lunedì 22 aprile 2013

“Prima di un lungo silenzio” di Valter Niselli


lunedi 22 aprile 2013 - Pensieri e parole da condividere

Idee di sinistra hanno accompagnato la mia modesta, ma tormentata vita politica e di militanza, E se, alle ultime elezioni, non ho dato il voto al movimento M5S, è perchè è prevalsa la fedeltà a quella sinistra che mi ha sempre fatto soffrire nel suo comportamento. 
Continuerò a credere in certi principi, ma con questo Pd non voglio spartire più niente. 
Questo Pd lo lascio volentieri a chi se lo prende: un Franceschini, un Letta, un Renzi, che lo trasformerà definitivamente in quello che è già, forse senza saperlo, un partito più o meno presentabile. 
Anch'io avrei voluto avere la tessera, come già detto da molti altri, per poterla stracciare.
La scelta di Rodotà era lì che aspettava solo di essere colta per poi procedere ad un governo presidenziale nuovo e riformatore, ma che il Pd dialogasse con Cinquestelle sembrava una resa. Precedentemente Pd + Pdl era un inciucio e così è naufragato Marini. Prodi è stato ucciso invece per mano del Pd, che ha fatto harakiri al suo interno.
  
Il problema vero è che non si può più votare un partito che ha tradito l’unica indicazione chiara delle ultime elezioni: due terzi degli italiani non vogliono più saperne di Berlusconi e di tutto quello che rappresenta.

Invece i rottamatori e i rinnovatori hanno supplicato per il Quirinale il secondo mandato di un ottantottenne e magari riporteranno a Palazzo Chigi, D’Amato, per farci sognare il "nuovo che avanza".

Resterò di sinistra, spero non da solo, ma con i Vendola, con gli Emiliano, con i Civati, con le Serracchiani, con le Boldrini, con le Puppato, se non altro per sentirmi ancora pronto per il fronte, se non in prima, almeno in seconda linea.

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