lunedì 25 agosto 2025 - Come la penso
Senza passare per putiniano, e non riuscendo più a dialogare, anche con gli amici, su questa odiosa e scellerata guerra russo-ucraina, credo che un ripasso di quanto la storia oggettiva ha saputo raccontare, metta un po’ d’ordine e aiuti a dare un giudizio un po’ più obiettivo su quanto sta accadendo, soprattutto sotto la minaccia di un’espansione nucleare per e in tutta l’Europa.
Sono per la pace da sempre e convinto che ancora si può fare qualcosa, soprattutto per noi europei, ma dobbiamo rivedere e prendere una nuova posizione, soprattutto nei confronti degli USA!
Non è vero che esiste un aggressore (Putin) e un aggredito (Zelensky) e vediamolo nel tempo:
Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania voltano le spalle al comunismo e Gorbačëv, salito al potere nel 1985, non muove un dito per fermarle. Nel 1990, anche la Lituania con un atto di sfida, dichiara l’indipendenza, seguita da Estonia e Lettonia.
A luglio del 1991 Gorbačëv scioglie il patto di Varsavia, senza chiedere in cambio lo scioglimento della Nato, accontentandosi della promessa americana di non allargare l’alleanza Nato.
Un mese dopo Eltsin destituisce Gorbaciov e scioglie l’URRS e di conseguenza la Guerra Fredda, un’epoca di tensione che aveva tenuto il mondo in bilico per quasi mezzo secolo.
Eltsin, prende le redini della Russia, promette democrazia e mercato, ma molti sono gli ostacoli: la corruzione, il paese spolpato dagli oligarchi, dalle mafie e dalla finanza internazionale filoccidentale, e la popolazione si ritrova alla fame.
Nel marzo 1999 la NATO rompe la promessa di non allargarsi e, a marzo, ingloba tre paesi dell’ex patto di Varsavia: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria.
Sempre nel marzo 1999 la NATO bombarda la Serbia violando le risoluzioni ONU e ignorando il veto di Russia e Cina. Dopodiché piazza basi militari in Kosovo e non si schioda più da lì.
I russi si incazzano e cinque mesi dopo, agosto 1999, costringono Eltsin a dimettersi e in cambio dell’immunità per le ruberie e tutto il resto, nomina come nuovo premier il direttore dell’ex KGB, Vladimir Putin.
La prima mossa di Putin è spazzare via i separatisti ceceni, che stavano vendendo il paese, petrolio compreso, alle multinazionali occidentali.
L’anno dopo diventa presidente, fa arrestare gli oligarchi e riprende il controllo dell’economia russa, poi allaccia relazioni strette con Cina e India e si oppone alla seconda guerra del Golfo degli USA e soci.
Nel marzo 2004 la NATO si allarga ancora e fa entrare le Repubbliche baltiche: Bulgaria, Romania, Slovacchia e Slovenia (praticamente si mangia tutto l’ex patto di Varsavia), si piazza al confine con la Russia e mette un’altra bandierina nei Balcani.
Sempre a marzo 2004, Putin viene rieletto presidente e riarma la Russia per difendersi dall’allargamento della NATO che stringe la Russia ormai in una morsa; risponde all’espansionismo della NATO vincendo la guerra in Ossezia contro la Georgia, che stava effettuando esercitazioni congiunte con l’esercito USA, a due passi da Mosca.
Stringe ancora i rapporti con i BRIC, con la Turchia (paese NATO ribelle) e con l’Ucraina, bastione europeo per bloccare l’ulteriore avvicinamento delle basi Nato alla Russia.
Si salda inoltre alla Bielorussia.
Nel 2011 si oppone all’invasione della Libia da parte della NATO (che nel frattempo si era pure allargata in Albania e Croazia).
Quando nel 2014 la NATO prova a ripetere il giochino in Siria, manda l’esercito russo e vince la guerra mantenendo Assad al potere.
Nel frattempo la NATO addestra 10.000 nazisti ucraini.
Sempre nel 2014 risponde al colpo di stato in Ucraina organizzato dagli USA, annettendosi la Crimea e piazzando i suoi soldati a dare manforte alla popolazione ucraina (filo russa) nel Donbass.
Nel 2017 la NATO si allarga nel Montenegro e nel 2020 si piglia pure la macedonia del nord.
Nel 2022 in risposta all’addestramento e al finanziamento dell’esercito golpista ucraino, da parte della NATO, penetra nel paese e si annette il Donbass e altre due regioni.
Nel 2023 la NATO annette anche la Finlandia, stringendo ancora la morsa intorno alla Russia.
Da oltre vent’anni funziona così: più la Nato insiste con le aggressioni, più la Russia risponde.
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