mercoledì 10 settembre 2025

Illasi e la Malintesa

mercoledì 10 settembre 2025 - Sensi & Sensazioni

In prossimità di San Colombano, su un tratto del percorso della Vecia Via della Lana, si incontra questo piccolo, ma assai interessante edificio detto la Rotonda (o la Malintesa).

Di pianta circolare, del tutto inusuale rispetto alle torri o ai punti di vedetta tipiche delle fortificazioni scaligere, con un aspetto esteriore che si fa notare per il rigore formale delle pietre di color grigio che lo compongono e che determinano un reticolato ordinato che si sviluppa su moduli regolari in altezza e larghezza.

Alla monocromia della muratura, si contrappone la gronda, di diverso materiale e forma, che crea una fascia scura alla vista di particolare effetto visivo e architettonico.

La copertura, leggermente a falda, è formata da otto pietre triangolari che mimetizzano e non fanno intuire la cupola interna. E’ sormontata da un basamento circolare sul quale poggia una sfera con croce in ferro, in parte leggibile nella sua forma originale, che sollecita ad ulteriori indagini.

Il portale d'ingresso dell'edificio introduce in un piccolo spazio circolare. L'incavo al suo interno suggerisce la presenza, in passato, di un camino, mentre nella parte più alta si possono osservare delle fessure dove presumibilmente alloggiavano delle travi.

Al di sopra dell’entrata una lapide reca la seguente scritta:

BONIFACIUS. SPREA. F. ANDREAE. LATIORUM. F. COLLE. SECTO. IMPLETA. VALLE OLEAS. POSUIT. HANC. CONDIVIT ANNO. SAL. M.D.CCC.XVII che indica che Don Bonifacio Sprea, un sacerdote di Illasi, ha tagliato il monte e riempito la valle, piantato ulivi e costruito l'edificio nel 1817. 

 Molti interrogativi rimangono sul suo uso e funzionalità ad uso civile o religioso.

Nel testamento di Don Bonifacio Sprea è evidente la sua grande generosità; alla sua morte, avvenuta nel 1860, lascia in eredità al Santuario di San Colombano un campo di ulivi, chiamato "Triangolo" perché corrispondeva ad un perfetto triangolo isoscele, che includeva la Rotonda, costruita da lui stesso come luogo di meditazione e scrittura e che si collocava proprio al vertice della figura geometrica.

Il triangolo formato dall'appezzamento non sembra casuale, troppo perfetto. Dev’essere stato studiato e realizzato appositamente (nell’iscrizione “tagliato il monte e riempita la valle”).

Il lascito di Don Bonifacio Sprea, prevedeva però l'obbligo di celebrare una messa ogni prima settimana del mese, tuttavia il reddito previsto non compensava l'onere per la celebrazione delle 12 messe annue e non essendo possibile modificare le disposizioni testamentarie, l'eredità fu rifiutata e così le proprietà furono inserite tra i beni assegnati “allo Spedale”, ossia alla Pia Opera di beneficenza istituita con un lascito dallo stesso Sprea a favore della parrocchia di Illasi.

 Nel 1879, la terra con la Rotonda e gli ulivi fu affittato per un breve periodo per poi essere messo all'asta con il sistema delle 15 candele, un'asta pubblica dove i partecipanti offrivano il loro prezzo coprendo la fiamma di una candela alla volta. L'asta delle 15 candele era un sistema comune di vendita, che ha anche una certa importanza storica come simbolo di un'epoca in cui le proprietà terriere venivano vendute ai contadini e alle famiglie locali attraverso un processo pubblico e trasparente.

In questo caso, solo tre persone parteciparono all'asta, e l'aggiudicatario fu Giona Bernardo di Colognola ai Colli, che offrì 460 lire, solo 4 lire in più rispetto all'Illasiano Domenichini, già affittuario dei beni. La Rotonda, dunque, ritornò così ad essere un bene di proprietà privata come rimane tutt’ora oggi.


 

 

 


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