giovedì 25 settembre 2025 - Come la Penso.
Il ministro Crosetto, parlando alla Camera, ha dichiarato che l’Italia non potrà garantire la sicurezza della Global Sumud Flotilla se entrerà "nelle acque di un altro Stato (Israele), che considera questa operazione quasi un atto ostile".
Ma le acque davanti a Gaza sono territorio palestinese, non sono israeliane, non lo sono mai state e nessuna risoluzione delle Nazioni Unite ha mai riconosciuto tale status.
La Convenzione Onu sul diritto del mare del 1982 stabilisce che ogni territorio costiero possiede dodici miglia nautiche di mare territoriale. Gaza, pur privata della possibilità di esercitare una piena sovranità a causa dell’occupazione militare, resta territorio palestinese riconosciuto dalle Nazioni Unite e, dunque, ha diritto a quel tratto di mare. Oltre le dodici miglia, cominciano le acque internazionali, delle quali nessuno Stato può appropriarsi.
Considerarle acque israeliane significa riscrivere le carte geografiche e pretendere che la forza sostituisca il diritto.
La realtà quindi è semplice: le navi umanitarie navigano in acque internazionali, con destinazione un territorio che ha diritto al suo mare. Non violano alcuna legge e chi le attacca commette un atto di guerra.


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