maggio 2012 - Sensi e Sensazioni
È un olio estratto dai semi della pianta di Argania spinosa, endemica nella zona sud del Marocco.
È particolarmente apprezzato per le sue proprietà nutritive, cosmetiche e medicamentose e utilizzato dalle donne Berbere, sin dai tempi più remoti.
Produzione tradizionale
Raccolti i frutti ed estratti i noccioli, questi ultimi vengono spaccati manualmente e recuperate le mandorle. Per l’olio alimentare le mandorle vengono tostate, mentre per l’olio cosmetico, vengono utilizzate al naturale.
Inserite in un apposito mortaio conico e con l’ausilio di acqua, versata lentamente sull’impasto per controllarne la consistenza, vengono manualmente schiacciate, producendo una pasta chiamata “Malaxage”, con una resa di circa il 50% di olio.
Per dare un’idea: da circa 100 kg di frutto secco, si ottengono circa 7,2 kg di noccioli dai quali derivano 6,5 kg di mandorle, con una resa finale di circa 2 kg di olio di Argan.
Sono necessarie 58 ore di lavoro per avere questo risultato finale. La conservabilità nel tempo, per i fenomeni di ossidazione, è molto relativa. Pertanto le donne berbere conservano i frutti per tutto l’anno e producono piccole quantità di olio in base al bisogno.
I prodotti secondari della lavorazione vengono tutti utilizzati: i frutti secchi, come alimento per il bestiame, i gusci dei noccioli per il fuoco, e il residuo della pasta Malaxage come ingrediente tradizionale del “Sapone nero” tipico delle regioni nord africane e medio orientali, utilizzato nell’Hammam.
L’olio alimentare, di colore più scuro e di odore torrefatto, viene utilizzato come condimento per il pane, il couscous e le insalate. Inoltre, dal’impasto di mandorle tostate macinate e olio, si ottiene l’”Amlou”, una pasta spessa, marrone, con una consistenza simile al burro di arachidi, consumata come surrogato del pane.
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