sabato 17 giugno 2017

Napoli e Sansevero

sabato 17 giugno 2017 - Sensi e Sensazioni

E’ uno dei posti che non deve mancare assolutamente, in una visita breve o lunga a questa meravigliosa città.


Situata nel centro antico, la Cappella è un gioiello del patrimonio artistico internazionale. Creatività barocca e orgoglio dinastico, bellezza e mistero si intrecciano creando un’atmosfera unica e un po’ fuori dal tempo.

Fu Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero tra gli anni 40 e 70 del settecento a realizzare l’affascinante progetto di questo mausoleo. Mecenate, inventore, letterato, editore nonché alchimista e gran maestro della Massoneria, portò a lavorare per questo luogo, artisti singolari nelle loro opere, che ancora oggi non trovano spiegazione razionale.

Il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino è un’opera affascinante e misteriosa. Il velo, pur essendo di marmo, appare vero, soffice e delicato. La leggenda vuole che sia da attribuire ai poteri esoterici del Principe, che, con un liquido di sua invenzione, sarebbe stato in grado di solidificare tessuti e persino organi del corpo. 


La Pudicizia velata di Antonio Corradini è una statua che Raimondo di Sangro volle dedicare alla madre, Cecilia Gaetani d’Aragona, venuta a mancare a soli 23 anni, quando il Principe ancora non aveva compiuto il primo anno di vita.


Il Disinganno di Francesco Queirolo, dedicata al padre del principe, uomo dissoluto che lo abbandonò da piccolo alle cure del nonno per viaggiare e che, dopo tanto tempo, si pentì e tornò a casa per dedicarsi alla vita sacerdotale.
Ciò che colpisce è sicuramente la rete, rifinita a pomice dall’artista stesso e non dalle maestranze specializzate perché queste avevano paura che si rompesse.


Gli scheletri pietrificati che si ritiene fossero i servi del principe, ma per ogni leggenda che si rispetti c’è anche una versione più verosimile dei fatti: atti notarli documentano l’esistenza di un contratto stipulato tra il Principe e il dottor Salerno, per realizzare due scheletri sui quali avrebbe dovuto installare il sistema cardiovascolatorio preparato dall’alchimista provetto. Nell’atto è chiaramente specificato che il sistema di artiere e vene è costituito da fil di ferro e cera colorata, trattata con sostanze segrete, e che i modelli avevano solo uno scopo didattico. La curiosa leggenda prende forma solo perché l’ente proprietario si è sempre opposto all’analisi scientifica delle “macchine anatomiche” fomentando tutte le dicerie sulla personalità un po’ maligna del Principe.






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