mercoledì 16 gennaio 2013

“Ho fame di te” di Fabio Picchi


mercoledi 16 gennaio 2013 - Pensieri e Parole da condividere

Soffriggete per amare quel che vi pare, fondando così memorie indelebili, pronte ad esplodere nel futuro, inseminando ciò che sarà. Soffriggete per chi vi pare, senza alcuna distinzione. Di amore si sta parlando.
Contro la pornografia dell’odio, del pregiudizio che si fa poi muto per altre incredibili violenze, ormai complice di un femminicidio universale. Come gli uomini sempre più paurosi che picchiano fino alla morte chi fra loro ama altro. È così che il diverso si fa sempre santo-laico nei nostri orribili silenzi.
Io soffriggo e amo chi mi pare, nel mio caso una moglie, dei figli, degli amici, qualche parente e tutto il resto del modo, con albe e tramonti, più tutte le sue differenze.

Nel caso abbiate amici vegetariani, esercitatevi soffriggendo sedani, carote e cipolle rosse ben tritati con la mezza luna o con un coltello adatto.
Quando apparirà il color oro, fermate il tutto con delle lenticchie precedentemente ammollate e ben cotte a fuoco bassissimo in una terracotta dove, in abbondante acqua, avrete aggiunto spicchi d’aglio, un ramoscello di salvia e uno di rosmarino, più le foglie sottratte alle costole del sedano usato per il soffritto. Fatevi dunque questo rapido ragù di lenticchie, aggiungendoci, nella breve cottura finale, qualche pomodorino pelato e spezzettato, una bella presa di pepe e una dose a piacere di peperoncino macinato.

Se volete rinunciare al rosso pomodoro, e non avete a che fare per l’occasione con vegetariani, ci potete aggiungere un bicchiere di latte e qualche cucchiaio di un buon olio a crudo con una grattugiata di scorza di limone che aiuterà il latte a cagliarsi. Con il primo conditeci della pasta corta, maccheroni, fusilli o, se amici di pugliesi, fresche orecchiette. Con il secondo conditeci gnocchi di patate o, se maestri, tortelli ripieni di zucca. In questo ultimo caso abbiate il coraggio di sporcare il tutto con un po’ di elegante e buonissimo burro fuso, frantumandoci sopra, come condimento finale, degli amaretti spezzettati. 
Donne, uomini, merende, animali e paesaggi vi saranno grati e vi sarete immunizzati contro qualsiasi intolleranza, comprese quelle sessiste.

Il Fatto Quotidiano, 16 gennaio 2013

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