venerdì 3 febbraio 2017

La solitudine è difficile, questione di pasta!

venerdì 3 febbraio 2017 - Sensi e Sensazioni


La tovaglietta della pizzeria di ieri sera recitava: “di che pasta sei fatto?”.

Una vita a rincorrere gli altri, al loro servizio e alle loro decisioni, amando il lavoro d’equipe e le ferie con gli amici, addirittura rinunciando a vivere da soli, quando scatta una molla che ti fa sentire al capolinea.

Forse è la vecchiaia, che con la saggezza trova il modo di litigare quotidianamente, che ti fa capire e ammettere di essere solo. Una delle confessioni più difficili da fare.

Te ne rendi conto, quando le idee che ti frullano per la testa sembrano strane al punto che non riesci più a comunicarle agli altri. 

E pensi che una certa solitudine, dopo un’esistenza complessa e vorticosa, è la conseguenza inevitabile per una persona sensibile e forsanche intelligente.

Passi anni a tentare di trovare chi condivida i tuoi pensieri e le meravigliose sensazioni che hai assorbito; poi scopri che, chi in quel momento ti è vicino, non è sulla stessa tua frequenza d’onda!

Facile da spiegare: chi hai davanti: amico, parente o conoscente che sia, è arrivato sulla terra in momenti diversi, ha vissuto esperienze diverse, in famiglie diverse, ed è fatto di una pasta diversa, come la pizza che ieri sera stavi mangiando, anche lei diversa da quella sua!

E’ altamente improbabile incontrare qualcuno con un’anima uguale alla tua e che potrebbe capirti meglio degli altri. Senz’altro esisterà, ma ci vorrebbe molta fortuna per incontrarlo, specialmente se il tuo carattere è particolare.

La solitudine è l’onere che devi pagare per la tua complessità, per l’intreccio dei tuoi pensieri, per la tua diversa sensibilità.

Ma è anche il piacere di capire e godere della compagnia di “quel” quadro, di “quella” canzone, di o di “quel” libro, forse sfuggiti agli altri.




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