venerdì 19 settembre 2025

L’altra Torino - Piazza della Consolata

venerdì 19 settembre 2025 - Sensi & Sensazioni 

Questa piazza è resa celebre per due grandi obiettivi che qui portano in processione migliaia di turisti: 

la Basilica di Santa Maria della Consolazione (santuario della Consolata) uno dei luoghi di culto più antichi e popolari di Torino, il più importante santuario della città e vero capolavoro del barocco piemontese. Alla sua costruzione contribuirono alcuni fra i più illustri nomi dell'architettura, quali Guarino Guarini, Filippo Juvarra e Carlo Ceppi. 

Nel finale de “Il Codice Gianduiotto”, un libro per i golosi del cioccolatino piemontese, dello scrittore astigiano Bruno Gambarotta e parodia del celebre romanzo Il Codice da Vinci, la torre campanaria della Consolata si rivela il luogo in cui Leonardo ha nascosto la ricetta segreta del leggendario "Gianduiotto ierogamico”.

Nella stessa piazza esiste un locale attrazione per i golosi: “Al Bicerin”, un locale storico dal 1763 e raccontato da Umberto Eco nel romanzo “Il cimitero di Praga” 

“… Mi ero spinto sino a uno dei luoghi leggendari della Torino d’allora. Vestito da gesuita, e godendo con malizia dello stupore che suscitavo, mi recavo al Caffè Al Bicerin, vicino alla Consolata, a prendere quel bicchiere, odoroso di latte, cacao, caffè e altri aromi. Non sapevo ancora che del bicerin avrebbe scritto persino Alexandre Dumas, uno dei miei eroi, qualche anno dopo, ma nel corso di due o tre scorribande in quel luogo magico avevo appreso tutto su quel nettare… La beatitudine di quell’ambiente dalla cornice esterna in ferro, i pannelli pubblicitari ai lati, le colonnine e i capitelli in ghisa, le boiseries interne di legno decorate da specchi e i tavolini di marmo, il bancone dietro al quale spuntavano i vasi, dal profumo di mandorla, di quaranta tipi diversi di confetti… Mi piaceva pormi in osservazione in particolare la domenica, perché la bevanda era il nettare di chi, avendo digiunato per prepararsi alla comunione, cercava conforto uscendo dalla Consolata – e il bicerin era ricercato in tempo di digiuno quaresimale perché la cioccolata calda non era considerato cibo. Ipocriti. Ma, piaceri del caffè e del cioccolato a parte, ciò che mi dava soddisfazione era apparire un altro: il fatto che la gente non sapesse chi ero davvero mi dava un senso di superiorità. Possedevo un segreto”.


 

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