3 maggio 2013 - La rivelazione Amhara
Nel viaggio di ritorno da Lalibela ad Addis Ababa, circa 12 ore (non ha senso parlare di chilometri) di strada asfaltata e di pista molto più adatta a mezzi di trasporto alternativi, il conducente del mini bus, senza proferire parola, ha bloccato il mezzo su una piana tra le montagne del Tigré, dove spiccava un cartello, che poi arrivati a leggere, sintetizzava il dramma di quel luogo sacro, in una data, per gli etiopi, considerata “giorno della liberazione”: 1 marzo 1896. Per noi giorno infausto e assolutamente da dimenticare, se non fosse per rispetto alle migliaia di vittime lasciate tra quegli arbusti.
Una sosta di pochi minuti, nemmeno una parola scambiata, ciascuno immerso in un pensiero di commemorazione dei suoi ormai lontani antenati, forse nel ricordo di una vittoria dolorosa, o di una sconfitta altrettanto dolorosa, ma certamente inutile, come tutte le guerre.
Treaty of Wuchale
Il trattato di Uccialli fu firmato da re Menelik II di Shewa, più tardi Imperatore d'Etiopia con il conte Pietro Antonelli d'Italia, nella città di Uccialli, il 2 maggio 1889. Venivano ceduti territori parte dell'Etiopia, come colonia italiana nel moderno stato di Eritrea. In cambio, l'Italia prometteva assistenza finanziaria e forniture militari. L’articolo 17 che riguardava la condotta degli affari esteri fu la scintilla che portò alla prima guerra italo-etiopica.
La versione italiana dell’articolo, dichiarava che l'Etiopia era obbligata a condurre tutti gli affari esteri tramite le autorità italiane, rendendola in pratica un protettorato italiano, mentre la versione amarica, dava all’Etiopia notevole autonomia, con la possibilità di comunicare con terze potenze, solo attraverso gli italiani. Il malinteso, però di estrema importanza, era dovuto alla cattiva traduzione di un verbo, che rappresentava una clausola permissiva in amarico e una obbligatorietà in italiano.
Amharic version
Ethiopia may use the good offices of Italy in her foreign affairs
Italian version
Menelik to make all his foreign contacts must be through the agency of Italy
La battaglia di Adua, momento culminante e decisivo della guerra di Abissinia, tra le forze italiane, comandate dal tenente generale Oreste Baratieri e l'esercito abissino del negus Menelik II. Gli italiani subirono una pesante sconfitta (4000 italiani e 2000 ascari morti), che arrestò per molti anni l’ambizione coloniale sul corno d'Africa.
Con i negoziati che seguirono, il Regno d'Italia si vide costretto ad abrogare il trattato di Uccialli e a rinunciare alle mire espansionistiche che aveva nei confronti dell Etiopia. La sconfitta di Adua ridimensionò, forse anche più del dovuto, il sogno della giovane nazione di diventare una grande potenza politico-militare dello scacchiere europeo.
Nessun commento:
Posta un commento