lunedì 28 maggio 2018 - Il mio Cammino
Sono le 9:00 quando lasciamo Comillas sotto una pioggerellina incalzante che mi ricorda l’Islanda e non mi permette di fotografare. Del resto il paesaggio è alquanto squallido e non resta che camminare di buona lena. Lasciamo il paese su una pista ciclabile rossa e alberata, che ci porta ad attraversare il rìo de la Rabia, che risente della bassa marea e ci mostra il suo fondale grigio e sabbioso a compensare il cielo che incombe
.
Saliamo sulla collina e poi scendiamo nella valletta che ci mostra due percorsi: uno fangoso e pieno di pozzanghere, mentre un altro, ben tenuto e lastricato, ma interdetto ai pellegrini. Scopriamo di essere a Santa Marina, al limite di un privato campo da golf a 18 buche. Lo percorriamo parallelamente tutto, sino ad uscire sulla carretera che porta a San Vicente de la Barquera.
Il paese è al di là del lungo Puente de la Maza, medievale, del secolo XV a 28 archi rimasti, dei 32 antichi che aveva.
Subito dopo il paese, cominciamo a salire toccando il paesino di La Acebosa e soffermandoci su una bella chiesa che ospita sotto il porticato uno stanco pellegrino che sta riposando. Eccoci a Hortigal e alla sua torre degna di una piccola fermata. Poi, dopo circa tre chilometri, siamo a Serdio, passiamo sotto il ponte dell’autostrada e della ferrovia, attraversiamo un rio e poi saliamo su asfalto sino a Pesués. Altri 3 chilometri circa e siamo a Unquera. Siamo al confine con le Asturie, cominciamo a intravvedere Colombres, ma decidiamo di allungare per altri tre chilometri il nostro cammino sino a La Franca, dove ci fermiamo per la notte all’albergo La Parra, stanchi e bagnati dopo 30,8 chilometri e 45.659 passi.
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