sabato 5 gennaio 2013

Anghiari e la Battaglia


lunedi 31 dicembre 2012 - Sensi e Sensazioni

In Valtiberina, la parte più orientale della provincia di Arezzo al confine con Marche, Romagna e Umbria, si erge, arroccato su uno sperone di brecce serrate a dominio di tutta la valle, il paese medievale di Anghiari, uno dei Borghi più belli d'Italia.
Attraverso l'intreccio dei suoi stretti vicoli si può visitare il centro storico, con la Badia di S. Bartolomeo, Palazzo Pretorio, il Museo delle tradizioni popolari in Palazzo Taglieschi e il Museo della Battaglia.





















La battaglia di Anghiari fu combattuta il 29 giugno 1440 tra le truppe milanesi e una coalizione guidata dalla Repubblica di Firenze.
Le forze milanesi, numericamente superiori e confidando nell'elemento sorpresa attaccarono per tutta la notte, ma la vittoria arrise ai fiorentini della coalizione.
Lo scontro, descritto ironicamente da Machiavelli: “Ed in tanta rotta e in sì lunga zuffa che durò dalle venti alle ventiquattro ore, non vi morì che un uomo, il quale non di ferite ne d'altro virtuoso colpo, ma caduto da cavallo e calpesto spirò”, deve la sua notorietà alla rappresentazione realizzata da Leonardo da Vinci a Palazzo Vecchio (Firenze). L'opera, in seguito, andò perduta, ma ne rimane testimonianza attraverso i lavori di Rubens e di Biagio di Antonio (della scuola di Paolo Uccello).

I due grandi geni del Rinascimento, Leonardo e Michelangelo, si trovarono ad un certo punto (era l'aprile del 1503) a doversi affrontare direttamente sul terreno della pittura, perché ricevettero entrambi dal gonfaloniere di Firenze, Pier Soderini, l'incarico di affrescare due grandi pareti una accanto all'altra, nel salone del consiglio comunale a Palazzo Vecchio. Entrambi dovevano realizzare una battaglia: Leonardo appunto quella di Anghiari, Michelangelo quella di Càscina. La parete di sinistra era quella riservata a Michelangelo, quella di destra invece a Leonardo; i due dipinti dovevano essere alti 7 metri e larghi 17. Michelangelo della sua Battaglia di Càscina realizzò solo il cartone poi andato perduto, ma una copia dello stesso, realizzata dal suo discepolo Aristotele da Sangallo, è giunta fino a noi.

Battaglia di Anghiari - Tavola Doria - Fuji Art Museum, Tokyo

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