giovedì 31 gennaio 2019

Kigali, il ritorno

giovedì 31 gennaio 2019 - Smile Mission

Ieri alle 15 circa, tristemente abbiamo lasciato Rugege, con tanti rimpianti, abbracciando tutto ciò che ci ha reso per tutti questi giorni, più felici, più buoni forse, ma soprattutto più umani. 

Non esiste età per imparare! Si impara e basta e questa avventura ci dato una vera lezione di vita.

Sul fuoristrada condotto molto prudentemente dall’onnipresente Kabera, siamo tutti silenziosi, come a sentire staccarsi un pezzo di cuore, rimasto là tra quei bambini e quei pazienti che non finivano mai di ringraziarci e tutte quelle suore che hanno voluto sentirci promettere il nostro ritorno. 

Alla casa madre a Butare, dove arriviamo che è già buio, l’accoglienza della superiora Suor Giampaola è come all’andata, molto affettuosa e la cena assai abbondante. Trascorriamo la notte tranquillamente e dopo colazione, siamo accompagnati in un piccolo negozio di artigianato locale, dove riusciamo ad acquistare qualche semplice souvenir per i parenti e gli amici a casa.

Verso le dieci, riprendiamo il nostro viaggio per la capitale e alle 13 siamo a Kigali sotto un sole stupendo e a circa 30 gradi di temperatura.

Il Ruanda sta rilanciando la sua immagine e la sua economia attraverso una serie di politiche ambientali tra le più avanzate d’Africa. Dal 2006 non si possono usare e importare sacchetti di plastica e il paese comincia a diventare meta di turismo grazie ai paesaggi verdi e montuosi e alle riserve in cui si possono ammirare i gorilla.

Kigali è una metropoli con oltre un milione di abitanti, che è cresciuta troppo in fretta, ma che si da da fare per uscire da “quel passato” orrendo e difficile da dimenticare. In tutta la città  spicca una pulizia incredibile sia lungo le strade che nei meandri più nascosti. Sopra la collina vivono i benestanti e naturalmente si sono sviluppati gli hotel più importanti. Per arrivare fin qui abbiamo attraversato la città in un saliscendi fatto di strade ben asfaltate, di quartieri residenziali, caffè dall’architettura moderna, piazze circondate da cartelloni pubblicitari: il nuovo che avanza! 
Il traffico è quello tipico delle metropoli africane, con le moto taxi che si infilano ovunque, la musica afro hip-hop diffusa dai minibus e dai baracchini delle ricariche telefoniche ai bordi della strada. A fare da sfondo tutt’intorno campi coltivati, e un’umanità in cammino, uomini, donne e bambini di tutte le età.

Facciamo shopping tra le botteghe e il mercato della zona bassa e poi ci trasferiamo sulla collina per una visita alla cattedrale di Saint Michel e per salutare il parroco che ha vissuto molto tempo in Italia. Passiamo anche davanti al famoso Hotel des Mille Collines sede di quel bellissimo film tratto dal libro “Hotel Rwanda” e la memoria va ancora una volta all’efferata storia.

Facciamo shopping tra le botteghe e il mercato della zona bassa e poi ci trasferiamo sulla collina per una visita alla cattedrale di Saint Michel e per salutare il parroco che ha vissuto molto tempo in Italia. Passiamo anche davanti al famoso Hotel des Mille Collines sede di quel bellissimo film tratto dal libro “Hotel Rwanda” e la memoria va ancora una volta all’efferata storia.

Siamo al ristorante del Centre Saint Paul, che aspettiamo l’ora per poter entrare all’aeroporto che, per sicurezza, impedisce l’accesso, se non il tempo disposto per il checkin. 


Sono le 23:00 e tra abbracci e strette di mano affettuose lasciamo suor Pauline e Kabera e ci dirigiamo verso il volo che ci riporterà a casa.






















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