sabato 30 ottobre 2021

Il Castello di Illasi, storia e leggenda

sabato 30 ottobre 2021 – Sensi e Sensazioni 

La ragione che porta alla ribalta questo, tra i molti castelli d’altura presenti sul territorio, vi è certamente che, da qualunque posto delle due valli si osservi, appare come punto di riferimento per il proprio andare, specialmente nel camminare! 

Il suo ruolo profondo, assunto all’interno del paesaggio, nasce non solo per il valore storico, ma anche per le motivazioni che lo legano come segno e traccia del passato, fortemente visibile e percepito nel presente.

Il castello, per il periodo medievale, come la villa per l’età romana, è una struttura insediativa che, nell’immaginario collettivo, diventa simbolo e sintesi di un’epoca.

Poco importa se leggende, racconti e tradizioni che circondano spesso i castelli, raccontano un passato più immaginato e fantastico, che reale.

Lo sguardo che si posa su di esso, sta al di fuori della storia e riflette solo la voglia di avere un partner affidabile nel proprio andare e una figura protettiva da utilizzare per governare la propria dimensione quotidiana.

La storia lo vede centro di una signoria vescovile, fortificazione nella sfera di potere del Comune di Verona, fortificazione controllata dal governo signorile scaligero e visconteo, e infine dal governo veneziano.

Proprietà della famiglia Sagramoso-Pompei, oggi è abbandonato, ma nelle leggende tramandate, emergono stranezze e misteri, che ne presentano un lato curioso.

La murata viva 

Agli inizi dell'Ottocento, nel corso di alcuni lavori di restauro, fu scoperto lo scheletro di una giovane donna, ancora in catene. Per tutti si trattò della rivelazione dell'epilogo della storia del conte Girolamo II Pompei e della sua sposa Ginevra, il cui fantasma vaga da sempre senza pace nel castello: le ossa minute, il piccolo teschio e le catene, raccontavano del terrore e della sofferenza patiti dalla donna in attesa della morte.

Il matrimonio tra Girolamo e Ginevra Serego degli Alighieri, discendente diretta di Dante, era avvenuto nel 1591.

Il conte, uomo più uso alle armi che non ai salotti, lasciava la giovane sposa troppo spesso sola, tanto che il podestà di Verona, Virginio Orsini, fece breccia nel suo cuore dando vita a una passione travolgente.

Malgrado la complicità del di lei fedele servitore Gregorio Griffo, la tresca fu scoperta e il servitore venne ucciso a pugnalate dal conte. 

Ne nacque un processo scomodo, che la Serenissima insabbiò ben presto, ma Virginio Orsini, fuggito a Roma e catturato dalle truppe pontificie, fu decapitato. Tre anni dopo, Ginevra scomparve improvvisamente e nei dintorni, si iniziò a sussurrare fosse stata murata viva in una segreta del castello. 

Le illazioni rimasero tali per secoli, fino alla scoperta dei poveri resti dietro la parete: vennero raccolte ossa e catene in un'urna di vetro e poste in una camera buia di Palazzo Pompei nel 1615.

Poi, il colpo di scena: studi successivi stabilirono che quelle ossa non potessero appartenere a Ginevra, ma a qualche altra infelice vissuta in epoca più recente. 

Chi era l'altra castellana condannata a una fine così tragica? Che ne è stato di Ginevra degli Alighieri?


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