venerdì 10 giugno 2016

“Quanto vale un’idea” di Federico Taddia

venerdì 10 giugno 2016 - Pensieri e parole da condividere

«Le professionalità intellettuali sono il petrolio buono di questo Paese: hanno la forza straordinaria di costruire progetti partendo da un foglio bianco. Progetti che hanno valore a prescindere dalla loro realizzazione: solo capendo questo l’Italia può sfruttare a pieno il proprio patrimonio e talento creativo». Poche parole, ma sufficienti per sintetizzare un manifesto programmatico diventato virale in rete. E che sta coinvolgendo artisti e curatori museali, grafici e scultori, creativi e designer, stilisti e registi: centinaia di persone che hanno fatto della capacità ideativa un mestiere e che si sono trovate unite da uno stesso hashtag: #leideesipagano! «Mostrare l’orgoglio di oltre due milioni di lavoratori, che hanno scelto d’investire sulla propria mente. Ma non a costo zero». È un movimento rumoroso e variegato quello guidato da Pasquale Diaferia, uno dei più famosi e originali pubblicitari italiani e oggi titolare dell’agenzia «Special team», che coinvolgendo colleghi e amici ha dato il via ad una sorta di rivoluzione nell’approccio alla committenza creativa, chiedendo a chiunque di spedire un selfie con la parola «Idea» composta da banconote da 100 euro: un’opera realizzata dall’artista Patrizia Pfenninge e scaricabile dal sito leideesipagano.com. «Le idee dei creativi producono molto denaro, ma per i creativi è difficile farsi pagare le idee - spiega Diaferia - La progettazione di una mostra, l’ideazione di uno spettacolo, un piano di comunicazione per un Comune, una nuova collezione di abiti: in Italia manca completamente la cultura del pagare l’esercizio creativo. Si fanno preventivi sull’esecuzione, ma non viene mai contemplato il prima: non si può fare una gara al ribasso sulla fantasia e l’inventiva».  

A colpi di selfie il sottobosco dei visionari ci sta quindi mettendo la faccia, per ribaltare consuetudini finalizzate al mero risparmio e che hanno come corollario il rischio di sacrificare la qualità del risultato e di disperdere cervelli costretti alla ricerca di fortuna in altri lidi. «Non si può chiedere di lavorare gratis, con l’unica prospettiva di avere una ricompensa futura in caso di esecuzione del progetto. I committenti devono rendersi conto che questa logica deve cambiare: è inutile e dannoso chiedere proposte a 50 teste diverse, per poi accontentarne forse una e deprimere le altre 49. Le aziende vogliono avere le idee migliori e al giusto prezzo: beh, allora non è questa la strada. Con #leideesipagano cerchiamo di sancire questo principio, creare confronto tra gli operatori del mercato e dimostrare che la qualità è qualcosa di tangibile, di misurabile». Oggi i mestieri creativi in Italia oggi producono circa il 12% del Pil, con un significativo indotto sul territorio: dal cinema al turismo, dai musei alle mostre, dal fenomeno dei festival cittadini alle inesplorate praterie del web. Settori che celano ampi margini di incremento. E dove, a far la differenza, sono proprio le idee. «È quello che stiamo cercando di spiegare in tutti i modo all’impresa e alla politica, senza dimenticare i giovani e le scuole: in tutto il mondo ci riconoscono un talento innato, che è quello di essere i più bravi a risolvere i problemi e a trovare soluzioni mai immagine da altri. Puntiamo su questo: è la nostra chiave per uscire dalla crisi. Un’idea pagata è un’idea che, prima o poi, verrà ripagata».

La Stampa, 10 giugno 2016

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