lunedì 11 novembre 2024 - Sensi e Sensazioni
“Chi no magna oca a San Martin no’l fa el beco de un quatrin”. Mangiare l’oca nel giorno dedicato a San Martino è una tradizione che affonda le proprie origini nei secoli.
L’11 novembre entrò a far parte delle feste cristiane proprio grazie a San Martino che fu da sempre collegato alle oche. Si narra infatti che, quando Martino viene acclamato dal popolo come vescovo della città di Tours in Francia, l’umile prete, che voleva rimanere semplice monaco, si nascose in una casupola di campagna. A smascherarlo però fu lo starnazzare delle oche che scorrazzavano per l’aia e quindi il chierico, scoperto dai paesani, fu costretto ad accettare l’incarico.
Proprio la sua vita, tra le campagne e i ceti più poveri, è legata a riti e usanze della tradizione contadina. Il giorno 11, conosciuto come estate di San Martino, l’autunno si fa più mite e non è raro incontrare giornate molto soleggiate.
Cade inoltre proprio in un periodo di grande fermento per il mondo agricolo: nei vigneti si aprono le botti per i primi assaggi del vino “novello”; era pratica comune rinnovare i contratti agricoli e si tenevano le fiere di bestiame.
In questo giorno, per tradizione, bisognava quindi festeggiare e cibarsi dell’oca, piatto tipicamente veneto.