lunedi 15 ottobre 2012 - Sensi e Sensazioni
La chiamano così, ma il nome è improprio perchè in realtà si tratta di un cinghiale, raffigurato all'erta come per il sopraggiungere del cacciatore. E’ la copia in bronzo di un marmo oggi conservato agli Uffizi, donato nel 1560 da papa Pio IV a Cosimo I de Medici. A realizzarla nel 1633 è stato Pietro Tacca, un grande bronzista del Rinascimento, allievo del Giambologna. Il basamento è ottagonale e ospita una piccola vasca dove cade l’acqua che esce dalla bocca del “porcellino”. La base è arricchita da una raffigurazione, sempre in bronzo, dell'ambiente degli acquitrini dove vive il cinghiale. Anche la base che si vede non è più originale: rifatta nel 1897 da Clemente Papi per rimediare ai danni dall'usura nel tempo, nel 1988 fu rifusa da Ferdinando Marinelli, come conferma un'incisione sul bordo destro. L'originale, con il Porcellino, è dal 2004 al museo Bardini.
La tradizione popolare vuole che, se una monetina messa in bocca al porcellino dopo averne strofinato il naso, cadendo oltrepasserà la grata dove cade l'acqua, la fortuna arriderà tutto l’anno.
Danilo |
Guido |
Nessun commento:
Posta un commento