venerdì 24 luglio 2020

Monastero di Fonte Avellana, arte e storia

venerdì 24 luglio 2020 – Marche da scoprire all’infinito 
 
Situato alle pendici boscose del monte Catria (1701 m.), a 700 metri sul livello del mare.
Le sue origini si collocano intorno al 980, quando alcuni eremiti scelsero di costruire le prime celle di un eremo che nel corso dei secoli diventerà l’attuale monastero.

La spiritualità di questi eremiti fu influenzata da San Romualdo di Ravenna, padre della Congregazione benedettina camaldolese.

Ogni mezz’ora si può partecipare alla visita guidata che permette di conoscere lo “Scriptorium S.Pier Damiani” l’ambiente più significativo, dove i monaci amanuensi trascrivevano isu pergamena antichi testi classici; la sala San Giovanni da Lodi, costruita nel secolo XI per realizzare una chiesa o una cappella, ma utilizzata come laboratorio per la preparazione delle pergamene o la rilegatura dei manoscritti. Si incontra poi il chiostro sempre del XI secolo, con funzioni di raccolta dei monaci prima della celebrazione liturgica; la sala del Capitolo, dove un monaco leggeva ad alta voce un capitolo della Regola di San Benedetto. L Cripta del X secolo considerata la parte più antica. È la chiesa primitiva che caratterizza l’impronta austera dedicata alla preghiera. E infine la basilica Minore costruita a croce latina in stile romanico.

Da non perdere la Biblioteca, “uno dei più bei paesaggi del mondo”, allestita nel 1773, che contiene quasi tutto il patrimonio librario antico di Fonte Avellana, costituito da circa 20.000 volumi tutti stampati a partire dalla scoperta della stampa (il libro più antico è un incunabolo del 1470) fino alla fine del sec. XIX.

E la Farmacia, che nella tradizione monastica medievale era indispensabile per la sussistenza stessa del monastero che, per motivi di scelta religiosa, era isolato dal contesto sociale. In tutti i monasteri c’era un hortus sanitatis dove venivano coltivate le piante medicinali, sotto la direzione del monachus infirmarius, che, sulla base delle informazioni apprese dai libri e dell’esperienza, aveva l’incarico di curare i malati, monaci o pellegrini che fossero.




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