lunedì 28 aprile 2025

Rossano Calabro - Codice Purpureo

lunedì 28 aprile 2025 - Magica Calabria 

È il Museo diocesano che custodisce il Codex Purpureus Rossanensis, manoscritto onciale scritto in greco antico miniato, realizzato ad Antiochia nel VI secolo, uno dei più antichi evangeliari esistenti al Mondo, reso oltremodo prezioso e unico grazie alle sue bellissime miniature, capolavoro dell’arte bizantina. Esso presenta i resti di un indipendente ciclo di miniature relative alla vita di Cristo, il più antico rimasto in un manoscritto greco.

È uno dei capolavori della letteratura evangelica, costituito da 188 fogli (376 pagine) di pergamena, contenenti l’intero Vangelo di Matteo e quasi tutto quello di Marco. 

La struttura complessiva del manoscritto testimonia come in origine si trattasse di un esemplare, in uno o due volumi, dei quattro Vangeli, preceduti dall’indice dei capitoli.


La scrittura in cui è vergato il testo è la maiuscola biblica: si tratta di forme grafiche che si caratterizzano a partire dal tardo II secolo d.C.

Le miniature conservate nel codice sono quattordici. Di esse, dodici raffigurano eventi della vita di Cristo (La Resurrezione di Lazzaro, L’ingresso di Gesù a Gerusalemme, Il colloquio con i sacerdoti e la cacciata dei mercanti dal tempio, La parabola delle dieci vergini, L’ultima cena e la lavanda dei piedi, La comunione degli apostoli, Cristo nel Getsemani, La guarigione del cieco nato, La parabola del buon samaritano, Il processo di Cristo davanti a Pilato, La scelta tra Gesù e Barabba.
 

Il Codex Purpureus Rossanensis riveste uno straordinario interesse dal punto di vista sia biblico e religioso, sia artistico, paleografico e storico, sia documentario.

Esso sarebbe giunto a Rossano nell’VIII secolo, da Costantinopoli o dall’Egitto e dal Nord Africa islamizzato. Tesi più recenti, invece, suppongono verosimile l’arrivo nel X secolo, coincidente con l’elevazione a diocesi del borgo. Interessante l’ipotesi che suggerisce potrebbe essere stato portato dalla principessa bizantina Teofano, sposa di Ottone II e imperatrice del Sacro Romano Impero, in occasione del suo soggiorno nella città, nell’estate del 982.
 

Oggi il Codex è stato riconosciuto quale Patrimonio dell’Umanità e inserito nelle liste Unesco.


 


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