giovedì 30 settembre 2021

La Natura Esposta di Erri De Luca

giovedì 30 settembre 2021 - Sensi e sensazioni

Non so se capita anche a voi, ma quando leggo un libro che mi “prende”, nasce immediatamente e profondamente una gran voglia di condividerlo con qualcuno. Allora passo in rassegna tutti, ma proprio tutti gli amici e conoscenti che ho, per scoprire chi potrei coinvolgere in quella lettura per me così appassionante.

Ma il dubbio è sempre dietro l’angolo, perchè un libro, o meglio il suo contenuto ti può entusiasmare per il genere, con la trama, con i personaggi, per le assonanze con la tua vita, per infiniti altri motivi, anche strettamente personali e il desiderio di trovare le “anime gemelle” si può affievolire. 

Ma quando un libro inizia così: 

Da questo momento tutto quello che dite potrà essere usato a mio vantaggio.

Questa premessa, a volte sottintesa, presiede al mio ascolto. Una frase con involontario doppio senso, un proverbio sconosciuto, una disavventura possono trasferirsi nelle mie pagine.

La Natura Esposta proviene da un ascolto. È un racconto teologico: se il mondo e le creature viventi sono opera di una divinità, ogni racconto lo è necessariamente. Personalmente escludo l’intervento divino dalla mia esperienza, non da quella degli altri. Posso rivolgermi con il tu delle preghiere, delle collere, delle compassioni, solo alla specie umana… 

Noi che siamo “strani”, che siamo “oltre”, che siamo “creativi”, non possiamo non possederlo, leggerlo, amarlo e farne una delle tante nostre “bibbie”!


giovedì 23 settembre 2021

Una cena esagerata, momenti di trascurabile felicità

giovedì 23 settembre 2021 – Sensi e Sensazioni

L’appuntamento era verso il tramonto, dal sempre grande anfitrione e ospite generoso.

Là sul monte, lontano da rumori e luci della città, era facile sentirsi felici e in pace con sé stessi. Era un incontro che si ripeteva nel tempo, così, quando meno te lo aspettavi, si sapeva che, a cicli fortunati, avveniva! Abbiamo risposto: pronti, preparàti ed entusiasti!

A riceverci c’era il taglio di una sopressa veneta proveniente da quelle cantine difficili da trovare se non esperti di antichità, e già testata diverse volte. Si presentava a braccetto di un paté di pomodorini secchi, degno accompagnamento al porco insaccato.

Il nostro, etichettato gran cuoco stellato, era reduce da una capatina di venti giorni in quelle terre di Puglia, da cui aveva appreso, con intuitiva costanza e risolutezza, la magica arte di preparare la pasta casereccia di semola dalla classica forma concava: “Orecchiette con le cime di rapa”. Preso dall’impeto della sacra foga, si era offerto di renderci partecipi e rimettere la sua creazione alla sensibilità dei nostri sensi.

Per continuare, avevo anch’io offerto alla drgustazione un modesto apporto, estraendo dal cilindro della memoria, una vecchia ricetta gustata ad Amsterdam e rivisitata per i nostri palati caserecci: “Cavolo Cappuccio in salsa di yogurt greco” (Kool in yoghurtsaus).

“Dulcis in fundo”, il nostro giovane e virtuoso editore, aveva deciso per un’ambrosia amarcord: lo “Zuccotto del Babbo”, dopo aver scoperto che un’antica pasticceria del luogo confezionava questa prelibatezza, con la ricetta del suo babbo famoso pasticcere.

Sul tavolo, ben scaraffato da oltre un’ora, il grande genio del bike aveva procurato un rossorubinointenso Ferragù 2017, che son sicuro, sia da annoverare nell’olimpo dei Valpolicella superiori, perchè servito alla mensa degli dei.

E credo di interpretare il parere e l’opinione di tutti i commensali nell’annoverare la serata come qualcosa di esplosivo e impareggiabile! 

Personaggi, luoghi ed episodi salienti non sono frutto d’immaginazione, ma di una sana ricerca amatoriale e amichevole. Che serata!!! 

 

Per chi volesse cimentarsi: 

Orecchiette con le cime di rapa (Chef Siro***) Insaporire a freddo l’olio evo con l’aglio per almeno mezz’ora; in una capiente padella, soffriggere l’aglio, aggiungere e far sciogliere delle acciughe con del peperoncino. Aggiungere le cime di rapa scongelate (in questo periodo) e sminuzzate e lasciar andare a fuoco vivo per 8/10 minuti. Negli ultimi due minuti, aggiungere pomodorini tagliati a metà.

In tanta acqua salata, far cuocere le orecchiette al dente; scolarle e spadellarle, aggiungendo, se necessario, dell’acqua di cottura. Impiattare e quindi spolverare con del pane grattugiato grossolanamente e tostato. Buon appetito

Cavolo Cappuccio in salsa di yogurt greco Affettare finemente il cappuccio; far rosolare a parte dello speck ridotto a dadini o a fiammiferi molto piccoli, sbriciolare sempre a parte del Bergader piccante (Gorgonzola piccante). In una terrina e procedendo a strati: aggiungere il cappuccio, la salsa dressing yogurt, lo speck e il formaggio sino a esaurire i componenti. Lasciar riposare per un’oretta e quindi servire!


Per le quantità: sia di guida la vostra esperienza!

venerdì 3 settembre 2021

Cherasco e Madonna delle Grazie

venerdì 3 settembre 2021 – Sensi e Sensazioni 

Dall’ex Convento dei Padri Somaschi, si arriva ai giardini di piazza Vercellone per incontrare il Santuario della Madonna delle Grazie. 

La chiesa detta anche “La Madonnina”, a pianta ottagonale, fu eretta nel 1762 su progetto di Nicola Vercellone, che riconvertì in modo pregevole un antico pilone del secolo XIII, su cui erano affrescati la Madonna col Bambino e angeli, a sfondo dell’altar maggiore.


 




Cherasco e Palazzo Salmatoris

venerdì 3 settembre 2021 – Sensi e Sensazioni 

Ci troviamo ancora una volta qui a Cherasco e fortunatamente questo palazzo è oggi aperto per una mostra dal titolo: “Da Kandinsky a Warhol, l’arte del Novecento nel Manifesto”. 

È il più prestigioso e famoso palazzo della città: ospitò la Sindone nel 1706 e qui fu firmata la Pace del 1631 come l’Armistizio napoleonico del 1796. La camera della Sindone -detta del Silenzio- venne affrescata da Sebastiano Taricco, importante pittore locale. Notevoli anche lo scalone monumentale e le decorazioni delle altre stanze. 

La mostra si è dimostrata molto interessante e discretamente ricca di opere, le stanze visitate sono effettivamente pregevoli e il tempo trascorso stimolante e piacevole.


Cherasco e Padri Somaschi

venerdì 3 settembre 2021 – Sensi e Sensazioni 

Tutto ha inizio con San Girolamo Emiliani e parte da Somasca, un piccolo paese della provincia di Lecco. Da qui deriva il nome. 

Girolamo nel 1532, fonda la Compagnia dei servi dei poveri con l’intento di dedicarsi ai disagi sociali trascurati dalla società civile: orfani, prostitute e malati terminali. Il metodo educativo, innovativo per il tempo, si basa su piccole comunità di accoglienza, imperniate sull’educazione al lavoro, alla carità e alla devozione. 

Nel 1568 la Compagnia dei servi dei poveri viene elevata a Ordine dei Chierici Regolari di Somasca da papa Pio V. L’ordine continua il carisma del Fondatore, aprendosi al ministero pastorale e all’istruzione della gioventù negli orfanotrofi, nei collegi, nei seminari. 

Il sontuoso palazzo del Monastero, edificato agli inizi del 1700 e dal 1800 sede principale dei Padri Somaschi, dopo un attento restauro durato oltre sei anni è stato restituito al suo antico splendore. 

All'ombra della cupola del Santuario della Madonna del Popolo, la terza più grande del Piemonte, i Padri Somaschi hanno curato un orto per secoli. Quell’orto oggi rivive: costruito sul modello dell’antico “hortus conclusus”, è uno spazio di contemplazione e visita dedicato ai fiori eduli e ornamentali. 




Cherasco e Santuario della Madonna del Popolo

venerdì 3 settembre 2021 – Sensi e Sensazioni

Progettato da Sebastiano Taricco il santuario fu costruito nel 1709. La facciata presenta robuste colonne che s’innalzano da basamento a determinare due ordini, chiusi da cornicione e da timpano spezzato. 

I rilievi del portale, delle nicchie, e delle cornici decorative, sempre in cotto, creano la suggestione del “rustico” che fa risaltare inaspettata la raffinatezza e la grazia coloristica dell’interno che vede il trionfo dello stucco bianco, delle venature rosate della leggerezza. 

La massa poderosa dell’edificio, le sue stesse strutture sembrano perdersi nell’ornato che si esalta nello spazio ottagonale della cupola, per proseguire e terminare nel coro. 

Gli stucchi sono rivelatori della maestria tecnica e della capacità inventiva (più di 200 angeli) di D. Beltramelli (1703). 



Cherasco e Chiesa abbaziale di San Pietro

venerdì 3 settembre 2021 – Sensi e Sensazioni

La chiesa è il vero e proprio “libro della città”, registro dei mutamenti di gusto, delle condizioni economiche, dei culti. 

Nata a metà del ‘200, presenta una facciata attestante il “riuso” con inserimento di marmi, epigrafi, testine romane, rilievi d’arenaria altomedievali e protoromanici in sintesi col cotto medievale. L’interno, a tre navate, è frutto di una stratificazione di interventi, che si sovrapposero da inizio ‘600 al tardo ‘800. Il presbitero e il coro furono ricostruiti all’inizio del ‘700 su progetto di Sebastiano Taricco.

Notevoli le opere d’arte e straordinario l’affresco con la “Crocifissione” alla base del campanile romanico-gotico.


Cherasco

venerdì 3 settembre 2021 – Andar per Città 

Viaggiare non è solo percorrere grandi spazi per vedere luoghi, ma anche tornare portando nel cuore la sensazione di aver trovato il modo di crescere nei sentimenti. E non serve andare lontano, ma imprimere nella retina quelle immagini che ti faranno star bene nel prossimo futuro e cioè anche domani! 

Ogni volta che arrivo in questo borgo fantastico, scopro sempre qualcosa da portare nel cuore e che mi dà la possibilità di bei ricordi e piacevoli sensazioni. 

Cherasco è un piccolo paese del cuneese, nel cuore delle Langhe., che esiste dall’età romana e ha molto da raccontare in fatto di storia, arte e cultura. 

Il paesaggio intorno è caratterizzato da colline, vigneti e corsi d’acqua. 

Con la sua mappa a scacchiera, gli archi d’ingresso, la Torre Civica all’incrocio di cardo e decumano, può definirsi una città ordinata! I palazzi medievali, i conventi, i porticati gotici, le antiche filande della seta, il castello visconteo, il cimitero ebraico e la Sinagoga le conferiscono un’atmosfera senza tempo. 

Nasce nel 1243, di fondazione ghibellina e successivamente guelfa, e assunse un ruolo fondamentale durante le guerre napoleoniche: è qui che nel 1796 venne firmato l'armistizio con Napoleone e si sancì la pace tra la Repubblica francese e il Regno di Savoia.

Assolutamente da fare una passeggiata sul perimetro delle antiche mura che guardano la valle del Tanaro. 

Solo per le “tipicità”, Cherasco è una grande attrazione: famosi sono “i baci di Cherasco”, cioccolatini ideati nel 1881 dalla pasticceria Barbero, sotto i portici; ottime le lumache in tutte le salse, perché siamo nella capitale dell’elicicoltura e poi i meravigliosi, sino all’etilismo, vini delle Langhe!

Se poi la sera, sulla grande piazza dell’Arco del Belvedere, puoi ascoltare anche Moni Ovadia che recita Dante, devi solo ringraziare la tua buona stella per una giornata così favolosa.