giovedì 2 ottobre 2025

Dove osano le Mongolfiere - Cappadocia

giovedì 2 ottobre 2025 - Turchia Gran Tour 

Se sei alla ricerca di immagini irreali che conosci solo per averle memorizzate nei libri di viaggio, nei documentari o solo navigando su internet, la Cappadocia te le offre, a caro prezzo, ma ben speso, in una terra sospesa tra rocce e fiaba. 

Dopo una levataccia ché ancora fa buio, ti ritrovi in valli che sembrano scolpite a mano, pinnacoli di tufo, forme surreali create dal vento e dal tempo. Il silenzio della pietra e la luce morbida della prima alba. 

Il campo di decollo improvvisamente appare e come elefanti sdraiati le mongolfiere a distesa ricevono le prime cure. Il rumore soffocato dei bruciatori disturba quel silenzio in tutta la vallata, poi piano piano gli elefanti con difficoltà si mettono in piedi. Mongolfiere ovunque, i piloti cominciano a dare istruzioni e li senti dal crepitare dei loro walkie-talkie. Frastornati e un po’ timorosi ci accingiamo, con difficoltà a salire sull’enorme cesta rettangolare. Siamo in 28, ma non è un problema. I volti svelano un po’ di titubanza, ma ci rincuoriamo a vicenda e guardiamo in faccia il vicino per trovare conforto. Un rispetto spontaneo e silenzioso unisce i compagni di viaggio: le voci sono sussurri, come se ognuno sapesse di trovarsi dentro qualcosa di sacro. Salire a bordo è un rito. Poi cominciamo ad alzarci, poco a poco, come se la terra ti lasciasse andare con dolcezza.

Intorno, altre mongolfiere. Centinaia. Colorate, sospese, perfette. Nessuna musica, nessuna parola superflua. Solo il respiro del vento e il suono caldo del fuoco che ci tiene in aria.

E poi il sogno prende il volo

L’alba è un soffio lento che si apre nel cielo: il mondo si sveglia sotto di te, e per un attimo sembra tutto immobile, come sospeso in un sogno che non vuol finire.

E la Cappadocia sotto i piedi si apre come un libro di pietra: la Valle delle Rose, Göreme, i camini delle fate, le gole e i canyon. Tutto si muove lento, maestoso.

E gli occhi assorbono quel tutto. I camini di roccia, il rosa pallido dell’alba, mongolfiere che fluttuano come sospiri nel vento.

Per un momento pensi a quanto generosa sia la vita e ringrazi la strana sferzata che colpisce chi ha visto e avuto troppo. Tra cielo e terra provi l’incanto che ti fa tacere.

Un’ora che passa troppo in fretta. Il pilota mostra la sua bravura quasi adagiandoti all’interno dei coni di pietra, andando a baciare altre mongolfiere, e poi l’atterraggio perfetto sul carrello di trasporto.

Il gesto antico del brindisi a terra, una tradizione che affonda nel 1783, quando i fratelli Montgolfier fecero salire il primo pallone nei cieli di Versailles, chiude un’esperienza che lascia i cuori gonfi di gioia. 

 
 
 

 


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