venerdì 22 settembre 2023

Massa Marittima e la Fonte dell’Abbondanza

venerdì 22 settembre 2023 - Sensi e Sensazioni 

L’edificio, chiamato Palazzo dell’Abbondanza, è costituito da tre arcate a sesto acuto che precedono altrettante vasche, un tempo contenenti acqua. La struttura aveva due funzioni principali: veniva usata come principale risorsa di approvvigionamento d’acqua del paese e, al piano superiore (realizzato nel XV secolo) era impiegata come magazzino per la raccolta dei cereali. 

Nell’antica fonte, nel 1999 durante il restauro del palazzo, sotto vari strati di intonaco e calcare fu rivenuto casualmente l'Albero della Fecondità. Un affresco decisamente particolare, risalente al periodo tra il 1265 ed 1335, che ha destato meraviglia, scandalo e sorpresa: un grande albero tra le cui foglie pendono 25 falli maschili eretti, sotto al quale due donne si accapigliano nel contendersi uno dei falli. Uccelli neri volteggiano minacciosi e altre figure di dubbia interpretazione. 

Questo affresco fa tutt'oggi molto discutere e varie sono le interpretazioni. 

In una prima, l'affresco è un simbolo di fertilità. Doveva avere una funzione di buon augurio per i raccolti affinché fossero sempre abbondanti. Allo stesso tempo tuttavia doveva scansare la malaugurata possibilità di ricorrere alle scorte del magazzino, e quindi gli organi maschili a simbolo di fertilità e abbondanza e i corvi neri ad insidiare i preziosi frutti; nel mentre figure femminili tentano di cogliere i "frutti" e si accapigliano per strapparli una all'altra. 

Secondo l'esperto di arte toscana medievale George Ferzoco, l'affresco rappresenterebbe invece il primo "manifesto politico" della storia. Risulterebbe essere un messaggio dei guelfi sostenitori del Papa, contro i ghibellini sostenitori dell'imperatore. I Guelfi avvertivano i frequentatori della fonte, che nel caso in cui i Ghibellini fossero tornati al potere, questi ultimi avrebbero diffuso idee eretiche, stregoneria e perversioni sessuali. Ferzoco ricorda che all'epoca dell'affresco (XIII - XIV sec.) in Toscana circolavano leggende di streghe che tagliavano il pene agli uomini per metterli nei nidi di uccelli, e sempre secondo Ferzoco, sono streghe le donne rappresentate sotto l'albero, una sembrerebbe raffigurata proprio nell'atto di aggiungere un fallo all'albero e le altre sulla destra si starebbero masturbando, infine c'è anche l'aquila araldica simbolo dell'impero. 



 

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