domenica 26 dicembre 2021

Praglia e il Pellicano

domenica 26 dicembre 2021 – Sensi e Sensazioni 

Nella Chiesa, cuore del monastero di Praglia (PD), è custodita un’opera d’arte molto interessante: un crocifisso ligneo di scuola giottesca. Per l’attento visitatore, sopra la testa del Cristo, è facile riconoscere l’immagine di un pellicano, il simbolo antichissimo dell’Eucaristia. 

Il Physiologus” (IV secolo), testo base dei trattati allegorici, narra la leggenda del sacrificio dell’uccello, che offre il suo sangue per nutrire i figli, come metafora dell’amore paterno.

La simbologia deriva dal fatto che la femmina nutre i piccoli stritolando i pesci che tiene a macerare nella sacca membranosa che pende dalla mandibola inferiore. Quindi preme il becco contro il petto e ne fa uscire il cibo, dando così l’impressione che si trafigga il costato per farne uscire il sangue con cui nutre i piccoli.

Il pellicano quindi nutrendo con il proprio sangue i suoi cuccioli si allinea alla figura di Gesù, che si sacrifica sanguinante sulla croce, ma proprio grazie a quel sangue salverà l’umanità. 

La tradizione cristiana medievale ha fatto del pellicano un simbolo di Cristo. San Tommaso d’Aquino scrive: “Oh, pio pellicano, Signore Gesù, purifica me, immondo, con il Tuo sangue”. 

Nella pittura italiana del XIV secolo, influenzata dagli Ordini mendicanti, è utilizzato spesso, basta ricordare la Crocifissione (1442) del Beato Angelico in Santa Croce a Firenze o la Crocifissione (1375) di Giusto de’ Menabuoi nel Battistero di Padova.


 

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