domenica 25 settembre 2016

I magnifici 7 di Antoine Fuqua

domenica 25 settembre 2016 - Andiamo al Cinema


Per chi ricorda il cult di John Sturges, del ‘60 con la colonna sonora di Elmer Bernstein diventata un gingle per generazioni, le perplessità rimangono. Comunque resta un buon film che mette d’accordo tutti, eleggendo come interpreti della nuova America un nero, un indiano, un messicano, un cinese per contrastare una banda di prezzolati, molto numerosa, ma poco intelligente, al seguito del solito pazzo e avido personaggio indisponente. 

Vincono i “quasi buoni” lasciando sul terreno quattro croci e una serie indefinita di morti, ma l’ennesimo paese di frontiera viene vendicato, liberato e forse redento dalla sua atavica paura.

Tutto sommato un bel cast da vedere e ascoltare anche nelle scontate battute. Grande Denzel Washington, sempre piacevole da vedere anche se un po’ stagionato e affascinante Haley Bennett, l’unica interprete femminile. Bella la fotografia, ma la colonna sonora non regge il confronto! 


sabato 24 settembre 2016

Fusione - Una seconda occasione mancata

sabato 24 settembre 2016 - Good Morning Caldiero

Riprendendo il vecchio pensiero: “Fusione, un’occasione mancata” dei quattro comuni, credo stia scemando anche la seconda opportunità, forse meno importante, ma nella direzione di un futuro assolutamente necessario e improcrastinabile: la fusione di Belfiore e Caldiero in un unico Paese.

Tralasciamo un’ulteriore elenco dei benefici che potrebbero ritornare dal governo sottoforma di sgravi, esenzioni e trasferimenti e quelli dei risparmi che, volendo, potrebbero essere fatti su personale e spese generali di gestione e soffermiamoci su come i nostri rappresentanti amministratori e politici, si stanno muovendo.

La possibilità di un referendum cittadino per Caldiero e Belfiore è al vaglio della prima commissione consiliare regionale, a Venezia, con il parere positivo di tutte le forze amministrative e politiche rappresentate, ad eccezione della Lega Nord, che sta facendo ostruzionismo. 

Non si capisce bene questo atteggiamento, perchè, a due passi da noi, i due sindaci leghisti di San Giovanni Ilarione e di Roncà, stanno giustamente portando avanti la fusione dei loro due comuni.

A Caldiero, la Lega ha messo in campo tutte le proprie forze per il “fronte del No” e sta creando consensi via via sempre più numerosi tra coloro che, all’ombra del loro campanile, più bello e più meritevole degli altri, vedono in Belfiore il loro sud, portatore solo di guai, problemi e debiti.

A nulla vale spiegare che solo l’accorpamento delle piccole entità, l’annullamento degli enti inutili e l’eliminazione degli sprechi potrà toglierci l’incubo della bancarotta. L’immobilismo e il bearsi dell’antico benessere raggiunto, obnubila la mente e blocca una visione leggermente più consona e necessaria al nostro futuro. 

E’ quindi necessario che coloro che pensano al “Si” come un piccolo passo verso il progresso, scendano subito in campo con una grande campagna di sensibilizzazione e di convincimento.

L’alternativa sarà solo sperare in un “colpo di coda” del nuovo sindaco di Colognola, a stravolgere il pensiero del suo predecessore, che maturi l’idea, già dei tre primi cittadini viciniori, propensi alla fusione di Illasi, Colognola, Caldiero e Belfiore, in un unico grande Paese.

Ma questa sarà un’altra storia e... in un’altra epoca!

venerdì 16 settembre 2016

Valterego e il mio percorso fotografico

venerdì 16 settembre 2016 - Sensi e Sensazioni

Non mi reputo fotografo, ma appassionato di sensazioni che possono derivare da tanti fattori, ma soprattutto dal guardarsi intorno e individuare immediatamente quanto merita di essere fissato nella memoria. 

Nei miei viaggi, compagna fedele è sempre una macchina fotografica, semplice, leggera e per niente professionale, ma attenta e pronta a fissare le cose, i momenti e le emozioni che mi colpiscono.

Li ho catalogati come “ricordi” e di loro, un giorno, vorrei farne partecipi i miei “migliori amici”, perchè c’è sempre una relazione! Ci deve essere! 

E solo nel confronto nasce la voglia di migliorare e di migliorarsi.

agosto 2016
da Caldiero a San Pietroburgo
Via col Camper
Wielickza
Cracovia
Częstochowa
Varsavia
Vilnius
Riga
Saaremaa
Tallinn
Helsinki
San Pietroburgo
Šiauliai
Nida
Mar Baltico
Juodkrantė
Kaunas

Český Krumlov











mercoledì 14 settembre 2016

Per chi suona la chitarra?

mercoledì 14 settembre 2016 - Sensi e Sensazioni


A chi a quattordici anni già imbracciava una chitarra e a sessantasei ancora lo fa, domandare per cosa e per chi, è come chiedere perchè si ritorna sugli spalti ogni domenica a vedere la propria squadra del cuore: per passione!

Era il 1963 e, il compianto maestro Bignotto a San Bonifacio era il polo istruttore, per tutta la voglia di suonare della provincia. 
Non c’era paese dell’hinterland che non vedesse fiorire complessi e soprattutto chitarristi con la smania di salire su di un palco della piazza grande. 

E la musica che andava per la maggiore in quei giorni era quella degli Shadows, un quartetto rock inglese nato per accompagnare Cliff Richard e che dominò la scena musicale inglese dal 1960, sino all’avvento dei Beatles.



Un’altra grande leggenda e guru per noi principianti strimpellatori era Duane Eddy, considerato uno dei migliori chitarristi di ogni tempo.



E poi c’erano Santo & Johnny che, col loro sound caratteristico, dovuto all'uso della "chitarra hawaiana", incantavano le folle.



Chi non ha suonato o almeno tentato di suonare "Apache", "Limbo Rock" o "Maria Elena"?

E poi scoppiarono gli anni “sessanta” e tutto il resto diventò storia.

A distanza di cinquant’anni, frotte di ragazzini di primo pelo, che invidi perchè padroni di una tecnica inverosimile, si esibiscono in revival e cover di quegli anni. Le trasformano in gioielli perfetti con assoli che toccano il cielo e squarciano la mente. 

Ma manca loro l’anima, quel qualcosa che arriva al cuore, che stringe la gola e soffoca una piccola lacrima: l’aver vissuto quei tempi, quei momenti e quella semplice felicità, da trasmettere al manico.

Siamo allora nomadi pellegrini, che vaghiamo, come zombie, alle fiere, alle sagre, alle feste meno importanti o alle ricorrenze.

Li chiamiamo concerti, ma sono solo apparizioni nostalgiche sul palco, a fatica conquistato, con l’affanno dell’età e dello sforzo dignitoso. 

Ma sulle note di "quante le strade che un uomo farà...", riusciamo ancora a strappare un benevolo applauso di complicità.


Questa sera dove si suona?  

sabato 10 settembre 2016

Val Sorda e Ponte Tibetano

sabato 10 settembre 2016 - Sensi e Sensazioni

Dopo San Rocco, in località Girotto, si trova Malga Biancari, con un posteggio e cartelli indicatori dei vari sentieri. 

Il percorso n. 4, ad anello, di circa 6 km, abbastanza difficile da richiedere scarpe adatte e particolare attenzione ai vari passaggi e strettoie, resta comunque una piacevole e sudata passeggiata con l’obiettivo del ponte.

Una struttura che collega i territori comunali di Marano di Valpolicella e Sant’Anna d’Alfaedo, con una campata di 52 metri sospesa a 40 metri sul sottostante Rio Mondrago. 

Largo 70 centimetri, è sostenuto da quattro funi d'acciaio e permette di godere di una bellissima, dondolante ed emozionante vista sulla val Sorda.




















martedì 6 settembre 2016

Šiauliai, dove ognuno porta la propria croce

venerdì 12 agosto 2016 - Sensi e Sensazioni

Sono qui, solo! La notte si sta riversando su questo sito magico, ad incontrare il silenzio.
E’ un posto semplice, non è neanche una collina, tutto intorno il nulla, potrebbe anche non esserci, ma è un luogo sacro e il turbamento e la commozione sono in agguato.

I pochi visitatori rimasti, solo ombre accompagnate dal bisbiglio di una lontana preghiera confusa, si aggirano in questo bosco sacro che via via s’infittisce, si sormonta, e sale, sino a giungere a un piccolo altare da dove una bianca madonna sofferente, accoglie, consapevole del peso delle richieste.

E più ti addentri in quella selva, più ti assale l’ansia e un brivido ti percorre la colonna vertebrale. Non è paura, sei nel luogo più sicuro della terra! Solo qualche uccello notturno e un paio di rospi a saltellarti tra i piedi. Credo sia il confronto con questa realtà a rimescolarti il sangue. 
Perchè questo e perchè qui? 

C’è chi porta una croce, forse la croce di una vita; chi la pianta come se fosse un albero che aspetta di germogliare e crescere; chi guarda le croci degli altri e aggiunge una sua preghiera. Chi spera che la preghiera giunta a destinazione, come un boomerang, torni esaudita.

Non c’è alcun santo a cui rivolgersi, non c’è alcun miracolo da invocare, nè alcuna apparizione da divulgare, ma forse per questa sua normalità, è un luogo vivo.

Qui le croci piantate non fioriscono, si moltiplicano. C’è chi dice che sono più di quattrocentomila e a guardarsi intorno ci si può credere. Sono storie che si allargano a macchia d’olio, rimbalzano e si sovrappongono: dolori, testimonianze, ricordi, speranze, un coro che si innalza verso l’infinito verticale, a cercare risposta. O forse no.

Voci nate da una fede immensa. Di un popolo che crede da sempre nel suo Dio e gli ha creato una cattedrale senza muri per non frenare il grido di aiuto e di speranza.

Ma è anche la voce di un popolo che ha raggiunto la sua identità e l’indipendenza, libero dal giogo del regime.

Ho incontrato Częstochowa e la sua storia, conosco Fatima, spiegata da un’apparizione; ho visto nascere Medjugorje e i suoi miracoli; leggo delle migliaia di santuari e i vari loro perchè.

Ma qui il mistero non ha mistero!