venerdì 4 novembre – Karibuni Mlali
Sembra che qui al Kituo, le linee del disegno di Dio siano scivolate fuori progetto e non si riesce a capire come i tronchetti della felicità innalzino le loro fronde verso il cielo in queste dimensioni!
È anche difficile immaginare che nel centro dell’Africa, con tante difficoltà di sopravvivenza infantile, tanti problemi siano concentrati in bambini, che avrebbero il diritto di poter pensare al proprio futuro e affrontare in piena autonomia i pericoli e le difficoltà che non mancano in queste regioni.
È soprattutto difficile guardarli negli occhi e non provare sensi di colpa.
Sai quanto sia grande il divario tra il loro e il tuo mondo, sai che dopo pochi giorni li lascerai e quel lasciarli è un po’ un abbandono, sai che nonostante siano circondati d’amore, per loro non è mai abbastanza.
E l’impotenza si impadronisce di te sino a farti star male.
Beato chi ha fede, ma in questa realtà, la fede viene messa troppe volte in discussione!
Facile abbandonarsi a loro e stringerli in un grande abbraccio. Il loro sorriso affascina, i loro occhi sono calamite e la speranza di una loro felicità non ti abbandona.
Chi li segue, sia una suora, una fisioterapista, un’infermiera o solo una volontaria, anche se non ha il volto di mamma o papà, è loro immancabilmente accanto e tutti sono meravigliosi nel loro lavoro.
Ma percepisci che, a queste piccole creature, manca qualcosa.
Tornerò a casa ancora una volta “diverso”, portandoli tutti con me, con un grande senso di gratitudine.
“Asante sana”! Grazie, per tutto quello che ho ricevuto.
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