domenica 7 maggio 2017 - Il mio cammino
Seduto sulla panchina della stazione, mentre aspetto il treno, penso sorridendo alla mia meravigliosa famiglia, che mi ha permesso questa avventura.
Paola e Valeria sono a Bologna per CosmoFarma, Valentina e Stefano hanno accompagnato Letizia impegnata con le gare di nuoto sincronizzato e Lucrezia è invece, per tutto il dì, ad una festa di una sua amica, compagna di scuola.
Per la prima volta, credo nella mia vita, mi ritrovo ad aver programmato, in solitaria, questa “dieci giorni” di cammino, da Ponferrada a Santiago. E alla domanda di cosa mi ha spinto a farlo, cercherò, via via che la matassa si sbroglierà, di dare una risposta concreta a questa piccola impresa.
Per il momento, ho chiuso la porta di casa, caricato lo zaino sulle spalle e sono qui con prima destinazione Verona Porta Nuova, dove il treno regionale per Milano, mi lascerà a Treviglio.
Treviglio non è una grande stazione! Cerco la coincidenza e da qualche parte leggo: binario 1. Il tempo è già scaduto (ferrovie italiane), ma non si sa mai (ferrovie italiane)! Infatti sul binario 1 è in partenza un treno. Porte ancora aperte, mi precipito all’interno e chiedo a quattro giovani di colore se son giusto per Bergamo e loro, alzandosi di scatto in contemporanea, mi spingono sollecitamente fuori, sulla banchina, e mi fanno segno, nella lingua dei gesti, che devo spingermi oltre. Neanche il tempo di meravigliarmi e ringraziarli che il treno con un fischio lacerante si mette in moto, destinazione Milano.
Non riesco a capire, visto il deserto di binari, poi quel poco di intelligenza rimastami mi fa ricordare che vicino al numero 1 c’era la scritta “owest” e mi incammino verso quella direzione, ma l’orizzonte è abbastanza piatto.
Sono solo in quel tratto di stazione, anzi no! Una signora col suo trolley mi sta venendo incontro e chiaramente ha bisogno oltre che di informazione, anche di sostegno nella sua ricerca. Capisco subito che il suo problema coincide col mio e, dopo le presentazioni, confermato che dovremo aspettare un’oretta, la prossima coincidenza, ci avviamo, un po’ sconsolati, al bar per un caffè che può sempre risolvere la piccola problematica creatasi.
Marisa si chiama la mia compagna di sventura, venuta dalla bellissima Calabria per una fugace visita del versante bresciano di quel lago di Garda che, per le condizioni avverse del tempo, non si è dimostrato all’altezza dell’immaginazione. Anche lei ha la stessa mia meta, avendo scelto Orio al Serio come base del volo che la riporterà nella sua terra.
Il tempo sembra non passare mai, ma quando ti fai coraggio con qualcuno, le lancette scorrono più veloci. Ci riportiamo, stavolta non sbagliando, sul troncone del binario 1 owest e, a ricordarci il Binario 9¾ da dove partiva l'Espresso per Hogwarts, ad aspettarci sulla porta non Harry, Hermione o Ron, ma tre Rangers in pieno assetto di guerra, che ci lasciano salire, ma con quell’inquietudine a lasciarci non troppo tranquilli.
Uno sguardo all’interno del vagone e ai suoi passeggeri ci permette di accertare subito il perchè della presenza di quegli angeli protettori, ma per fortuna Bergamo si presenta abbastanza velocemente alla fermata e la ricerca dell’autobus per l’aeroporto, semplice e sicura.
Siamo in aeroporto e dopo gli scampi in questi casi consueti di indirizzi e numeri telefonici di un improbabile ricontatto, mi porto al gate 8, aspettando l’imbarco.
Dopo circa due ore e mezza, sbarco all’aeroporto di Santiago, ore 22 circa e la mia organizzazione, che si sta dimostrando eccellente, mi vede, zaino in spalle, sul percorso pedonale verso Lavacolla, all’Hotel Garcas, che raggiungo in mezz’oretta e dove passo la notte.
Al mattino, con l’autobus mi porto alla stazione ferroviaria di Santiago dove il treno mi scaricherà a Orense, una città di centomila abitanti, stazione importante di autobus, con uno dei quali a mezzogiorno, mi ritrovo a Ponferrada, partenza del mio cammino e ultima tappa fatta a suo tempo, nel 2015, con Paolo, il mio compagno di sempre e di viaggi.
Ciascuno di noi ha due vite: scopriamo la seconda quando ci accorgiamo di averne una sola (Valter)
Dopo circa due ore e mezza, sbarco all’aeroporto di Santiago, ore 22 circa e la mia organizzazione, che si sta dimostrando eccellente, mi vede, zaino in spalle, sul percorso pedonale verso Lavacolla, all’Hotel Garcas, che raggiungo in mezz’oretta e dove passo la notte.
Al mattino, con l’autobus mi porto alla stazione ferroviaria di Santiago dove il treno mi scaricherà a Orense, una città di centomila abitanti, stazione importante di autobus, con uno dei quali a mezzogiorno, mi ritrovo a Ponferrada, partenza del mio cammino e ultima tappa fatta a suo tempo, nel 2015, con Paolo, il mio compagno di sempre e di viaggi.
Ciascuno di noi ha due vite: scopriamo la seconda quando ci accorgiamo di averne una sola (Valter)
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