sabato 31 agosto 2024

Salò e il MuSa

sabato 31 agosto 2024 – Sensi e Sensazioni 

II museo di Salò, racconta la storia della città e del suo territorio attraverso un percorso cronologico articolato, che si snoda negli ampi e affascinanti spazi del monastero e della chiesa di Santa Giustina, edificati a partire dal XVI secolo, per ospitare l’Ordine dei Padri Somaschi, tradizionalmente dedito all’istruzione e all’educazione del clero e del popolo. 

In questi giorni presenta la mostra ” Dallo splendore alle incertezze 1910-1950” un percorso che trae avvio dalle atmosfere dominate dallo “splendore” tipico della Belle Époque, prima di approdare agli scenari minati dalle “incertezze” dei periodi post bellici, i cui esiti contribuirono a spegnere gli entusiasmi iniziali.

Il MuSa propone inoltre altre sezioni tematiche molto interessanti. Da non perdere, sino al 30 settembre, “L’ultimo fascismo 1943-1945. La Repubblica sociale italiana”, un percorso espositivo che affronta i principali aspetti storici dei 600 giorni della RSI.


 



Salò

sabato 31 agosto 2024 – Andar per città 

Si affaccia sulla sponda lombarda del lago di Garda, in provincia di Brescia. Di fondazione romana, divenne famosa nel 1943 quando vi fu fondata la Repubblica Sociale Italiana, anche nota come Repubblica di Salò. 

Il suo centro storico è visitabile a piedi in una bella passeggiata sul lungolago.

Per chi arriva con il traghetto, l’approdo è in Piazza della Vittoria direttamente sul lago. Squadrata, vi si affacciano diversi importanti palazzi. Il monumento ai caduti, realizzato nel 1930 da Angelo Zanelli a cui il paese ha dedicato addirittura una piccola piazzetta. 

Il palazzo della Magnifica Patria e il palazzo del Podestà sono praticamente un unico edificio costruito nel cinquecento, con lo scopo di ospitare la confederazione di trentasei comuni che si affacciavano sul lago di Garda lungo la sponda bresciana e che aveva il compito di definire gli aspetti politici e amministrativi della zona.
Il nome di palazzo della Magnifica Patria deriva però dal 1426, quando Salò passò sotto il dominio della Serenissima e acquisì il titolo di Magnifica e figlia primogenita della Serenissima. Nel loggiato sono presenti quattro lapidi che testimoniano il passaggio di personalità del Regno d’Italia da Salò. 

Risalendo via San Carlo, si arriva in piazza Angelo Zanelli, con le facciate seicentesche dei palazzi che la decorano e al centro una colonna con la statua di San Carlo, patrono di Salò.

Si giunge quindi alla Porta o Torre dell’Orologi, su piazza Vittorio Emanuele II, che segna l’ingresso da ovest al centro storico. La porta risale al XIII secolo.

Quasi nascosta sul fianco, si trova la chiesa di San Giovanni Battista Decollato, a navata unica e con pianta a forma di croce greca, costruita a metà del XIV secolo. San Carlo Borromeo decretò il passaggio della Chiesa di San Giovanni Battista Decollato ai Cavalieri di Malta. All’interno, una saletta dedicata al ricchissimo reliquiario. 

Il Duomo, ovvero la chiesa di Santa Maria Annunziata, in piazza del Duomo, trae le sue origini tra la metà del XV secolo e gli inizi del XVI secolo, ispirato alla chiesa di Sant’Anastasia di Verona. Lo stile tardo gotico che lo caratterizzava si fonda con quello rinascimentale. 

La facciata in pietra ha una forma a capanna con tre portoni di’ngresso. Internamente è diviso in tre navate che corrono lungo le cinque campate che si concludono in tre absidi poligonali. Il grande crocifisso in legno posto sull’altare, risalente al XV secolo fu apprezzato dal Mantegna, che lo definì il più bello che avesse mai visto.



 

 

 

 





 

Cinquantesimo

sabato 31 agosto 2024 – Sensi e Sensazioni 

Lo so! È un traguardo molto importante, specialmente di questi tempi! E raggiungerlo, oltre a una dose importante di fortuna, è necessaria tanta intelligenza, sopportazione e anche amore! Da entrambe le parti.

Come poter organizzare una giornata all’insegna del festeggiamento? Subito d’accordo!

Abbiamo pensato a portarci in quel di Bardolino sul Lago di Garda. Percorrere a piedi i chilometri che ci separavano da Garda e imbarcarci sul traghetto con meta Salò nel bresciano.

Pranzare al “Gallo Rosso” un ristorante di vecchia conoscenza, acculturarci nel MUSA, alla scoperta delle sue interessanti mostre e perderci poi nei vicoli della sempre deliziosa cittadina.

Ritornare quindi a Garda, farci raggiungere da amici di sempre per poi andare a cena da “Pino” e rimanere in piacevole compagnia.

Giornata impegnativa, ma credo abbia coronato questa solenne e preziosa data in maniera intensa, solenne e … alla nostra maniera.

Grazie Paola
 


 

 

venerdì 30 agosto 2024

Da Giazza a Monte Torla e ritorno

venerdì 30 agosto 2024 - Il mio Cammino 

Il rifugio di Monte Torla è una meta molto frequentata e se chiedi a qualcuno come arrivarci, ti sciorina che è un percorso facile e che, a piedi, partendo da Campofontana, in 50 minuti, ci si arriva. 

Ma se vuoi provare un brivido in più, devi affrontarlo da Giazza, sui sentieri 251 e 285, con un dislivello di 611 metri, in qualcosa di più di 2 ore. 

L'antica Malga con casara, si trova ai confini della Lessinia orientale, lungo la Via Vicentina dove le tre province si incontrano, luogo di passaggio tra la Val di Chiampo e la Val d'Adige. 


 

 

giovedì 15 agosto 2024

Festa dell’Assunta a San Colombano

giovedì 15 agosto 2024 - Sensi e Sensazioni 

Ferragosto, festa da quando nel 18 a.C. l’imperatore Ottaviano Augusto istituì le feriae Augusti e giornata in cui la chiesa festeggia l’Assunzione della Vergine Maria al cielo. Fu papa Pio XII, il 1° novembre dell’anno Santo 1950, a proclamarlo solennemente come dogma di fede. 

“Fin dal 1400”, scrive un parroco del 1700, “trovasi eretta di là dai monti una cappella ovvero oratorio sotto il titolo di San Colombano, di ragione e di dominio della comunità d’Illasi, con un’immagine miracolosa di Maria Santissima…”. 

Grazie alla festività e all’occasionale apertura della chiesa, sono riuscito a visitare questa carinissima chiesa, che presenta, all’interno, delle chicche veramente originali. I due affreschi di Santa Caterina di Alessandria (1665) e il non ben definito San Colombano, con un libro in mano; sulla parete il vecchio altare del 1765, voluto dalla famiglia Pompei. E poi il triittico di età rinascimentale, che vede sempre la Madonna seduta in trono allattante il bambino e attorniata dai Santi Giobbe, Colombano, Sebastiano e Rocco, protettori di epidemie e carestie vissute dalla gente di Illasi nel corso dei secoli, tanto da eleggere come punto di riferimento e motivo di speranza, la Madonna di San Colombano.