lunedì 10 luglio 2023

Sant'Eufemia

lunedì 10 luglio 2023 – Sensi e Sensazioni

Caratterizzata da edifici paleocristiani, trasmette un senso di raccoglimento che prevale sulle notevoli dimensioni e sulla preziosità delle opere d’arte. Sorge nella splendida cornice di Campo dei Patriarchi nella "città vecchia", con accanto il campanile e il battistero. Risale al VI secolo, ma il nuovo edificio venne però terminato nel 579, dal vescovo Elia che la dedicò ai protomartiri aquileiesi Ermacora, Fortunato e Eufemia, martire di Calcedonia sotto Diocleziano e patrona di Rovigno in Istria. L’antica città di Calcedonia, corrispondente a un quartiere dell’odierna Istanbul, fu sede nel 451 del grande Concilio ecumenico tenutosi nella locale basilica di Eufemia.

L'interno è strutturato a tre navate su colonne con capitelli che reggono le arcate. Tra i capolavori medievali, spicca il particolare ambone romanico con i simboli dei quattro evangelisti in basso e una cupoletta quasi moresca in alto.

Il pavimento musivo è molto simile ai canoni stilistici bizantini, il motivo più insigne è quello dell'onda subacquea. I mosaici hanno anche un rilevante valore, comprovato dai circa 40 epigrafi.

Un moderno corridoio sul retro dell’abside del Duomo, conduce al Lapidarium, con la ricca raccolta di manufatti lapidei composta da molteplici frammenti di decorazioni marmoree, iscrizioni, sarcofagi e capitelli, che spaziano dall’epoca pagana al cristianesimo delle origini fino al periodo bizantino e medievale.

A fianco svetta il campanile del ‘400 con San Michele Arcangelo, chiamato confidenzialmente dai gradesi l’ “Anzolo”, dono dei veneziani che, con le ali spiegate, il braccio destro e il dito indice disteso, indica la provenienza del vento.

Dalla parte opposta del Duomo si accede al Battistero che, seppur ripetutamente rimaneggiato, conserva la sua emblematica forma ottagonale oltre a tracce di un bel mosaico pavimentale del VI° secolo; è visibile inoltre il fonte.

In mezzo a sarcofagi d’epoca romana rinvenuti, una curiosa iscrizione sulla tomba di due coniugi: “…SINE ULLA QUERELLA…” ovvero, se non proprio senza mai litigare, senza lamentarsi!




 

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