martedì 30 settembre 2025

Il Castello di Cotone - Pamukkale

martedì 30 settembre 2025 - Turchia Gran Tour 

Una distesa di calcare bianco latte, dalla vasta superficie, che ricopre un’intera montagna. Un luogo magico. 

Qui, durante il corso degli anni, si sono create delle sedimentazioni calcaree, derivate dai numerosi corsi d’acqua, tra cui alcuni caldi, che sgorgano dalle montagne circostanti e che hanno dato vita a una vera e propria scultura naturale di un color bianco accecante. 

In questa zona infatti, i movimenti tettonici non solo hanno causato frequenti terremoti, ma hanno anche permesso la nascita di numerose fonti termali. L’acqua emergendo in superficie, perde gran parte dell’anidride carbonica, spostando l’equilibrio chimico da bicarbonato a carbonato di calcio, il quale, anche a causa dell’abbassamento della temperatura, precipita dando luogo alle caratteristiche conformazioni, costituite da spessi strati bianchi di calcare e travertino lungo il pendio della montagna.









 

 

 

 

Hierapolis - Pamukkale

martedì 30 settembre 2025 - Turchia Gran Tour 

Nel pomeriggio, siamo in visita a questo sito archeologico. 

I sentieri perfettamente lastricati, gli spigoli levigati, le distese di fiori, le passerelle in legno e le piacevoli panchine all’ombra fanno di Hierapolis un luogo molto più raffinato di Efeso. 

Le rovine evocano un’epoca in cui greci, romani, ebrei, pagani, cristiani e frequentatori delle terme convivevano pacificamente e la città divenne un centro terapeutico all’epoca della sua fondazione, intorno al 190 a.C. a opera di Eumene II di Pergamo. Essa prosperò sotto i romani e ancora di più sotto i bizantini, quando una vasta parte della popolazione era costituita da comunità ebree e ortodosse. Tuttavia, frequenti terremoti portarono alla distruzione della città che fu definitivamente abbandonata dopo l’ennesima scossa del 1334. 

Importanti reperti come: le fondamenta della chiesa bizantina e del Tempio di Apollo, nei pressi del Museo Archeologico.

Come a Didime e a Delfi, il tempio aveva un oracolo che veniva interpretato da sacerdoti eunuchi. Il suo potere derivava da una fonte vicina chiamata Plutonium (dal nome del dio dell’oltretomba, Plutone). Apparentemente, solo i sacerdoti conoscevano il segreto che consentiva loro di trattenere il respiro nei fumi tossici provenienti dall’Ade, in grado di uccidere all’istante i piccoli animali e gli uccelli che vi sacrificavano. 

Lo spettacolare teatro romano, costruito in varie fasi dagli imperatori Adriano e Settimio Severo, poteva contenere oltre 12.000 spettatori. Il palco è in gran parte ancora visibile, così come i pannelli decorativi e i sedili della prima fila, riservati alle personalità. 

Dal teatro, un ripido sentiero in salita porta al meno battuto ma affascinante Martirio di San Filippo Apostolo, un’intricata struttura ottagonale situata nel luogo in cui si ritiene che sia stato martirizzato san Filippo. Gli archi delle otto cappelle separate, contrassegnati da una croce, originariamente avevano interni ettagonali. 

Le diverse versioni descritte nelle fonti antiche hanno creato un po’di confusione riguardo a quale sia il Filippo qui celebrato; se si trattasse dell’apostolo di Gesù, egli sarebbe stato crocifisso a testa in giù dopo aver sfidato i pagani adoratori del serpente nel vicino tempio. Secondo un’antica fonte apocrifa, alla morte di Filippo un enorme abisso si sarebbe spalancato nella terra, inghiottendo il proconsole romano, gli adoratori del serpente con il loro tempio e 7000 sfortunati astanti. 

Attraversando il fianco della collina in direzione ovest s’incontra il teatro ellenistico, completamente diroccato, sopra l’agorà risalente al II secolo, una delle più grandi mai scoperte. Era circondata su tre lati da portici di marmo con colonne ioniche, mentre il quarto era delimitato da una basilica. 

Scendendo la collina e attraversando l’agorà, vi ritroverete sulla strada principale in cima al crinale. Svoltate a destra verso l’ingresso nord e imboccherete la Via di Frontino, che conserva ancora intatte diverse parti della pavimentazione originaria e alcune colonne. Un tempo questa strada era l’arteria commerciale che tagliava la città da nord a sud ed era delimitata alle due estremità da archi monumentali. Il diroccato Arco di Domiziano, con le sue torri gemelle, si trova all’estremità nord della via, ma subito prima potrete ammirare il grande edificio della latrina, dotato di due canali nel pavimento, uno per le acque di scolo e uno per l’acqua pulita.



 

 

 

 





 

Efeso

martedì 30 settembre 2025 - Turchia Gran Tour 

Dopo la nottata passata a Smirne, eccoci davanti a uno dei siti archeologici più grandi e meglio conservati del Mediterraneo. Un vero e proprio museo a cielo aperto dove è possibile camminare tra rovine millenarie e immaginare la grandezza di quella che fu una delle metropoli più importanti del mondo antico. 

La storia di Efeso è antichissima e affonda le radici nel mito. Secondo la leggenda, fu fondata dalle Amazzoni, ma le testimonianze storiche la identificano con la città ittita di Apasa, risalente al II millennio a.C. La Efeso che conosciamo oggi, tuttavia, venne fondata nel X secolo a.C. da coloni greci guidati da Androclo, figlio del re di Atene. Grazie alla sua posizione geografica strategica, divenne presto un importante porto sul Mar Egeo, fondamentale per le rotte commerciali tra Oriente e Occidente.

Passeggiando lungo le sue antiche strade lastricate in marmo, si possono ammirare rovine maestose, tra cui spiccano l'iconica facciata della Biblioteca di Celso, l'imponente Grande Teatro e il tempio di Adriano.

Una particolarità che si fa notare è la presenza di numerosi gatti che si aggirano con fare regale tra le antiche rovine. Considerati i custodi del sito, si pensa che siano i discendenti dei felini che abitavano la città già in epoca romana. Oggi sono curati e nutriti, e aggiungono un tocco di fascino e vivacità a questo luogo senza tempo, posando per i turisti su colonne e capitelli millenari.