martedì 13 giugno 2017 - Good Morning Caldiero
A due giorni dall’esito delle elezioni è possibile una piccola analisi escatologica del futuro del nostro Paese.
Il primo dato che emerge e fa pensare è la bassa percentuale di partecipanti al voto, (57,71%).
Può essere interpretato come disinteressamento alle vicende comunali oppure come una discordanza sulle liste presenti.
Lovato e la sua squadra agguerrita, interessante di giovani innesti, forte dell’eredità decennale di Molinaroli, del cui operato, per il risultato ottenuto, il Paese sembra plaudire.
Tomba, la novità come cambiamento d’indirizzo e come possibile prima donna al soglio di primo cittadino, con una squadra non troppo rappresentativa.
Solo 117 voti separano le due liste e questo, aggiunto ai 2.357 (42,29%) che non hanno votato, dà adito a supporre come sia stata difficile la scelta.
Il primo, all’insegna della continuità, convinto della sua esperienza termale da trasferire al Paese;
la seconda, forzando il gioco su due temi specifici, trainanti e molto sentiti: la non-fusione con Belfiore e la millantata vendita delle terme ai privati.
L’una, lista civica, con tracce di: Fare, PD, Forza Italia.
L’altra, lista civica, con sussiego, anche al mercato, a Fratelli d’Italia, Lega-Liga.
Cosa ci riserverà il futuro?
La giunta di Lovato, stando alle preferenze, vede i nomi di: Fasoli, Dal Sasso, Stizzoli e Franchi, ma tutto è possibile e vedremo nei prosieguo come il nuovo sindaco vorrà coinvolgere i suoi consiglieri.
La minoranza, guidata da Tomba, vedrebbe a preferenze, i nomi di: Sgreva, Maschi e Bonomi, ma anche qui, la storia insegna, che l’avvicendamento potrebbe farsi largo.
Dal mio canto, dopo coinvolgimenti nel secolo scorso in consiglio comunale e per due precedenti tornate, nel tentativo con la lista “Lo Sperone” di superare il muro dei 300 voti, voglio solo fare gli auguri alle nuove compagini, che ci restituiscano un Paese di cui andare fieri.
Un grazie all’amico Ligorio per l’ospitalità su questo Blog, con la speranza di rincontrarci ancora, ma soprattutto, che nulla abbia a morire per inedia culturale.
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