venerdì 31 marzo 2017

A modo mio

venerdì 31 marzo 2017 - Come la penso



Vivere “di routine” è, per quasi tutti, facile e comodo. Quello che ci propinano gli altri viene preso come metodo di vita. Viaggi, programmi televisivi, ristoranti, prodotti, alimenti, medicinali, tutto ciò che fanno parenti, amici, vicini di casa. Il vivere cioè in maniera predefinita è dannatamente comodo.

Fare delle scelte che gli altri hanno fatto per te, anche se non ti vanno bene, anche se ti vanno strette, anche se ti danno fastidio, sino a farti male, le giustifichi, le adatti e le accetti e non cambi più.

Qualcuno chiama questo “tran tran” di vita una scelta, la sua scelta, ma non si accorge di essere già morto prima ancora dei crisantemi.

E allora che fare? un giorno o l’altro “deve” scattare quella molla che ti fa dire: “A modo mio!” 
Non da domani o da oggi, ma da questo momento, farò a modo mio!

Mi rimetto in gioco, programmo, non accetto consigli da alcuno, vivo la mia vita o quel che ne rimane e la costruisco, modellandola a mia immagine e somiglianza, cercando di essere il soggetto attivo, l’interprete principale di quel film che ho sempre sognato di girare. 
E non importa se questo avviene a trenta, cinquanta o a settant’anni, l’importante è ri-mettersi in discussione.

Sarà senz’altro più complicato, più difficile e magari pericoloso, ma le gratificazioni non tarderanno a raggiungerti. 

Se riuscirai a fare tutto questo, non vincerai certo la partita, ma almeno avrai calpestato l’erba del campo centrale con i tuoi piedi!


Azerbaijan, novembre 2007

Tunisia, maggio 2010

Islanda, luglio 2011

Marocco, maggio 2012

Tanzania, novembre 2013







domenica 26 marzo 2017

Non è un paese per giovani di Giovanni Veronesi

domenica 26 marzo 2017 - Andiamo al Cinema


L'idea del film nasce dall'esperienza del regista con ragazzi espatriati per trovare quel lavoro che, qui in Italia, non c'è più.

La rabbia dei giovani, umiliati nella dignità e persino nella virilità, fino a far riscoprire una ferocia animale, poteva forse essere il tema da sviluppare con più spessore. 

Una Cuba finalmente libera dagli stereotipi imposti, che ci viene presentata nelle sue bellezze, spiagge incontaminate e mare cristallino, per esaudire tutti i sogni dei turisti.

Il cameo offerto da Frassica, con la sua capacità di rubare la scena, è la parte più simpatica e incisiva del film.

Ottima l’interpretazione della giovane e sconosciuta Sara Serraiocco, la bizzarra e strana ragazza coi capelli rasati, che effettivamente dà tono alla pellicola.

venerdì 24 marzo 2017

Silence di Martin Scorsese

venerdì 24 marzo 2017 - Andiamo al Cinema


Dobbiamo intanto dire che il film racconta la storia vista da entrambe le parti e, in questo, Scorsese è un grande.

Poi la fotografia è potente e magnetica e quando si sofferma sui paesaggi giapponesi è imponente.

La colonna sonora in pratica non esiste e il silenzio la fa da padrone sottolineando le immagini.

Possiamo quindi addentrarci nel tema della pellicola: una riflessione su quanto si chiama fede, religione o religiosità e lo scontro tra culti e culture.

17° secolo, due mondi opposti, religione, filosofia e stili di vita diversi, ognuno a difendere i propri ideali, le proprie ragioni, il proprio modo di vivere.

Le atrocità verso gli innocenti nella persecuzione dei cristiani giapponesi e la errata evangelizzazione a snaturare le radici culturali di un popolo.

Pellicola difficile, su un argomento storico difficile, ma molto ben congeniata. Un capolavoro, forse l’opera migliore di Martin Scorsese.



Valeria e Festa del papà

sabato 18 marzo 2017 - Sensi e Sensazioni

Cosa può voler di più un papà, di una particolare e splendida giornata, trascorsa con la propria figlia, nella cornice di una città meravigliosa!




Catapultati su Italo delle 18:17 siamo a Firenze alle 19:44 e subito a conoscere Raoul, amico di Paolo e ormai diventato anche nostro, all’hotel Cantoria di via Nazionale. 

Il tempo per i convenevoli e di lasciare il trolley e ci buttiamo in piazza del Mercato centrale, che alla sera prende vita, per sederci in una favolosa stanza del ristorante ZàZà ad assaporare il desiderata di una “comesideve” fiorentina accompagnata da un discreto chianti classico.



Verso le 23:00 siamo nel centro storico, che l’ora fatale vede brulicare di giovani e turisti.


Sveglia e colazione verso le 9:30 per poi riversarci tra le bancarelle del mercato a curiosare come turisti della domenica. Ci attende una giornata intensa tra le vie e i vicoli della capitale, ma siamo pronti a scarpinare per i “fondamentali” che Valeria ancora deve assimilare.







Pronti per riversarci a gustare il famoso panino da “alll’antico vinaio” in via dei Neri, costatoci fatica e sudore in una coda di circa un’ora.


Appuntamento alle 14:30 con la cultura: profonda immersione nelle meravigliose opere e monumenti conservati in Santa Croce, dove ho potuto far bella figura come cicerone innamorato sia della basilica che della mia accompagnatrice.


Oltre due ore, forse poche, per incontrare i grandi uomini che hanno fatto la storia di Firenze e dell’Italia e che il mondo ci invidia e poi a lottare con i trigliceridi, con gli squisiti Cantucci, nelle varianti una migliore dell’altra, al laboratorio di pasticceria “il Cantuccio di San Lorenzo”.

Su e giù per le vie del centro a scattare foto, aspettando l’incontro col tramonto dalle sponde dell’Arno e la dolce sorpresa del gelato squisito nei vari gusti originali, a “la Carraia” una gelateria eccellente.





Come tutte le cose belle, anche la giornata volge al termine. Abbiamo ancora il tempo di passare dal Mercato Centrale, per una breve visita a quel centro alimentare e una degustazione di prodotti.

Un saluto al gentilissimo e ormai amico Raoul per poi risalire sul treno verso casa.

Arrivederci Firenze, con la promessa di un ritorno per un più tranquillo e approfondito incontro.



mercoledì 22 marzo 2017

Santa Croce e Cappella dei Pazzi

domenica 19 marzo 2017 - Sensi e Sensazioni

All’interno della basilica, nel 1429, Andrea de 'Pazzi intraprese la costruzione della sala capitolare (Cappella dei Pazzi), progettata e iniziata da Filippo Brunelleschi, ma conclusa solo molto tempo dopo la sua morte. Si tratta di uno degli edifici più armoniosi del Rinascimento fiorentino, e non è decorata da affreschi, ma da tondi in terracotta invetriata, realizzati da Luca della Robbia e dai suoi seguaci.




Luca

Giovanni

Matteo

Marco


domenica 19 marzo 2017

Santa Croce e Itale Glorie

domenica 19 marzo 2017 - Sensi e Sensazioni

Santa Croce fu il luogo d’incontro di umanisti, scienziati, teologi che contribuirono fortemente alla creazione dell’identità fiorentina tra il medioevo e il rinascimento.

Foscolo la battezzò “tempio dell’itale glorie” perchè lungo entrambe le navate si trovano sepolti personaggi che si distinsero nell’arte, nella musica e nella letteratura, tra i quali: Galileo, Michelangelo, lo stesso Foscolo, Alfieri, Machiavelli, Rossini e Leon Battista Alberti

Poiché la chiesa nel XIX secolo assunse il ruolo di vero e proprio pantheon, sono inoltre innumerevoli le targhe a ricordo, tra cui il cenotafio di Dante.







Al di sotto del transetto invece si trovano i sotterranei dove sono raccolti i resti di coloro che ebbero sepoltura nella chiesa e i caduti fiorentini della prima guerra mondiale. 






Santa Croce e Cenacolo

domenica 19 marzo 2017 - Sensi e Sensazioni


Il refettorio colpisce il visitatore con la sua imponente e affascinante parete affrescata. In uno spazio dilatato con soffitto a capriate, ci si sente trasportati verso una miriade di figure e cartigli.

Osservando attentamente si intravedono rappresentate ben sei diverse scene: Crocifissione, Ultima cena, San Benedetto in solitudine, Gesù a cena dal Fariseo, San Francesco che riceve le stimmate e una storia di San Lodovico di Tolosa.

Taddeo Gaddi, studente di Giotto, impiegò circa trent’anni, fra il 1334 e il 1366 per creare questa specie di gigantesco “albero di Natale” carico di personaggi e iscrizioni.

La Croce è il cuore della storia, è l’Albero della Vita e il centro di un messaggio di salvezza annunciato ai profeti attraverso i cartigli che si diramano.


L’Ultima Cena è descritta nell‘attimo nel quale Gesù annuncia il tradimento di Giuda, rappresentato di schiena, isolato dal resto dei compagni, in modo da permettere di individuarlo immediatamente. La tavola, rappresentata con prospettiva ancora rudimentale, è imbandita in modo semplice con pochi utensili, fra i quali si riconoscono ampolle, coltelli e pani.  

Santa Croce e Chiostri

domenica 19 marzo 2017 - Sensi e Sensazioni

Uscendo dalla basilica vera e propria, verso l’interno, si incontrano i tre magnifici chiostri.

Il principale, detto di Arnolfo, con riferimento a Arnolfo di Cambio, progettato insieme al refettorio in una delle fasi costruttive iniziali del complesso: lo attesta l'uso dei sottili pilastrini ottogonali con capitelli a foglie d’acqua invece di colonne.





Un elegante portale introduce al chiostro del Brunelleschi, così detto anche se ultimato nel 1453, molti anni dopo la sua morte, probabilmente da Bernardo Rossellino. Il porticato inferiore, su colonne in pietra serena, presenta volte a crociera, mentre nella loggia superiore sottili colonne sorreggono una trabeazione. 






Il chiostrino antico di metà duecento, rappresenta il cuore del complesso francescano.


Santa Croce e Ultima Cena

domenica 19 marzo 2017 - Sensi e Sensazioni

Realizzata nel 1546 per il refettorio delle Murate su cinque pannelli in legno di pioppo, in una lunghezza di 6,60 metri e un'altezza di 2,62, è in Santa Croce solo dal 1815.


Questo capolavoro del Vasari, nell’innondazione di Firenze, rimase per dodici ore sommerso dall'acqua, che nel Cenacolo raggiunse un livello di cinque metri. 

Solo l’intervento immediato con l’asciugatura in ambiente controllato, riuscì a scongiurare conseguenze irreparabili, ma solo nel 2003 si potè intervenire nel restauro per poter garantire all’opera una sua vita futura.

Sicuramente è un Vasari diverso da quello di mezzo secolo fa, ma reso forse ancora più eccezionale da una pulitura che ne ha riportato in luce la straordinaria vivacità dei colori, e senz'altro più sicuro, protetto non solo da una nuova cornice ma anche da una scatola di conservazione climatica, concepita per prevenire futuri movimenti del legno.

Un risultato eccezionale, una storia straordinaria di studi, speranze, restauro e avanguardie tecnologiche, in una combinazione di "eccellenze", "determinazione" e "generosità" al servizio del patrimonio culturale italiano.