giovedì 6 maggio 2021

Colognola ai Colli, camminando tra le ville

sabato 17 aprile 2021 – Sensi e Sensazioni

Il quotidiano camminare per le vie e sentieri di Colognola (Covid permettendo), ti consente di affiancare quanto di bello e piacevole incontri. Uno scorcio di lato, un alzare la testa, un pensiero gradito a quanto la natura ti propone e poi quanto l’uomo e il tempo han saputo costruire. Il più delle volte non sono attraenti immagini, ma talvolta puoi restare stupito e incantato di quanto lentamente ti passa sotto gli occhi, soprattutto per gli edifici antichi, di bei tempi andati, quando ancora si costruiva con il gusto del bello. 

Colognola offre molti scorci architettonici incantevoli e a me piace passando, fissarli in immagini alternative.










Aquadevita. Villa veneta di origini cinquecentesche, in via Trieste, prende il nome da una facoltosa famiglia di mercanti veronesi, ma è nota anche come Villa Bertani. Ha subito nei secoli rilevanti trasformazioni, ma conserva ancora elementi cinquecenteschi, come le finestre al piano terra, quelle ad arco al primo piano e il porticato di quattro arcate.
 
 
Maffei-Faccioli. In via Costafredda, si erge questa dimora di grande valore storico risalente al XVII secolo. Dapprima convento, fu abitata dalla famiglia Maffei Faccioli già dal 1653, come alcuni documenti testimoniano.
Particolarmente importante è la parte superiore della facciata, dove troneggia lo stemma di famiglia. Tutte le finestre sono riquadrate e nella parte superiore sono ornate da un prezioso motivo barocco. Riconosciuta come Villa Veneta; molto interessante l’antico ingresso alla villa in via Trieste.
 

 

 

Vanzetti. In via Ceriani si trova questa villa veneta che sorge su un centuriato romano le cui tracce sono evidenti nelle cantine. Costruita a metà del 500, ha subito nel corso dei secoli varie trasformazioni. Di particolare pregio è il parco settecentesco, ricco di piante secolari, a cui diede grande contributo il professor Carlo Vanzetti, noto agronomo ed economista agrario e di sua figlia Maria Alessandra anch’essa agronoma. La villa è stata ospedale militare durante l’epoca napoleonica e occupata, in seguito, dai Tedeschi e dagli Alleati nella seconda guerra mondiale. Probabilmente edificio del Cinquecento, rimodernato nel Seicento, in cui la splendida posizione ha supplito alla mancanza di fascino. 
 
 
Peverelli-Cavalli. Nella seconda metà del 400 era sede della famiglia Nichesola, situata nel recinto dell’antico castrum di Colognola, divenne proprietà dei Peverelli nel XVII secolo. L’edificio padronale è sobrio ed elegante. Nell’800 passa di proprietà alla famiglia Cavalli. È riconosciuta come Villa Veneta. Sul volto d’ingresso si può leggere la scritta: “Protector noster aspice deus” 1662. 
 
 
Stagnoli-Bertani. Siamo alla Pieve, dove la proprietà degli Stagnoli risale almeno al 1549, che passa poi ai Bertani dopo il 1800. La casa padronale con le barchesse ad est, costituisce un lungo blocco che chiude la corte a nord. Ad ovest, l’alta colombara. Il cortile ha due accessi: uno in corrispondenza dell’ingresso dell’abitazione e l’altro della parte rustica.
 
 
Nichesola-Fano.
Del XVII secolo, enorme, ma semplice nelle forme, è la più nota villa di Colognola, al Piano in via G.Marconi. Un insieme di edifici col solo scopo di rendere suggestivo lo scenario di grande estensione del parco, recintato dall’alto muro del brolo. L’edificio padronale ha una larga facciata tipica delle costruzioni settecentesche, ma probabilmente modificata ai primi dell’Ottocento, come ricorda la scritta 1816 del restauro Nichesola, dopo i danni delle guerre napoleoniche.
 
 
Cervia-Zanella. In località San Vittore, via Ghiaia, sulla strada per Soave, sorge questa corte rurale che risale al 1541, di proprietà della famiglia Cervia. L’edificio padronale a nord, ristrutturato nella seconda metà dell’ottocento, mostra le cinquecentesche grandi finestre con davanzale sporgente sostenuto da mensole e inferriata a museruola e la merlatura ricorda l’edilizia veneziana del Duecento. Il resto dell’edificio ha fattezze dell’epoca comunale. All’interno della corte, le barchesse sono state riutilizzate a fini abitativi.
 
 
Vallese. Dedicata ad Alba, figlia di Carlo Pellegrini e sposa di Tomaso Sommacampagna, questa corte sorge nella zona meno edificata del territorio, un tempo depressa e soggetta all’impaludimento. Presenta la colombara sull’angolo sud-ovest e sull’importante portale di accesso, in bugnato rustico, si legge: “ALBA PEREGRINA ANNO DNI MDCXXI”, con lo stemma della famiglia Pellegrini.
 
Portalupi. L’immobile che sembra datare 1654 come casa da Patron e solo dal 1920, acquistato da don Alessandro Marangoni, ospita la Pia Casa di Ricovero. Si affaccia su piazza Roma al Monte e la facciata si sviluppa su due piani e una soffitta con undici aperture, databile, come tutta la decorazione tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. Il lato a sud in via Pescheria, alto fino a quattro piani dimostra la stratificazione di fasi costruttive nel tempo e la disordinata distribuzione delle aperture.


Pozzoni. In origine (1652) era proprietà Cavalli, ma è nel 1875 che risale la vendita a don Achille Pozzoni. Sorge in via San Nicolò nella zona più panoramica di Colognola, e la casa padronale fronteggia le barchesse. A fine Ottocento subisce un rimodernamento della facciata, arricchita da trifore con porte a volto che al primo piano si aprono su un poggiolo con parapetto in ferro, e l’aggiunta del timpano curvilineo sul tetto. 


Apolloni. In via Marconi 26, si trova la casa padronale, su tre piani e a est, in aderenza con un edificio un tempo di proprietà Zandomeneghi. La radicale trasformazione è della seconda metà dell’Ottocento, voluta dai Nichesola, la facciata fu costruita ex novo, dando risalto a ciò che era un modesto annesso rustico e che è diventato una casa di villeggiatura con parco.


1 commento:

  1. Complimenti Valter, ho visto per caso, ma sono dispiaciuto di non aver avuto possibilita' di vederlo prima. Spero che la tua estrema passione venga riconosciuta.

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