venerdì 9 agosto 2019

La Fortezza di Methoni

venerdì 9 agosto 2019 - Kaliméra Peloponniso

Scendendo da Navarino, lungo la costa ionica del Peloponneso, in un paesino di poco più di duemilacinquecento anime, ci si ritrova a fatica su un piccolo porto di pescatori, tra qualche albergo, un paio di taverne e case vacanza. 

Ma all’alzar dello sguardo un imponente castello, forse il più grande del Mediterraneo, che sembra far la guardia a tutta la regione messenica, si affaccia sul mare e sembra invitarti a oltrepassare il suo ponte di pietra a quattordici archi, per ritrovar all’interno le antiche gesta a cui lo predisposero i veneziani: attenta sentinella, all’imbocco del mar Adriatico.

Saltano subito all’occhio i resti di emblemi del Leone di San Marco e una grande distesa di aglio selvatico, ricopre ciò che rimane della piazza d’armi di questa fortezza.

Modone fu dominio della Repubblica dal 1206 e per quasi trecento anni, ma anche luogo di sosta dei pellegrini che si recavano in Terra Santa. 
Poi nel 1500, il sultano turco Bayazet II, se la riprese, massacrando i settemila strenui difensori.

Si cammina lungo un percorso che costeggia una piccola chiesa, i resti di un bagno turco, le fondamenta di diverse case e qualche stretto passaggio e cunicolo che portano là in fondo, dove il mar Ionio si infrange sulle mura e si apre una grande porta verso un isolotto fortificato. 
E’ il Bourtzi, una torre costruita dai turchi nel sedicesimo secolo, come prigione e luogo di esecuzione.

Un ragazzino, aggrappato alla corda che penzola fuori dal piccolo campanile, fà rintoccare ritmicamente la campana, e quel suono, portato da una sottile brezza, che allevia l’arsura di questo pomeriggio afoso, riporta alla mente quanto possa essere costata la libertà di questa popolazione. 

Qui una storia di guerre e soprusi e di pirati che infestavano questi mari per contendersi commerci e schiavi, sembra potersi leggere come in un libro aperto. 























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