domenica 6 febbraio 2022

La Sinagoga di Verona

domenica 06 febbraio 2022 – Sensi e Sensazioni 

 

Sapientemente organizzata dal gruppo culturale “Quo Vadis” di Colognola, abbiamo potuto visitare la Sinagoga di Verona, con la brillante guida della dott.ssa Valeria Rainoldi e l’interessante incontro col rabbino capo di Verona. 

Una avvincente esperienza!

La presenza ebraica a Verona risale al VI secolo, ma con ogni probabilità solo nel 1200 gli ebrei fecero ritorno numerosi in città. In quest’ epoca si ha notizia dell’ esistenza di un Tribunale Rabbinico e della presenza a Verona di Rabbi Eliezer, grande autorità rabbinica del tempo e di Hillel da Verona figura di spicco in ambito ebraico e cristiano. Nel periodo della signoria scaligera soggiornò, alla corte di Cangrande della Scala Manoello Giudeo, poeta ebreo contemporaneo di Dante di cui fu amico, e che scrisse in lingua ebraica, latina e volgare. Tra il XV e il XVI secolo a più riprese gli ebrei vennero espulsi e riammessi a vivere in città: il ritorno ufficiale avvenne nel 1408, con il dominio veneziano. In questo periodo gli ebrei si potevano occupare solo della concessione di prestiti a interesse. Molti di loro provenivano dalla Germania, rifugiatisi a Verona a causa delle ripetute persecuzioni nel loro paese. Il cuore del quartiere ebraico era vicolo Crocioni, dove si pensa fosse attiva una piccola Sinagoga. Dal 1422 anche gli ebrei veronesi furono obbligati a portare un segno di riconoscimento che in origine era un disco di stoffa gialla cucito sul petto, sostituito poi all’epoca del Ghetto da un berretto per gli uomini e da un velo per le donne sempre di colore giallo. Espulsi nuovamente nel 1499, rientrarono in città nel 1516 con il permesso di svolgere altre attività tra le quali quelle dei sensali e rigattieri Nel 1604 gli ebrei entrarono ufficialmente nel Ghetto (zona tra via Mazzini, via Pellicciai e via Sella) a seguito della bolla di Papa Paolo IV “Cum Nimis absurdum” che ne richiedeva la segregazione. Durante la prima metà del 1600 un folto gruppo di ebrei spagnoli si stabilì nella zona che ancora oggi si chiama Corte spagnola, costituendo una Comunità sefardita con una propria Sinagoga. I cancelli del Ghetto furono abbattuti nel 1796, con l’arrivo in città delle truppe napoleoniche. Durante il periodo di esistenza del Ghetto si verificarono tre episodi che segnarono la vita degli ebrei veronesi: la peste del 1630 che causò molti morti anche all’interno della Comunità; una grave sommossa popolare anti-ebraica nel 1745 e l’ incendio del 1786 che provocò una decina di vittime e la distruzione di un’area rilevante del Ghetto. Dopo la dominazione austriaca, nel 1866, quando Verona fu annessa al Regno d’Italia, la Comunità aveva raggiunto la sua massima espansione: contava circa 1400 componenti. Con l’unità d’Italia gli ebrei, che avevano partecipato attivamente al Risorgimento, divennero cittadini a tutti gli effetti, godendo di tutti i diritti civili. A quest’epoca risale la costruzione dell’attuale Sinagoga. Negli anni venti il Ghetto venne demolito a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie. Furono però mantenute, dato il loro valore storico le case-torri in Piazza delle Erbe, alte fino a sette piani. In questi anni si terminò anche la costruzione del tempio, inaugurato il 29 settembre 1929. Gli ebrei veronesi erano circa 400. Nel 1938 l’emanazione delle Leggi Razziali privò gli ebrei dei diritti civili fondamentali (lavoro, scuola, proprietà ecc.); dal 1943 si cercò di privarli anche della vita. Le vittime della Shoà furono 63, di cui 30 iscritte alla comunità. La Comunità conta oggi circa 100 iscritti, compresa la sezione di Vicenza. Oltre alla Sinagoga vi è in borgo Venezia un Cimitero Ebraico, che raccoglie le sepolture del primo cimitero di Campo Fiore e di quello di Porta Nuova, funzionante fino al 1856.

Storia della Sinagoga - La costruzione del Tempio di Verona risale al 1864 su iniziativa del Rabbino Pardo. Il progetto iniziale degli architetti Franco e Mantovanelli non fu terminato per mancanza di fondi, e l’attuale edificio è il completamento di quello dell’800 fatto dal famoso architetto Ettore Fagiuoli: venne alzato il soffitto esistente, formando una volta a botte e venne aggiunta la facciata su via Rosani. Il nuovo Tempio, di rito ashkenazita, venne inaugurato il 29 settembre 1929 ed è l’unica Sinagoga a Verona. A sinistra della porta d’ingresso è affissa la lapide in memoria di Rita Rosani, ebrea nata a Trieste nel 1920, uccisa sul monte Comun (Negrar), il 17 settembre 1944. La lapide di destra è a ricordo di tutte le vittime anche veronesi della Shoah. Le figure a bassorilievo a sinistra rappresentano dall’alto la tomba di Assalonne, figlio di David, la Menorah, la Torre di Davide. Quelle a destra rappresentano, sempre dall’alto, la tomba di Rachele, le Tavole della Legge, la Porta d’Oro. Appena varcata la soglia, sulla destra si accede al Tempio piccolo, destinato allo svolgimento delle funzioni durante la stagione invernale e nel quale si può ammirare un bellissimo Aron ha-Qodesh di stile cinquecentesco in marmo di vari colori. Di fronte all’entrata del Tempio piccolo c’è la scala che porta al matroneo. Nel Tempio grande, la Bimah (pulpito) è formata da otto colonnine di marmo rosso, con base sempre in marmo bianco e nero. L’Aron ha-Qodesh (Arca Santa), dove è custodito il Sefer Torah (sacri Rotoli della Legge) è tutto di marmo rosso e risale al 1645. Nel XIX secolo, nella Comunità era attivo un Coro del Tempio, molto apprezzato e che si mantenne in vita fino a pochi anni prima dell’entrata in vigore delle leggi razziali.
 


 

 
 

 

 

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