sabato 16 ottobre 2021

Arezzo e Cappella Bacci

sabato 16 ottobre 2021 – Sensi e Sensazioni 

Nella Basilica d San Francesco, la Cappella Bacci, dietro l’altar maggiore, propone le Storie della Vera Croce, un ciclo di affreschi di Piero della Francesca, dipinti tra il 1452 e il 1466, uno dei capolavori di tutta la pittura rinascimentale. 

La Leggenda della Vera Croce narra la storia del legno che servì per la costruzione della Croce e la successiva storia della croce stessa. Questa leggenda medievale è tratta dalla “Legenda Aurea” del frate domenicano Jacopo da Varagine, che abbraccia un periodo che parte dalla morte di Adamo per terminare il 21 marzo del 630 d.C. quando l'imperatore bizantino Eraclio riporta a Gerusalemme la Vera Croce di Cristo dopo aver sconfitto in battaglia il re persiano Cosroe che l'aveva rubata diversi anni prima. 

La Legenda Aurea sarà il documento più utilizzato nel mondo cristiano, non solo per la storia della croce, ma per quelle di molti santi. 

A metà Quattrocento Piero Della Francesca la utilizzerà come filo conduttore per illustrare la Leggenda della Vera Croce. 

Piero non si curò dell’andamento cronologico degli avvenimenti, ma privilegiò un criterio meramente estetico-formale, per creare un effetto di simmetria. In alto, ad esempio, sia nella parete di sinistra che in quella di destra è rappresentata una scena all’aperto, mentre nel mezzo si trovano due scene di corte su sfondo architettonico, e, in basso, due battaglie. A determinate scene dell’Antico Testamento inoltre si contrappongono altre del Nuovo.

 

1. L'affresco è diviso in tre scene e va letto da destra verso sinistra. L'anziano e ammalato Adamo manda il figlio Seth in Paradiso per ricevere dall'Arcangelo Michele l'olio della misericordia perché gli venisse conferito nella sua morte. L'incontro tra queste due figure si vede nel dipinto in piccolo sullo sfondo. Invece dell'olio l'Arcangelo consegna a Seth il seme dell'Albero della Vita, o della Conoscenza. A sinistra abbiamo il ritorno di Seth dal padre che arriva quando Adamo è già morto. Seth sotterra allora il seme della pianta della vita sulla tomba. Da questa semina nascerà l'albero che Piero della Francesca dipinge grande sullo sfondo, l'albero che darà poi il legno per la croce di Gesù.

 


2. Con questo dipinto ci ritroviamo al tempo di Salomone, terzo Re d'Israele, figlio di David, il cui regno è collocato dalla Bibbia attorno al 1000 a.C. In questo periodo fu tagliata la grande piante nata sulla tomba di Adamo allo scopo di farne una trave per il tempio di Gerusalemme. Ma la trave risultava inspiegabilmente una volta troppo lunga, una volta troppo corta. Sembrava non volesse a nessun costo far parte di quella costruzione. Fu così deciso di utilizzarla come passerella su un fiume. Tutto questo è la storia che precede quanto illustrato nel dipinto che ci mostra invece nella sua parte sinistra la Regina di Saba, contornata da dame e cavalieri, inginocchiata in preghiera. Successe infatti che la Regina mentre si recava a trovare Re Salomone si trovò ad attraversare il fiume su quella passerella costruita con la trave. La regina avvertì forte la sacralità di quel legno e s'inginocchiò in adorazione. Nella scena di destra la Regina di Saba è giunta da Re Salomone, s'inchina per omaggiarlo e quindi gli racconterà di quanto avvertito davanti a quella trave, profetizza che quel legno sarà il simbolo di una nuova religione. Salomone temendo allora che quella trave potesse rappresentare la fine del suo popolo, la fa togliere dal fiume perché sia sotterrata.

 

 
3. Su ordine di Re Salomone la trave viene tolta dal fiume perché venga sotterrata nei pressi di Gerusalemme. Si noti con quale maestria siano dipinte le venature del legno sulla trave. Mille anni dopo, nei giorni precedenti la Passione di Cristo, la trave riaffiora miracolosamente sulla terra. Vista dagli ebrei il suo legno sarà utilizzato per la croce di Gesù. Una volta svolto il suo compito la croce, insieme a quelle dei due ladroni, verrà sotterrata.


4. Il noto "Sogno di Costantino" del 312 d.C. un salto temporale quindi di circa milleduecento anni rispetto ai due affreschi visti in precedenza. Il dipinto, ambientato alla luce dell'alba, mostra l'Imperatore Costantino che dorme nella sua tenda. Seduto accanto al letto un servitore sembra incrociare lo sguardo con quello dell'osservatore; ai lati due guardie vigilano sull'Imperatore. Ma la figura chiave di tutta questa scena è l'angelo in alto a sinistra che mostra una croce a Costantino, piccola ma luminosa a tal punto che sembra illuminare la tenda. Quella croce che apparirà in sogno all'Imperatore e nel segno della quale andrà poi a combattere, vittoriosamente, contro Massenzio.

 

 
5. Il dipinto mostra la Battaglia di Ponte Milvio dove Costantino, nel segno e con la protezione della Croce sconfigge Massenzio. Nell'affresco si vede sulla sinistra l'esercito romano, contraddistinto dall'aquila imperiale sulla bandiera gialla, che avanza deciso contro quello in fuga di Massenzio. Siamo nel 312 dopo Cristo. L'anno successivo Costantino emanerà il famoso editto che porta il suo nome secondo il quale il Cristianesimo sarà una religione libera e non dovrà essere più perseguitata.

 


6. Prima di spiegare cosa rappresenta questo dippinto, è opportuno premettere che l'Imperatore Costantino dopo la vittoria su Massenzio per merito della Sacra Croce che gli era apparsa in sogno accompagnata dalle parole "In hoc signo vinces", manda la madre Elena a Gerusalemme affinché ritrovasse la Croce dove quasi tre secoli prima era stato suppliziato Gesù. L'unico a conoscere il luogo dove erano state sotterrate le croci (anche le due dei ladroni) era un ebreo dal nome Giuda. Questi però si rifiuta di rivelare il suo segreto, allora come tortura viene calato e rinchiuso in un pozzo senza viveri. Qui dovrà rimanere finché non rivelerà il luogo.

  

7. Quest'affresco è diviso in due scene: Dopo che l'ebreo Giuda, sotto tortura, ha rivelato il luogo dove erano sotterrate le croci, nella parte sinistra del dipinto, l’artista ci mostra il ritrovamento di queste. Elena, la madre dell'Imperatore Costantino (la signora vestita di scuro con il copricapo bianco a sinistra della croce), è giunta a Gerusalemme. La seconda scena sulla parte destra dell'affresco si svolge davanti al tempio: viene riconosciuta la croce di Gesù da quella dei ladroni. Toccato con questa il corpo di un giovane appena morto (nel dipinto a dorso nudo di spalle), questi risuscita. Di fronte a questo miracolo le dame, con Elena al centro, s'inginocchiano in adorazione della sacra reliquia. I fatti illustrati potrebbero datarsi 315 d.C. circa.

 


8. Questo affresco ci fa compiere un salto nella storia di oltre tre secoli rispetto al dipinto precedente. Nel 615 accadde che il re persiano Cosroe II, dopo aver conquistato Gerusalemme si appropriò della Croce di Gesù facendone un uso blasfemo. Tredici anni dopo l'imperatore bizantino Eraclio organizza una campagna bellica per liberare la città dagli infedeli. Nell'affresco è quindi illustrata la battaglia del 628 con la quale Eraclio sconfigge Cosroe II che verrà fatto prigioniero e poi decapitato. Gerusalemme è quindi liberata, adesso rimane da riportarci la sacra croce.

 

 
9. Nel dipinto viene mostrato l’imperatore bizantino Eraclio che dopo avere sconfitto il re persiano Cosroe e recuperata la Vera Croce la riporta, scalzo come segno di grande umiltà, a Gerusalemme. Fuori le grandi mura della città è accolto da un gruppo di persone inginocchiate

 


 

 

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