaria (circa il quattro per cento di me, secondo i sondaggi) non aveva molte probabilità di ottenerlo. Per fortuna sono arrivate in soccorso le parole di una blogger che sta per diventare mamma e si firma Animabella. Il Buongiorno serio è tutto suo. Mi limito a sottoscriverlo. Al cento per cento.  

"C’è in giro a pochi giorni dal voto un’ansia di precisione, di dettagli, di promesse circostanziate davvero incomprensibile. Se si votasse per un dittatore dai pieni poteri di un pianeta privo di relazioni con chicchessia forse avrebbe senso chiedere ai candidati degli impegni precisi. Qui invece le condizioni reali in cui chiunque vinca si troverà a operare sono talmente tante e intrecciate tra loro - da quelle strettamente politiche a quelle economiche ed europee - che anche solo chiedere “cosa farai una volta eletto?” ha il sapore di una domanda retorica, alla quale necessariamente si deve rispondere sapendo di mentire. Io non voglio promesse, voglio prospettive. Non mi interessa sapere cosa esattamente tu vincitore farai all’indomani delle elezioni, perché non puoi saperlo neanche tu. Mi interessa conoscere i tuoi valori di riferimento, la tua idea di società, di Italia, di Europa. Cosa intendi per libertà, responsabilità, famiglia, educazione. Mi interessa conoscere l’orizzonte che ti guida, la tua utopia. Non perché ho voglia di ascoltare favole, ma per sapere quale sarà la stella polare nel corso del tuo impegno politico. E capire se sei in grado di muovere almeno qualche timido passo in quella direzione. Sarebbe già tanto. Buon voto a tutti".

La Stampa, 16 febbraio 2013

giovedì 14 febbraio 2013

“Basta immoralismi!” di Beppe Giulietti


giovedì 14 febbraio 2013 - Pensieri e Parole da condividere

Basta con i moralismi, le tangenti ci sono anche altrove, il sistema funziona così…” Così parló il Cavaliere e in queste parole c’è il cuore del Berlusconismo, la sua essenza, la sua atroce attitudine a dare pubblicità e forma politica anche allo sterco, anzi soprattutto allo sterco. Basterebbe ricordare le parole che lui e l’amico Marcello Dell’Utri dedicarono al mafioso e pluricondannato Mangano, eroe civile per non aver mai risposto alle domande dei magistrati.

Che le tangenti siano sempre esistite, e non solo in Italia, è cosa risaputa, ma a nessuno, neppure al più corrotto, sarebbe mai venuto mai in mente di costruire su questo, un progetto politico e di conquistare consensi titillando i peggiori umori che albergano nelle viscere umane.
Questa frase, non casuale, si sposa bene a quelle sull’evasione fiscale, alle battute grassocce in fabbrica, agli annunci di condoni tombali…
In tutti questi casi Berlusconi ha strizzato l’occhio ai peggiori vizi nazionali, inviando un messaggio a quei milioni di suoi simili che hanno fatto della furbizia uno stile di vita, non esitando a calpestare i diritti dei loro vicini.

La battuta sulle tangenti, ovviamente, ha anche l’obiettivo di nascondere la sostanza dello scandalo Finmeccanica: Chi ha nominato quei vertici? Chi ha preso le stecche?
In quali casse sono finiti quei soldi? Perché gli uomini di Comunione e Liberazione e della Lega entravano e uscivano da quegli uffici? Chi ha ordinato di pagare a peso d’oro alcune collaborazioni?

Altro che “In certi Paesi funziona così!”. Peraltro in certi Paesi si va a casa anche per una tesi di laurea copiata, altro che stallieri mafiosi e conflitto di interessi.
L’inchiesta in corso non riguarda “certi paesi..”, ma l’Italia e quelle cupole trasversali che si ritrovano in ogni indagine dal Monte dei Paschi a Finmeccanica, passando sempre per i resti della P2 e della P4, questi ultimi più attivi che mai.

I giudici “ad orologeria” non stanno indagando sulle ruberie degli Stati esteri, ma sui ladri nostrani che, per la verità, loro sì, non sono ad orologeria, ma a tempo pieno.
Basta moralismi” ha tuonato il molestatore di operaie e di festival canori, speriamo che il coro delle elettrici e degli elettori gli voglia dedicare un “basta immoralismi”, un inno che, da troppo tempo, non trova più posto nel repertorio nazionale.

Il Fatto Quotidiano, 14 febbraio 2013

domenica 3 febbraio 2013

Django Unchained di Quentin Tarantino


sabato 2 febbraio 2013 - Andiamo al Cinema

"Senza gli spaghetti western non esisterebbe una buona parte del cinema italiano. E Hollywood non sarebbe la stessa cosa." Quentin Tarantino. 

(belskin88) Appena appaiono i titoli di testa già si intuisce che il film che ci si appresta a vedere è un grande omaggio al western all'italiana, particolarmente caro, e si vede, a Tarantino. Django Unchained inizia con una chicca per appassionati del genere, ovvero tra le note di Luis Bacalov colonna sonora di Django di Sergio Corbucci e si conclude con una traccia decisamente più popolare come "Lo chiamavano Trinità" di Franco Micalizzi. Il punto di partenza del film è proprio quel Django del '66 diretto da Sergio Corbucci, Tarantino infatti ne adotta la colonna sonora e recluta nel suo cast l'allora protagonista Franco Nero dandogli tuttavia una piccola parte. Django Unchained non è chiaramente un western classico, è un mix tra spaghetti western e lo splatter alla Tarantino. Il risultato è una modernizzazione del genere, più cruento, spettacolare e decisamente entusiasmante. Alcuni dei protagonisti in ordine di preferenza: Christoph Waltz: Un esagerato Dr. Schultz. In "Bastardi senza gloria" interpretava uno spietato ufficiale delle S.S. ora invece un cacciatore di taglie dotato di una pungente ironia testimoniata dall'ultima frase che pronuncia prima di morire e prima di uccidere Calvin Candie (Di Caprio) ".. non ho potuto resistere" Leonardo Di Caprio: E' nato per interpretare il cattivo senza pietà è un ruolo che gli cade a pennello, perfetto come la sua giacca da Mr. Candie. Jamie Foxx: Oltre a possedere un fisico da vero duro è oggettivamente "scatenato" ciò che combina a Candieland è esagerato e in pieno stile Tarantino. E' il vero cavaliere romantico che si batte per la sua libertà e per quella della sua amata Kerry Washington: La sua è una bellezza particolare frutto dello sfruttamento, della paura, della sofferenza per la precarietà della sua condizione, ma anche dell'amore spassionato che la lega a Django Freeman. Samuel L. Jackson: Gli anni passano anche per lui.. Anni fa in Pulp Fiction era Jules e questo bastava, ora è un "vecchietto", se cosi si può dire, di tutto rispetto.