sabato 30 dicembre 2017

Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani

sabato 30 dicembre 2017 - Andiamo al Cinema


Poteva essere un ottimo film sull’incomunicabilità della nostra società, tra genitori e figli, tra nord e sud, tra centro e periferia, tra classi sociali. Ne nasce un discreto film, abbastanza comico, con una Cortellesi straordinaria, un solito e già visto Albanese e una serie di bravi attori, in un tema abbastanza ovvio: due mondi che si scontrano in una storia che avrà senz’altro la durata del titolo del film. 

Tante situazioni paradossali, create per far sorridere più che per far riflettere.

Un film da feste natalizie, con una brutta la colonna sonora.


mercoledì 27 dicembre 2017

The greatest showman di Michael Gracey

mercoledì 27 dicembre 2017 - Andiamo al Cinema


Andate al cinema nel periodo delle feste! Forse non incontrerete capolavori da cineteca, ma neanche vi farete prendere da tutti quei rimorsi delle buone azioni non compiute. 

Scegliete però i film, scartando i cinepanettoni e indirizzandovi là dove ancora qualcosa è possibile dire senza parolacce e scurrili doppi sensi. 

Quasi due ore di musical americano, belle canzoni, frenesia di ballo, lieto fine e piacevoli interpreti. 
Si esce fischiettando e sorridendo a ritmo.

E’ la storia della fondazione del famoso circo Barnum, con animali, nani e ballerine e tutto quanto fa spettacolo. Il protagonista, Hugh Jackman, ricordandolo in Wolverine, si dimostra un attore completo, ed è un ciclone inarrestabile, con i suoi alti e bassi.  

Interessante tutto il cast dei “fenomeni” che riescono a coinvolgerti; bellissima la danza fra la trapezista di colore e il partner di Barnum. Ottime le canzoni, composte da grandi firme, che ti restano appiccicate sino alla fine.

Credo che ne risentiremo parlare alla notte degli Oscar. 

sabato 23 dicembre 2017

Wonder di Stephen Chbosky

sabato 23 dicembre 2017 - Andiamo al Cinema


Tutti i film di Natale dovrebbero essere così! Ecco che allora, armati di fazzoletti, si potrebbe andare al cinema e trascorrere le quasi due ore con gli occhi lucidi e buoni propositi verso gli altri.
In poche parole, non è un film per cuori di pietra e uomini duri!

L’anomalia fisica di cui è affetto Auggie, il bambino protagonista, interpretato magnificamente e con naturalezza da Jacob Tremblay, lo “costringe” a vivere da solo con l’affetto della sua famiglia, ma con la paura del mondo là fuori. Ma viene il momento anche per lui di affrontare gli “altri” che in questo caso sono i suoi compagni di scuola e la loro cattiveria.

E’ un film per bambini che devono imparare a confrontarsi con il mondo esterno, ma è anche un film per genitori che scaricano il loro affetto sui figli più deboli, non ricordando che anche gli altri figli sono parte della famiglia e necessitano di attenzione.

E’ un film sentimentale, di tolleranza e umanità. Un cast di rilievo, una mamma (Julia Roberts) grande e luminosa, un padre (Owen Wilson) intenso e ottimista. 

giovedì 21 dicembre 2017

Guggenheim e Origin

venerdì 15 dicembre 2017 - Sensi e Sensazioni

Dan Brown si legge con piacere, ti tiene incollato alle pagine ed è uno degli scrittori che trasmette alle masse informazioni storiche e artistiche in maniera intelligente. Quando lo sfogli, devi ricorrere sempre a internet per informarti e saperne di più su tutti i luoghi che cita e inserisce nelle sue storie. 
A meno che... tu non l’abbia preceduto e allora è la tua memoria e il tuo archivio a completare quanto da lui sapientemente descritto.

Origin, la sua ultima creazione con le avvincenti avventure di Robert Langdon, è inizialmente ambientato a Bilbao e precisamente al Guggenheim, forse la più bella sede museale del mondo.

pag. 24 
"... Il museo sembrava frutto dell’allucinazione di un alieno: una dinamica aggregazione di forme metalliche ricurve che parevano essere state addossate l’una all’altra in maniera quasi casuale. La massa caotica di volumi che si estendeva nello spazio era rivestita da più di trentamila lastre di titanio che luccicavano come scaglie di pesce e conferivano alla struttura un’aria organica e al tempo stesso extraterrestre, come se un futuristico mostro marino fosse strisciato fuori dall’acqua per prendere il sole sulla riva del fiume.

Quando il museo era stato inaugurato, nel 1997, il “New Yorker” aveva osannato il suo progettista, l’architetto Frank Gehry, per aver creato “una fantastica nave dei sogni dalla forma ondulata, ammantata di titanio”, mentre altri critici sparsi per il mondo proclamavano entusiasti: “Il più grande edificio del nostro tempo!”, “Folle e geniale”, “Una sbalorditiva prodezza architettonica”...






pag. 25 
... quindi si accinse ad attraversare il lago tramite il ponte minimalista che descriveva un arco sopra la distesa di acqua immobile. Era arrivato solo a metà quando un violento sibilo, proveniente da sotto i suoi piedi, lo fece trasalire. Si fermò di colpo, un attimo prima che grandi volute di vapore cominciassero a gonfiarsi da sotto la passerella... La Fog Sculpture pensò Langdon. Aveva letto di quell’opera dell’artista giapponese Fujiko Nakaya. La “scultura di nebbia” era rivoluzionaria in quanto utilizzava come mezzo espressivo l’aria resa visibile, un muro di nebbia che si materializzava e col tempo si disperdeva; e poichè il vento e le condizioni atmosferiche mutavano da un giorno all’altro, la scultura era diversa ogni volta che compariva...
Fog Sculpture di Fujiko Nakaya



pag. 37 
... L’installazione era racchiusa in uno spazio concavo e buio ed era costituita da nove sottili nastri luminosi che spuntavano da fessure nel pavimento e scomparivano in altrettante fessure nel soffitto. Parevano dei tappeti mobili che si muovevano in verticale. Ognuno trasportava un messaggio illuminato che scorreva verso l’alto. 
“I pray aloud... I smell you on my skin... I say your name. “Prego ad alta voce... Sento il tuo odore sulla mia pelle... Chiamo il tuo nome”.
Avvicinandosi però, Langdon si rese conto che i nastri in realtà erano immobili: l’illusione del movimento era data da una “pellicola” di minuscole luci al LED disposte su ognuno.
Le luci si accendevano in rapida successione a formare parole che si materializzavano in basso, a livello del pavimento, correvano verso l’alto, e scomparivano nel soffitto.
“I’m crying hard...There was blood... No one told me. Piango disperatamente...C’era sangue...Nessuno me l’aveva detto”.
Langdon girò intorno ai fasci verticali, osservandoli con attenzione.
“Opera molto stimolante” affermò l’audioguida, tornando all’improvviso. “Si intitola Installation for Bilbao, ed è stata creata dall’artista concettuale Jenny Holzer. Consiste in nove insegne LED, alte tredici metri, che trasmettono messaggi in basco, spagnolo e inglese, tutti legati agli orrori dell’AIDS e al dolore di chi è rimasto”.

Langdon doveva ammettere che l’effetto era ipnotico e in qualche modo straziante...
Installation for Bilbao di Jenny Holzer



pag. 51
...un’audace contrapposizione di archetipi opposti. In natura, la vedova nera è una creatura spaventosa, un predatore che cattura le sue vittime nella tela e le uccide. Nonostante sia letale, qui è raffigurata con un sacco ovigero rigonfio, pronta a dare la vita, e questo la rende sia predatrice sia progenitrice... Un corpo grande posato su zampe sottilissime, che trasmette un’idea di forza e fragilità. Se vuole, Maman potrebbe essere definita il David dell’era moderna...
Maman, la scultura-ragno opera di Louise Bourgeois.







pag. 53

... ”Si chiama The Matter of Time” disse la voce gioviale di Winston, “La materia del tempo” è l’opera più pesante del museo. Più di mille tonnellate”... 
... Le luci aumentarono fino alla massima intensità, inondando lo spazio gigantesco di una luminescenza avvolgente, e Langdon non poté far altro che fissare sbalordito la scena davanti ai suoi occhi. 
“Sono entrato in un universo parallelo”...
The Matter of Time di Richard Serra



pag. 174
...”Il ponte della Salve di Bilbao attraversa il fiume Nervión così vicino al museo Guggenheim che spesso le due strutture paiono fuse assieme. Immediatamente riconoscibile dal particolare supporto centrale unico - un altissimo gigantesco pilone a forma di H pitturato di rosso -, il ponte deriva il nome dalla Salve Regina che, secondo la tradizione popolare, i marinai che tornavano risalendo il fiume recitavano come ringraziamento per essere arrivati sani e salvi a casa.”
Ponte Salbeko (della Salve)









sabato 16 dicembre 2017

La ruota delle meraviglie di Woody Allen

sabato 16 dicembre 2017 - Andiamo al Cinema


Un omaggio del regista alla sua città natale, New York, alla spiaggia e al Luna Park di Coney Island con la Wonder Wheel che dà il titolo a questa superba pellicola. 
Una simbolica ruota delle piccole vite dei protagonisti e il loro dramma umano di persone disperate, sognatrici e disilluse. 
Kate Winslet, Justin Timberlake, James Belushi e Juno Temple quattro grandi interpreti splendidi nei loro ruoli e magistralmente guidati da un Allen che si ripropone con un ritorno agli anni ‘50 dopo il successo di Café Society ambientato a Hollywood.

E’ un film triste. E’ “il destino a dominare le nostre vite”, sono le parole del narratore nel presentarci la storia.

E’ un film da leggere nella luce, che il genio di Vittorio Storaro proietta sulle protagoniste Ginny e Carolina, quella del tramonto e quella del crepuscolo e poi luci ora grigie e fredde, ora calde e dorate, che danno alle inquadrature un significato profondo, da cogliere insieme allo sviluppo delle storie e dei sentimenti.

Simpatica la figura del ragazzino e delle sue passioni: il cinema e il fuoco! E la Winslet regala una performance angosciante e paranoica, al limite della perfezione.





giovedì 14 dicembre 2017

E il naufragar m’è dolce in questo mare

giovedì 14 dicembre 2017 - Sensi e Sensazioni


L’orizzonte che trovi sul tuo cammino, nella tua immaginazione o nei meandri della tua anima è il desiderio di scappare che si cela dentro ognuno di noi, indipendentemente dal ceto, dall’educazione o dall’appartenenza di genere. Il limite del proprio presente quotidiano, sia esso generoso o cruento, fa scattare il pensiero oltre la realtà, verso quell’Infinito, dietro la siepe o il colle.

domenica 10 dicembre 2017

Omaggio a un amico

domenica 10 dicembre 2017 - Sensi e Sensazioni

Un omaggio deve essere tutto incentrato sull’emozione. Non resta che inchinarsi alle magistrali immagini che, anche una location “semplice” in quel di Colognola, può riservare a chi sa perfettamente gestire inquadratura, luci e strumento. 
Bravo Siro Ruffo!





sabato 9 dicembre 2017

Suburbicon di George Clooney

sabato 9 dicembre 2017 - Andiamo al Cinema


La paura del diverso e la sete di denaro sono i due leitmotiv che emergono da questa pellicola. 

La sceneggiatura dei fratelli Cohen, che ci fa capire la crisi e l’ipocrisia della classe media americana bianca e xenofoba, la regia di Clooney, impegnato come sempre sui problemi sociali, la bravura degli attori coinvolti, fanno di questo film un momento di profonda riflessione su come certi problemi ristagnino ancora, a distanza di anni, nella nostra società.  

La storia di una famiglia di colore che si inserisce in una cittadina di bianchi benpensanti e la loro fobia per l’equilibrio perso di società felice, è il pretesto per non accorgersi che la violenza più bieca, la minaccia più agghiacciante, è dentro le proprie case.

La speranza di un futuro migliore è tutta affidata allo sguardo di un ragazzino che assiste impotente all'omicidio della madre e che riesce a superare impassibile tutte le situazioni di paura e odio in cui viene, suo malgrado coinvolto, per lasciare la speranza di un mondo tollerante, alla scena finale del suo giocare a baseball con l’amico di colore.

domenica 3 dicembre 2017

Assassinio sull'Orient Express di Kenneth Branagh

domenica 3 dicembre 2017 - Andiamo al Cinema


Un remake del celebre romanzo di Agatha Christie del 1934. Il famoso investigatore Hercule Poirot è qui costretto a riconsiderare la sua idea di Giustiza e scoprire che un crimine alimenta anche una spirale di dolore che colpisce chi è vicino alle vittime portando con sè pena e rimpianto.

Branagh regista e protagonista, aggiunge una serie di sfumature per movimentare un romanzo che si sviluppa nello stretto spazio di un treno e farlo diventare film dove non mancano scenari magnifici di montagne e tramonti, con inquadrature del treno da fuori, dall’alto e dal basso.

Si perde un po’ quell’atmosfera fantastica che può emergere da una personale lettura del libro, per gustare un buon film ricco di tante sfaccettature, anche sui personaggi, tutti di ottimo livello e ben diretti.

Magnifica la scena dove tutti i sospettati siedono ad un tavolo che riproduce l'Ultima Cena.

Appuntamento al prossimo “Assassinio sul Nilo”.

sabato 2 dicembre 2017

Smetto quando voglio - Ad Honorem di Sydney Sibilia

sabato 2 dicembre 2017 - Andiamo al Cinema


Il film chiude una trilogia che, nel panorama italiano, può considerarsi un’eccezione e un buon prodotto in mezzo alla mediocrità del cinema di cassetta degli ultimi anni.

Un prodotto commerciale che lascia un segno, anche se per capirlo sino in fondo, si dovrebbero vedere i tre film di seguito.

La trama regge ancora, ma i dialoghi che nei primi due film erano abbastanza comici e piacevoli, adesso rischiano di stancare e di annoiare e si ride troppo poco rispetto alle attese!

Già detto: un buon cast e una buona l’interpretazione di quasi tutti. Una simpatica banda, di sfigati personaggi eccellenti nel loro settore, che si ostina a combattere donchisciottescamente contro il sistema ingiusto che paga solo le raccomandazioni. Ma l’amore per lo studio e la conoscenza può talvolta dare la dignità di decidere del proprio destino, un messaggio di speranza per gli uomini di ingegno, e per riconoscere il loro merito, prima che se ne vadano all'estero.

Da manuale: la scena sul palco con Stefano Fresi in versione Conte d’Almaviva affiancato da Lorenzo Lavia e Valerio Aprea che si producono in uno spassoso recitativo improvvisato.