giovedì 23 aprile 2015 - Come la penso
Credo che le catastrofi che si susseguono nel Mediterraneo debbano invogliare tutti a prospettare soluzioni che sembrano mancare ai nostri politici.
Di fronte alla tragedia del nostro prossimo, chiunque esso sia, ci dobbiamo inchinare all’attenzione e al rispetto e la classe politica, per suo compito, dovrebbe assumersi la responsabilità di sensibilizzare e convincere i cittadini nella salvaguardia della vita, anche se questo può costare enormi sacrifici per tutti.
Le proposte che si sentono, diventano delirio d’intenti: si chiede l’impiego della marina da guerra per imporre un blocco navale a ridosso delle coste libiche in grado di fermare i barconi in partenza, riportando a terra i migranti; si vorrebbe bombardare e affondare i barconi prima che imbarchino i migranti e salpino dalle coste libiche; si parla di “interventi mirati” contro gli scafisti, quindi blitz di forze di polizia civile condotti nei covi dei trafficanti sulle coste libiche e sui loro barconi bloccati in mare dalle forze navali europee.
Perchè non concordare e creare invece, con gli stati africani “amici”, ad esempio il Niger o il Marocco, centri di accoglienza in loco, gestiti da una organizzazione internazionale per poi, dopo averli identificati, registrati e valutate le domande accettabili, smistare gli emigranti negli stati europei che li possono accogliere?
Solo così si potrebbero contingentare le partenze e avere la situazione almeno sotto controllo, giorno dopo giorno.
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