domenica 26 dicembre 2021

Abbazia di Praglia

domenica 26 dicembre 2021 – Sensi e Sensazioni

Sorge ai piedi dei colli Euganei, lungo l’antichissima strada che conduceva ad Este. Fondata tra l’XI e il XII secolo, fu solo con gli inizi del XIV secolo che la comunità di Praglia, radicatasi più stabilmente nel territorio padovano, si rese del tutto autonoma eleggendo un Abate scelto tra le file dei propri monaci. 

 
Nel 1448 aderì alla Riforma di Santa Giustina di Padova, e con questa scelta sancì la sua “seconda nascita” spirituale, culturale e materiale. L’Abbazia visse un periodo fiorente nei secoli successivi, fino alla soppressione napoleonica del 1810. Nel 1834, grazie all’appoggio del governo austriaco, i monaci rientrarono al monastero. La ripresa della vita benedettina a Praglia ebbe però breve durata poiché il 4 giugno 1867 venne varata in Veneto la legge che sopprimeva nuovamente tutte le corporazioni religiose. La comunità fu così sciolta una seconda volta. La maggior parte di essa trovò rifugio nel monastero di Daila, in Istria, in territorio austriaco e a Praglia rimasero solo due o tre monaci, come custodi del monastero. Il 26 aprile 1904 i primi monaci fecero ritorno al monastero e il 23 ottobre seguente la vita dell’Abbazia poté riprendere regolarmente, continuando fino ai nostri giorni. 

Il logo dell’Abbazia è una stella a sette punte, come le lettere che compongno il nome Praglia e che puoi trovare all’interno della chiesa o guardando i rosoni dell’abside.

La Comunità Benedettina di Praglia conta complessivamente 44 membri dei quali 42 professi solenni e 2 professi temporanei.

Il complesso abbaziale (1460-1550) il cui stile integra felicemente il tardo gotico e l’incipiente rinascimento, si articola in quattro chiostri tra loro comunicanti. Da notare alcuni simboli dell’influenza veneziana tra i quali, la canna fumaria, stile minareto e l’alternarsi dei colori delle colonne di marmo rosso veronese col marmo bianco della pietra d’Istria.
 

CHIOSTRO BOTANICO (1480). Il suo spazio interno, destinato in passato alla coltivazione delle piante officinali per la farmacia, ora si presenta come un giardino all’italiana. È il chiostro della portineria, luogo simbolico dell’accoglienza e dei molteplici rapporti tra monastero e mondo esterno.
 
 
CHIOSTRO PENSILE (1490). Situato al primo piano, è sostenuto da quattro pilastri a volta impostati direttamente sulla roccia. Funge da punto centrale dell’intero complesso monastico e collega tra loro i vari ambienti destinati alla vita comunitaria: la sala capitolare, il refettorio, la loggetta belvedere, il chiostro doppio, la biblioteca, la chiesa. 
 

SALA CAPITOLARE (sec XV-XVI). È il luogo dell’ascolto e del dialogo fraterno, e dove si è convocati a consiglio per tutte le questioni importanti della vita comunitaria. Qui inizia ufficialmente l’itinerario monastico con l’ammissione alla prova del noviziato e si conclude, alla fine, con la reposizione dei resti mortali nel sepolcreto. Questo luogo spiega il grande affresco della Deposizione che domina la parete di fondo, opera di Girolamo Tessari (1520 ca.)

REFETTORIO MONUMENTALE (sec XV-XVI). Il portale di ingresso con i due lavabo, il pulpito per la lettura, prescritta dalla Regola durante i pasti, il grande affresco della Crocefissione del Montagna (1490 ca.) lo splendido arredo ligneo in noce e radica, le tele a tempera disposte lungo le pareti raffiguranti scene bibliche, la bellissima e immensa “Palladiana”, fanno di questo luogo uno dei più eleganti del monastero.



LOGGETTA BELVEDERE (secolo XVII). Detta anche del “Fogazzaro” offre un suggestivo scorcio del paesaggio dei Colli e sulla zona rurale del monastero, compreso il giardino e la distesa di lavanda. A sinistra si scorge l’edificio della clausura con le celle dei monaci

 
 
CHIESA (sec.XV-XVI). Dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta, è il cuore del monastero e della vita comunitaria. I monaci vi si raccolgono più volte al giorno per la preghiera liturgica. L’edificio attuale è stato costruito tra il 1490 e il 1550. L’opera d’arte più interessante è il crocifisso ligneo di scuola giottesca.



 

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