giovedì 17 aprile 2014

Figueres e Il Grande Masturbatore

venerdì 20 agosto 2004 - Sensi e Sensazioni

Di origine romana, anticamente fortezza catalana, il paese vede la nascita e morte di Dalí (1904-1989). Ospita il famoso Museo, tappa fondamentale per immergersi nell’esperienza artistica del grande pittore. Il museo è stato creato su misura dallo stesso Dalì, che acquistò il vecchio teatro di Figueres e lo ristrutturò. Si riconosce da molto lontano grazie alle gigantesche sculture a forma di uova sistemate sul tetto. L’interno è un bizzarro viaggio tra volumi e colori e ospita la più grande collezione di opere dell’artista insieme a fotografie, sculture, mobili e oggettistica. Il pittore catalano è qui sepolto, in una cripta.







Il Grande Masturbatore (1929)
Un’opera da vedere prima di morire (Museo Nacional centro de arte Reina Sofía di Madrid)

E’ una delle più importanti, sconcertante e seduttiva, opere pittoriche di Salvador Dalí. 
In primo piano si vede l'autoritratto dell'artista, che subisce una metamorfosi fino a diventare il busto di una donna e le gambe di un uomo. Una bizzarra commistione tra una testa umana e le rocce della Costa Brava dei dintorni di Cadaques, modellate nelle forme più imprevedibili del mare e del vento.  
Alcuni segni rivelano l'ossessione e la paura di Dalì per il sesso. II motivo centrale e il titolo scelto dall'autore non lasciano dubbi circa le possibili implicazioni sessuali, indicate chiaramente anche dalle figure in alto a destra e dai simboli fallici, quali il pistillo della calla e la lingua oscenamente rosata del leone africano. 
Viene considerato uno dei dipinti più deliranti di Dalì e in esso si riflette il profondissimo disagio che opprimeva in quel momento l'artista, il quale temeva persino di perdere la ragione. 
Descrive inoltre la sua paura di castrazione dettata dal sangue che scorre sulle gambe dell'uomo. 
Le conchiglie, i sassi, un albero, sono tutti elementi che rievocano ricordi infantili mai estinti, insieme alla sua solitudine (l’omino in basso a sinistra) e l’incontro agognato con la donna. L’uovo, si riferisce al periodo intrauterino, alla fase prenatale che simboleggia la speranza e l’amore, in cui l’artista cerca rifugio e rigenerazione. 
Inoltre, la fobia incontrollabile per le cavallette, figure ricorrenti in tutti i suoi dipinti. L'animale ha una forma piuttosto geometrica e “dura” e sta attaccato al capo “molle” che dovrebbe essere la bocca, del tutto assente. E’ in stato avanzato di decomposizione e proprio questo fatto ha attirato le formiche che ormai sono già un mucchietto brulicante. 


Un pazzo è colui che la società definisce tale perché fuori da “schemi” comuni, da canoni preconfezionati e comunemente condivisi, ma un pazzo è anche colui che inneggia alla propria libertà a dispetto di critiche e pregiudizi: "La sola differenza tra me e un uomo pazzo è che io giro indisturbato e guadagno miliardi". Salvator Dalì 


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