lunedì 11 novembre 2024

L’Oca di San Martino

lunedì 11 novembre 2024 - Sensi e Sensazioni 

 

“Chi no magna oca a San Martin no’l fa el beco de un quatrin”. Mangiare l’oca nel giorno dedicato a San Martino è una tradizione che affonda le proprie origini nei secoli. 

 

L’11 novembre entrò a far parte delle feste cristiane proprio grazie a San Martino che fu da sempre collegato alle oche. Si narra infatti che, quando Martino viene acclamato dal popolo come vescovo della città di Tours in Francia, l’umile prete, che voleva rimanere semplice monaco, si nascose in una casupola di campagna. A smascherarlo però fu lo starnazzare delle oche che scorrazzavano per l’aia e quindi il chierico, scoperto dai paesani, fu costretto ad accettare l’incarico. 

 

Proprio la sua vita, tra le campagne e i ceti più poveri, è legata a riti e usanze della tradizione contadina. Il giorno 11, conosciuto come estate di San Martino, l’autunno si fa più mite e non è raro incontrare giornate molto soleggiate. 

 

Cade inoltre proprio in un periodo di grande fermento per il mondo agricolo: nei vigneti si aprono le botti per i primi assaggi del vino “novello”; era pratica comune rinnovare i contratti agricoli e si tenevano le fiere di bestiame. 

 

In questo giorno, per tradizione, bisognava quindi festeggiare e cibarsi dell’oca, piatto tipicamente veneto. 




mercoledì 6 novembre 2024

Sacrario militare del Pasubio

mercoledì 6 novembre 2024 - Sensi e Sensazioni 

Noto anche come sacello-ossario del Pasubio è un monumento ai corpi di 5.146 soldati italiani e 40 austro-ungarici, caduti nella prima guerra mondiale, sul monte Pasubio. 

Si trova sul colle Bellavista, che domina la Val Leogra, proprio sotto il monte Cornetto, a circa 2 chilometri da Pian delle Fugazze.

È una possente costruzione progettata da Ferruccio Chemello e decorata da Tito Chini e Umberto Bellotto che assomiglia a un faro, alto 35 metri, con lanterna luminosa sulla sua sommità.

È costituito da due parti: l'ossario e il sacello. L'ossario, ricavato nel basamento della torre, comprende una cripta centrale e due gallerie concentriche che raccolgono i resti di 70 decorati al valore militare e la salma del generale Guglielmo Pecori Giraldi, comandante della 1ª Armata.

Un'ampia gradinata conduce a una terrazza con balaustra che circonda la torre e uno stupendo panorama di tutta la vallata sottostante. 

La “Fondazione 3 Novembre 1918”, eresse quest’opera, inaugurata il 29 agosto 1926 alla presenza del re.

L’epigrafe murata a mezzogiorno recita: “La Prima Armata / infranto due volte / l’orgoglio nemico / balzò / dal Pasubio al Brennero / assicurando all’Italia / i suoi termini sacri”.

Lì vicino è presente anche un piccolo museo dedicato alla prima guerra mondiale.  

Il sacrario del Pasubio, insieme a quelli di Tonezza del Cimone, del monte Grappa e di Asiago compare nello stemma della provincia di Vicenza. 


 

 


Circuito Pian delle Fugazze

mercoledì 6 novembre 2024 – Il mio Cammino

Giornata splendida nonostante l'autunno inoltrato!

Partenza da Caldiero ore 7:15 e posteggio auto in prossimità dell’Albergo al Passo.

Siamo ai piedi del Monte Pasubio, in Vallarsa, provincia di Trento, a quota 1163 metri, a Pian delle Fugazze valico fra le province di Trento e Vicenza.


Ci incamminiamo sulla SS46 Diramazione Ossario, per visitare il Sacrario del Pasubio, con le spoglie di 5186 soldati caduti durante la prima guerra mondiale, e fare una riflessione su quanto siano stupide le guerre, ma sempre attuali!

Prendiamo poi il sentiero dell’Emmele che ci porta, alternandosi alla Strada del Re, ad attraversare il Ponte sospeso dell’Avis e quindi, sempre percorrendo la strada del Re, sino ad arrivare in località Loffa a 1420 metri, per poi giungere al Rifugio Campogrosso a 1457 metri, dove, con una fetta di strudel e un bombardino, recuperiamo le forze spese.

Siamo nella Comunità Montana Agno Chiampo in territorio di Recoaro. Qui prendiamo il sentiero che fiancheggia la Sisilla (1621 metri) e siamo in quota (1543 metri). Cominciamo a scendere e ci inoltriamo in uno splendido bosco di faggi sino ad arrivare a Malga Boffetàl; ci fermiamo alcuni minuti per riprendere fiato, ma soprattutto per ammirare il paesaggio che sa stupirci.

Cammina cammina sempre nel bosco autunnale, arriviamo sulla 157, Strada delle Sette Fontane che alla fine confluisce sulla SP219 di Camposilvano per giungere al nostro parcheggio.

Distanza: 14,89 chilometri
Altitudine massima 1.544 metri
Tempo in movimento: 3 ore 46 minuti
Tipo di percorso: Anello